Dietrich Thurau | ||
---|---|---|
Nazionalità | Germania | |
Ciclismo | ||
Specialità | Strada, pista | |
Termine carriera | 1989 | |
Carriera | ||
Squadre di club | ||
1974-1977 | TI-Raleigh | |
1978-1979 | Ijsboerke | |
1980 | Puch-Campagnolo | |
1981-1982 | Kotter's | |
1982 | Hoonved-Bottecchia | |
1983 | Del Tongo | |
1983-1985 | Portas | |
1985 | Hitachi | |
1986 | Supermerc. Brianzoli | |
1987 | Roland | |
1987-1988 | Panasonic | |
Nazionale | ||
1974 | Germania Ovest Dil. | pista |
1975-1987 | Germania Ovest | strada |
Palmarès | ||
Mondiali su strada | ||
Argento | San Cristóbal 1977 | In linea |
Argento | Valkenburg 1979 | In linea |
Mondiali su pista | ||
Oro | Montréal 1974 | Ins. a sq. |
Dietrich "Didi" Thurau (Francoforte sul Meno, 9 novembre 1954) è un ex ciclista su strada e pistard tedesco, fino al 1990 tedesco occidentale. Tra i dilettanti fu campione del mondo 1974 nell'inseguimento a squadre su pista; professionista dal 1974 al 1989, vinse una Liegi-Bastogne-Liegi, un Campionato di Zurigo, sei tappe al Tour de France, due al Giro d'Italia e cinque alla Vuelta a España (più una classifica a punti), oltre a 29 Sei giorni su pista.
Tra i dilettanti nel 1974 a Montréal fu campione del mondo nell'inseguimento a squadre in quartetto con Günther Schumacher, Peter Vonhof e Hans Lutz.[1]
Professionista dal 10 ottobre 1974 con l'olandese-britannica TI-Raleigh, nel 1975 vinse il titolo nazionale su strada, mentre nel 1976 fece sue cinque tappe e la classifica a punti alla Vuelta a España, una frazione al Giro di Svizzera e di nuovo il titolo nazionale su strada.[1] Nella primavera 1977 vinse otto frazioni e la classifica finale della Vuelta a Andalucía, e la E3 Prijs Harelbeke.[1] Al seguente Tour de France fu protagonista: si aggiudicò cinque tappe, tre a cronometro e due in linea, indossò la maglia gialla per 15 giorni, chiuse quinto nella graduatoria generale e fece sua la maglia bianca della classifica dei giovani. Nella stessa stagione fu anche secondo, battuto in una volata a due da Francesco Moser, al campionato mondiale su strada a San Cristóbal. L'exploit gli valse il premio di Sportivo tedesco occidentale dell'anno.[2]
Nel 1978 passò alla belga Ijsboerke-Gios, con cui vinse l'Étoile de Bessèges a tappe, il Campionato di Zurigo, due tappe, tra cui il prologo a cronometro, al Giro d'Italia, una tappa al Giro di Svizzera e lo Scheldeprijs. Nel 1979 vinse la Ruta del Sol a tappe; in primavera raggiunse quindi il punto più alto della sua carriera vincendo la prestigiosa Liegi-Bastogne-Liegi per distacco su Bernard Hinault. Dopo la vittoria di una frazione al Tour de France (fu decimo assoluto) e del Giro di Germania, il 26 agosto 1979 concluse quindi ancora secondo, dietro Jan Raas, al campionato mondiale su strada a Valkenburg, al termine di una volata ristretta che vide danneggiato Giovanni Battaglin.
Nel 1980 fu terzo alla Parigi-Roubaix in maglia Puch-Campagnolo-Sem. Negli anni seguenti ottenne meno successi su strada, dedicandosi sempre più alla pista e alle Sei giorni (a fine carriera ne avrà vinte 29); nelle stesse stagioni venne squalificato per tre volte al Tour de France per positività (1980, 1985, 1987). Si ritirò dall'attività nel gennaio 1989.[1]