Deborah Bergamini (Viareggio, 24 ottobre 1967) è una politica italiana, vice-segretario e responsabile del Dipartimento Esteri e dei rapporti con la stampa internazionale di Forza Italia, vice-capogruppo del partito alla Camera dei deputati, vice-presidente della Delegazione Italiana all'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa e del Gruppo PPE all'Assemblea del consiglio d'Europa e sottosegretaria di Stato al Dipartimento per i rapporti con il Parlamento nel governo Draghi dal 1º marzo 2021 al 22 ottobre 2022.
Dopo la maturità classica e la laurea in lingue all'Università di Firenze, nel 1992 vince una borsa di studio presso lo Smith College di Northampton, Massachusetts, dove si è specializzata in American Studies.
Inizia a lavorare nel 1993 presso due emittenti televisive toscane, Italia 7 e Rete 37 e come cronista di nera e giudiziaria presso il quotidiano La Nazione. Dal 1996 è giornalista professionista, iscritta all'Ordine dei giornalisti del Lazio. Sempre nel 1996 diventa caporedattrice presso l'editore parigino "Analyses et Synthèses", dal 1997 è giornalista a Londra presso Bloomberg News.
Nel 1999 Silvio Berlusconi la ingaggia come propria consulente per la comunicazione e in questa veste Bergamini lo segue a Palazzo Chigi nel 2001.
Nel 2002 viene assunta in RAI come vicedirettore del marketing strategico,[4] con deleghe allo sviluppo di business e marketing internazionale. Nel 2003 è nominata Consigliere di Amministrazione di Rai International[5] e successivamente di Rai Trade, nello stesso anno entra a far parte del comitato di consulenti del Ministero per i beni e le attività culturali. Nel 2004 diventa direttrice marketing della RAI, ruolo che ricopre fino al gennaio 2008.
Alle elezioni politiche anticipate del 2008 viene candidata alla Camera dei deputati, tra le liste del Popolo delle Libertà (lista elettorale che raccoglie principalmente Alleanza Nazionale e Forza Italia) nella circoscrizione Toscana in sests posizione[6], risultando eletta deputata. Nella XVI legislatura della Repubblica è stata segretario della Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, componente della 9ª Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni e della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla contraffazione e pirateria commerciale[7], di cui viene eletta vicepresidente all'unanimità nel 2011[8], dove si occupa in particolare di tutela del Made in Italy nel settore agroalimentare[9], in quello dei tabacchi, del tessile e del lusso e, infine, di contrasto alla pirateria digitale.
Nel quadro della sua attività di deputato, Bergamini è prima firmataria e relatrice della Legge 7 luglio 2010, n. 106 (cosiddetta "legge Viareggio") che, in seguito al grave incidente ferroviario avvenuto nella città toscana il 29 giugno 2009, ha stanziato fondi di solidarietà per i parenti delle vittime[10].
Nel 2010 è tra i fondatori dell'associazione "Spazio aperto", nata dall'iniziativa di 40 parlamentari per mediare tra Berlusconi e Gianfranco Fini[11]. Sempre nel 2010 entra in polemica, insieme ad altri esponenti del PdL, con il coordinatore toscano Denis Verdini, definendo "sovietico" il carattere del partito in Toscana[12]. Le critiche alla gestione di Verdini continuano anche in occasione del distacco di Fini dal PdL: “Berlusconi è come Theoden, il re buono finito sotto l'incantesimo del malvagio Vermilinguo. Speriamo che spunti un Gandalf, un mago che lo liberi”[13]. Già critica con la visione economica dell'allora ministro Giulio Tremonti[14], nel mese di agosto del 2011 è tra i nove deputati del PdL[15] che preannunciano emendamenti[16] al decreto il quale contiene la manovra aggiuntiva elaborata da Tremonti e resasi necessaria in seguito all'aumento dello spread tra i titoli di stato italiani e tedeschi[17]. Con lei anche Antonio Martino, Guido Crosetto, Santo Versace, Giorgio Stracquadanio, Alessio Bonciani, Isabella Bertolini, Giuseppe Moles e Giancarlo Mazzuca. La proposta raccoglie l'attenzione del segretario Angelino Alfano[18] e, in seguito a essa, la Bergamini sarà sempre annoverata tra i frondisti del PdL[19] e non voterà le successive manovre del IV governo Berlusconi.
Esponente della "corrente liberale" del PdL che fa capo ad Antonio Martino, non voterà mai la fiducia posta sui provvedimenti del governo tecnico di Mario Monti[20], assumendo posizioni molto critiche sul suo operato[21]. Le idee liberali della Bergamini si estendono anche ai temi cosiddetti etici, come il parere favorevole a un testamento biologico[22].
Alle elezioni politiche del 2013 viene ricandidata alla Camera dei deputati, tra le liste del PdL nella circoscrizione Emilia-Romagna in quarta posizione[23], venendo rieletta deputata[24].
Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, aderisce a Forza Italia[25][26] e due giorni dopo Berlusconi le conferisce l'incarico di "Responsabile della comunicazione" del partito[27].[28] Il 24 marzo 2014 diventa membro del Comitato di Presidenza di Forza Italia e insieme a Mariarosaria Rossi, Francesca Pascale, Alessia Ardesi e Giovanni Toti forma il cosiddetto "cerchio magico" di Berlusconi[29] fino a quando nel giugno del 2016, a seguito dell'operazione al cuore del Cavaliere per il cui stress vengono ritenute colpevoli, le donne vengono allontanate dal consiglio di famiglia (i figli, Gianni Letta, Fedele Confalonieri e Niccolò Ghedini) e sostituite da Alfredo Messina, Sestino Giacomoni e Valentino Valentini.
Alle elezioni politiche del 2018 è ricandidata dalla coalizione di centrodestra alla Camera nel collegio uninominale Toscana - 08 (Massa)[30], venendo rieletta con il 37,44% contro il 28,94% del candidato del Movimento 5 Stelle Adriano Simoncini e il 25,46% di Cosimo Maria Ferri del centro-sinistra[31]. Diventa vicepresidente della Commissione Trasporti.
Dall’ottobre 2019 è co-direttrice del quotidiano Il Riformista (chiuso nel 2012 e riportato in edicola da Alfredo Romeo) insieme a Piero Sansonetti nel ruolo di direttore.[32] Lascia un anno più tardi.[33]
Nell'agosto 2020, a poche settimane dal referendum costituzionale sul taglio del numero di parlamentari legato alla riforma avviata dal governo Conte I guidato dalla Lega assieme al Movimento Cinque Stelle e concluso dal governo Conte II guidato dalla coalizione tra M5S e Partito Democratico[34] la Bergamini annuncia il suo voto contrario, in dissidenza con la linea ufficiale del suo partito, schierato per il "Sì"[35].
Alle elezioni politiche anticipate del 2022 viene eletta deputata per la quarta volta da capolista di Forza Italia nel collegio plurinominale Toscana - 01.[36] Diventa poi vicepresidente del gruppo di FI alla Camera e vicepresidente della delegazione italiana presso l'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.
Il 24 febbraio 2024 viene eletta vice-segretario di Forza Italia al congresso del partito diventando, per anzianità, la vicaria del segretario nazionale Antonio Tajani.[37]
Nel 2008 diviene segretario della delegazione italiana all'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa (APCE) dove siede in Commissione Cultura ed è presidente della Sottocommissione dedicata ai Media e all'Information Society[38]. È inoltre la parlamentare di riferimento per l'Italia nel Network istituito dal Consiglio d'Europa per contrastare la violenza domestica.
Nel 2009 Bergamini è eletta Presidente del Centro Nord Sud (CNS) del Consiglio d'Europa[39], carica in cui sarà confermata nel 2011 per un altro biennio. Sotto la sua presidenza il Centro Nord-Sud del Consiglio d'Europa lancia l’Euro-Med Women Network, una rete femminile per la governance democratica[40].
Da gennaio 2014 è componente della Commissione Affari Politici dell'APCE[41] ed è vicepresidente del gruppo del Partito Popolare Europeo al Consiglio d'Europa.
Nel 2008, a seguito di un'inchiesta giornalistica da parte del quotidiano la Repubblica, lascia la RAI, ottenendo oltre 390.000 euro di liquidazione[42][43]. Il 21 novembre 2007, in particolare, il quotidiano aveva diffuso i brogliacci di alcune sue conversazioni telefoniche[44], acquisite nell'ambito di un'indagine per cui non era indagata.
Intanto, il 14 dicembre 2007, i tre esponenti del PD Francesco Ferrante, Esterino Montino e Marco Lion presentano una denuncia alla magistratura romana per il reato di interruzione di pubblico servizio. La magistratura apre un'inchiesta.
Il 25 settembre 2008, il pm responsabile delle indagini, procede a una richiesta di archiviazione che arriva il 1º dicembre 2008, su decreto del giudice per le indagini preliminari[45]. Il 23 gennaio 2013 il quotidiano la Repubblica, in un articolo che parla degli “indagati graziati dal Cavaliere”[46] (nella composizione delle liste elettorali, ndr), la cita scrivendo che: "in Emilia c'è Deborah Bergamini, indagata per interruzione di pubblico servizio ma in vista di una possibile archiviazione chiesta dal pm".