Il cantiere navale di Ancona le cui origini si perdono nei secoli passati, costituisce un importante stabilimento di costruzione e riparazioni navali della città che insieme agli stabilimenti CRN S.p.A. del Gruppo Ferretti fanno di Ancona un centro importante della cantieristica italiana.
Le origini
Cantiere navale di Ancona
Nella città di Ancona sin dall'epoca dell'imperatore Traiano si costruivano navi e poi, dopo l'interruzione dell'alto Medioevo, le realizzazioni proseguirono per tutto il periodo della repubblica marinara di Ancona.
La valentìa dell'arsenale dorico è testimoniata dal fatto che, quando, nel 1367, papa Urbano V, allora residente ad Avignone, decise di rientrare in Italia e il 30 aprile prese la via di Marsiglia, qui trovò 23 galee inviate dalla regina Giovanna di Napoli, dai Veneziani, dai Genovesi, dai Pisani e dagli Anconitani per fargli da scorta nel suo rientro a Roma. Tra le tante navi delle città marinare andate ad incontrarlo, il pontefice scelse di imbarcarsi proprio sulla galea di Ancona e a bordo di questa intraprese il suo viaggio, approdando il 3 giugno, con tutto il suo seguito (solo tre cardinali francesi si rifiutarono di accompagnarlo), a Corneto, sulla costa laziale, accolto dal cardinale Albornoz[1], da tutti i Grandi dello Stato Pontificio e da una moltitudine di popolo esultante, che da giorni aveva dormito in spiaggia per non perdersi lo storico avvenimento.
Narra il cronista anconitano Oddo di Biagio[2]. nel 1367[3]:
«Et per la sua venuta fo facta in Ancona per comandamento del dicto legato (il cardinale Egidio Albornoz – N.d.E.) una grande Galea de tale, et tanta longheza et grandeza, quale mai fo veduta la simile. Con celle et Camere depente ordenate, sotto coverta, como fossero stantie de palazi: et fo armata de Marinari et vogatori de Ancona. Fornita et armata la dicta Galea fonno electi, per parte del comune de Ancona, Cittadini in Ambasciatori al dicto Papa Urbano V, che doveva venire. Li nomi de li quali sono questi cioè, El Nobile Cavaliero Meser NICOLO' DA LA SCALA, el quale fu electo per Capitano dela Galea, ancora li Nobili homeni FRANCESCO DE FACCIOLO DE RANALDO, LEONARDO DE MARCELLINO. Et PENZARELLO DE GUIDONE DE BONOVALDI. Li quali ancora forono electi per Conseglieri del dicto Capitano – Et preparata la dicta Galea de tutte le cose necessarie se partì dal dicto porto de Ancona per andare ad Marsilia con cinque Galee de Genovesi, et altre tante de Venetiani, Sei galee della Regina de Puglia. Quatro galee de Fiorentini. Doi galee del Magno Tempio de Rhodo. Et una galea de Meser Gomitio Spagnolo Vicario per la Chiesa Romana de la Cità de Foligni....»
Il 5 settembre 1370, papa Urbano V, in quello stesso porto di Corneto dov'era approdato tre anni prima, s'imbarcò nuovamente sulla galea anconetana, scortato dalle navi inviategli dai re di Francia e d'Aragona, dalla regina di Napoli e di Pisa. Il 16 dello stesso mese sbarcò a Marsiglia, il 24 fece il suo solenne ingresso in Avignone. Ma nemmeno due mesi dopo si ammalò gravemente e il 19 dicembre dello stesso anno morì[4].
Nel 1377 l'onorifica preferenza venne accordata anche ad un'altra galea, comandata dall'anconetano Nicolò di Bartolomeo Torriglioni, quando papa Gregorio XI riportò definitivamente la corte pontificia dalla Francia in Italia.
Nel 1866, in seguito alla terza guerra di indipendenza, il Veneto entrò a far parte del Regno d'Italia e molte delle attività cantieristiche vennero trasferite all'Arsenale di Venezia, sito in posizione più strategica rispetto ad Ancona, per i cui cantieri iniziò una fase di declino.
Dalle Officine e Cantieri Liguri-Anconetani ai Cantieri Navali Riuniti
Nel 1897 Rodolfo Hofer, uno dei componenti del consiglio d'amministrazione della società Navigazione Generale Italiana, una compagnia di navigazione che andava affermandosi sul finire del secolo, acquisì il cantiere navale del Muggiano, che aveva chiuso la sua attività nel 1893, costituendo la "Società Anonima Cantiere Navale Del Muggiano", che, nel 1899, acquisendo il Cantiere navale di Ancona darà vita alle Officine e Cantieri Liguri-Anconetani.
Il varo della Narenta nei Cantieri Navali Riuniti di Ancona
Il 21 gennaio 1906 venne costituita la società Cantieri Navali Riuniti, primo grande raggruppamento del settore cantieristico in Italia, che raggruppava i cantieri di Palermo, Muggiano e Ancona.
Incrociatore ausiliario Città di Bengasi in allestimento ad Ancona
Il 24 maggio 1915, giorno dell'entrata in guerra dell'Italia nel primo conflitto mondiale, la città di Ancona venne cannoneggiata dalle corazzate della Marina asburgica; per ironia della sorte alcune di quelle corazzate al termine del conflitto vennero acquisite dall'Italia come risarcimento di guerra e demolite proprio nel cantiere di Ancona. Gran parte del metallo di queste venne poi impiegato per costruire nel 1926 la struttura portante del Mercato delle Erbe cittadino. Il bombardamento austriaco causò la distruzione di tre magazzini, della sede dell'Ufficio Marittimo, di un deposito di gas e di un serbatoio d'acqua.
Nel corso della seconda guerra mondiale Ancona, dopo l'armistizio, fu occupata dalle truppe tedesche e, a causa dell'importanza strategica del suo porto, subì numerosissimi bombardamenti da parte delle forze alleate, che dovevano preparare il passaggio del fronte. In particolare, il 1º novembre 1943, durante un bombardamento, in pochi minuti duemilacinquecento persone persero la vita. Nell'occasione fu affondato l’Ottaviano Augusto in costruzione (che era stato requisito dagli occupanti tedeschi). Nel dopoguerra il Pompeo Magno, sopravvissuto al conflitto, sarebbe stato invece ricostruito come conduttore di flottiglia nei Cantieri del Tirreno di Genova e ribattezzato San Giorgio con distintivo ottico D 562. Fu in servizio nella Marina Militare fino al 1980.
Nel dopoguerra i cantieri e il porto gravemente danneggiati durante il conflitto vennero ricostruiti.
Fincantieri
Veduta del cantiere navale di Ancona dal Belvedere prospiciente il duomo di San Ciriaco, sul Colle Guasco
Nel 1966, nelle pieghe dei provvedimenti emanati a metà degli anni sessanta per la riorganizzazione della navalmeccanica pubblica, il gruppo Piaggio, approfittando dei benefici fiscali per gli accorpamenti industriali previsti dalla legge n° 170/1965, diede vita a una nuova società per azioni, i Cantieri Navali del Tirreno Riuniti fondendo i Cantieri Navali Riuniti, con gli stabilimenti di Palermo e Ancona e i Cantieri del Tirreno con gli stabilimenti di Genova Le Grazie.
Nel 1973 in seguito alla crisi che alla fine degli anni sessanta colpì i cantieri Piaggio la società Cantieri Navali del Tirreno e Riuniti venne assorbita dall'IRI e nel 1984 da Fincantieri, che società finanziaria della cantieristica si trasforma in società operativa assumendo la denominazione di Fincantieri - Cantieri Navali Italiani S.p.A., e il controllo del settore.
L'11 settembre 2011 si è tenuta nell'area dei cantieri navali la messa conclusiva del XXV congresso eucaristico nazionale celebrata da papa Benedetto XVI. A causa della forte crisi, già da alcuni mesi il cantiere non aveva più commesse e la maggior parte dei lavoratori era in cassa integrazione.[6]
Navi
Elenco delle principali navi realizzate nello stabilimento:
^Il cardinale Albornoz, braccio destro di papa Urbano V in Italia, dopo quattordici anni passati nella penisola con lo scopo di rimettere un papa sulla cattedra di San Pietro, non riuscì a vedere il compimento della sua opera. Infatti, forse colpito dalla peste o da una febbre malarica, morì a Viterbo il 24 agosto 1367. Il papa si trattenne quindi a Viterbo per assisterlo e, poi, per celebrarne le esequie, ripartendo per Roma solo il 16 ottobre. Cfr. quanto riporta l'Abate Leoni: Il Legato Egidio erasi già portato con molti Nobili Anconitani a Viterbo per venerare Sua Santità, e preparargli gli alloggi in Roma, e Viterbo. Prima per altro partire, nella nostra Rocca Papale, alla presenza d'Enrico Vescovo di Brescia, ed Alfonso Vescovo di Fermo (che in quell'epoca non era Arcivescovile quella Sede) fece il 29 Settembre 1364 il testamento, lasciando molti Legati per Ancona, in testimonianza di quel parziale affetto, che per lei meritatamente nutriva.... Fu presago il suo cuore, poiché al 24 Agosto 1367 morì in Viterbo senza grave sospetto di veleno.., in "Istoria d'Ancona capitale della marca anconitana dell'abate Leoni", Tip. Baluffi, Ancona, 1812, vol. 3, pag.304, leggibile in books.google.it
^Oddo di Biagio fu inviato come ambasciatore della Repubblica di Ancona a Viterbo e a Montefiascone, dove papa Urbano V era giunto da Avignone. Cfr. "Istoria d'Ancona capitale della marca anconitana dell'abate Leoni", Tip. Baluffi, Ancona, 1812, vol. 3, pag.304: Montato sopra l'Anconitana Galera giunse il Papa in Italia dell'1367: ed il Comune di Ancona per interessanti affari della Città spedì in Viterbo il surriferito Dottor Oddo di Biagio degli Agli, che per essere erudito, e di molto spirito fu ben accolto dal S. Padre, e con lode disimpegnò l'onorevole incarico..., leggibile in books.google.it, e la voce "Oddo di Biagio" di Francesca Viola, in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 79 (2013)
^cfr. Oddo di Biagio, "Atti consiliari del Comune di Ancona del 1378-91", in Archivio di Stato di Ancona, testo riportato in "Istoria d'Ancona capitale della marca anconitana dell'abate Leoni", Tip. Baluffi, Ancona, 1812, vol. 3, pagg.303-304, leggibile in books.google.it.
^cfr. "Istoria d'Ancona capitale della marca anconitana dell'abate Leoni", Tip. Baluffi, Ancona, 1812, vol. 3, pag.305: Urbano V. poi … sebbene con intenzione di tornare stabilmente a Roma, navigando come al venire da Corneto a Marsiglia, scortato da sontuoso stuolo di Galere speditegli dal Re di Francia, d'Avignone, dalla Regina Giovanna, ec. li 5 di Settembre 1370 salita l'Anconitana Galera fè ritorno alle delizie d'Avignone. Ma poco poté goderne, mentre dopo il ritorno in Avignone passò all'altra vita nel Decembre dell'anno istesso ed allora pianger dovette la sua debolezza nel cedere alle premure dei Porporati Galli., leggibile in books.google.it
^R. Muti, "Storia popolare di un borgo di periferia", Circolo Operaio "P. Ranieri", Ancona 1984; AA.VV. "I luoghi della memoria", Il lavoro editoriale, Ancona 2007.