Diocesi di Cadice e Ceuta
Dioecesis Gadicensis o Gaditana et Septensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Siviglia
 
Stemma della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoRafael Zornoza Boy
Presbiteri197, di cui 137 secolari e 60 regolari
3.751 battezzati per presbitero
Religiosi80 uomini, 381 donne
Diaconi13 permanenti
 
Abitanti811.200
Battezzati739.000 (91,1% del totale)
StatoSpagna
Superficie3.764 km²
Parrocchie116
 
Erezione5 febbraio 1241[1] (Cadice)
4 aprile 1417 (Ceuta)
Ritoromano
CattedraleSanta Croce (Cadice)
Assunzione di Maria Vergine (Ceuta)
IndirizzoCasa de la Iglesia, Calle Hospital de Mujeres 26, 11001 Cádiz, España; Plaza de Nuestra Señora de Africa, 51001 Ceuta, España
Sito webwww.obispadocadizyceuta.es
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Spagna
La cattedrale dell'Assunzione di Maria a Ceuta.
Il santuario Santa María de África, patrona di Ceuta.

La diocesi di Cadice e Ceuta (in latino: Dioecesis Gadicensis o Gaditana et Septensis) è una sede della Chiesa cattolica in Spagna suffraganea dell'arcidiocesi di Siviglia. Nel 2021 contava 739.000 battezzati su 811.200 abitanti. È retta dal vescovo Rafael Zornoza Boy.

Territorio

La diocesi comprende la parte meridionale della provincia di Cadice e l'exclave spagnola di Ceuta. Fanno parte della diocesi i seguenti comuni: Alcalá de los Gazules, Algeciras, Barbate, Los Barrios, Benalup-Casas Viejas, Cadice, Castellar de la Frontera, Ceuta, Chiclana de la Frontera, Conil de la Frontera, Jimena de la Frontera, La Línea de la Concepción, Medina-Sidonia, Paterna de Rivera, Puerto Real, San Fernando, San Roque, Tarifa e Vejer de la Frontera.[2]

Sede vescovile è la città di Cadice, dove si trova la cattedrale della Santa Croce. All'Assunzione di Maria Vergine è dedicata la cattedrale di Ceuta.

Il territorio si estende su 3.764 km² ed è suddiviso in 116 parrocchie; otto di queste si trovano nell'exclave di Ceuta.[3]

Storia

Diocesi di Ceuta

Dopo la conquista di Ceuta da parte dei portoghesi nel 1415, la prima preoccupazione del re Giovanni I fu di istituirvi una diocesi. Con la bolla Romanus Pontifex del 4 aprile 1417, papa Martino V incaricò gli arcivescovi di Braga e di Lisbona di esaminare la situazione e li autorizzò a procedere eventualmente all'erezione della diocesi, cosa che essi fecero. Quattro anni dopo Martino V confermò la nomina del primo vescovo, Aymaro di Aurillac, già vescovo del Marocco.

Originariamente la nuova diocesi era suffraganea dell'arcidiocesi di Lisbona, ad eccezione del periodo 1540-1570 quando fu sottomessa all'arcidiocesi di Évora. La sua giurisdizione territoriale variò diverse volte nel tempo. All'inizio sembra avesse competenza su tutto il regno di Fez, ma probabilmente fu solo una giurisdizione teorica. A partire dal 1444 alcuni territori della penisola iberica furono aggregati alla diocesi di Ceuta; dal 1513 i vescovi posero la loro residenza a Olivenza, nel sud-est del Portogallo, fino a quando, nel 1570, la regione di Olivenza fu annessa alla nuova diocesi di Elvas. Da questo momento, la diocesi di Ceuta fu ridotta al suo solo territorio africano.

Per questo motivo il 9 giugno 1570 papa Pio V decise di unire la diocesi di Ceuta con quella di Tangeri. Con il trattato del 16 febbraio 1668 il territorio di Ceuta fu incorporato in via definitiva al regno spagnolo, ponendo così fine alla dominazione portoghese. Questo determinò la fine dell'unione con Tangeri, decisa il 16 dicembre 1675, quando Roma ristabilì la diocesi di Ceuta, cui furono uniti i territori della diocesi di Tangeri, che venne soppressa. Contestualmente la sede di Ceuta entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Siviglia.

Il 4 settembre 1420 fu consacrata la cattedrale diocesana, ricavata dalla precedente moschea. Questa chiesa, che secondo testimonianze del Quattrocento era ricca di 180 colonne di marmo di diversi colori[4], cadde in rovina e fu sostituita da una nuova cattedrale, costruita tra il 1685 ed il 1731.

In seguito al concordato fra Santa Sede e governo spagnolo del 1851, confermato dalla bolla Ad vicariam di papa Pio IX del 5 settembre 1851[5], la diocesi di Ceuta fu unita alla diocesi di Cadice, mantenendo le proprie strutture amministrative ed il capitolo della cattedrale. In realtà nessuna bolla ha mai sancito canonicamente l'unione.

Inizialmente i vescovi di Cadice si rifiutarono di prendersi carico anche della diocesi africana, che fu affidata perciò a dei vicari capitolari. Nel 1876 un primo accordo permise la nomina di amministratori apostolici residenti con carattere episcopale e con un titolo in partibus infidelium.[6] Nel 1879 i vescovi di Cadice accettarono l'incarico di amministratori apostolici di Ceuta.[7]

Il 14 aprile 1908 la prefettura apostolica del Marocco, eretta nel 1630 sui resti dell'antica sede di Tangeri, fu elevata a vicariato apostolico e di fatto cessò la giurisdizione dei vescovi di Ceuta sul suo territorio.

Diocesi di Cadice

Le origini del cristianesimo nel territorio dell'odierna diocesi si fa risalire, con tutte le dovute cautele, a sant'Isicio (o Hiscio), uno dei sette viri apostolici che secondo la tradizione portarono il vangelo nella Hispania romana. Isicio sarebbe stato il fondatore della sede episcopale di Carteya, nei pressi di Algeciras, sede che, a causa delle persecuzioni, sarebbe stata trasferita nell'entroterra ad Asidonia o Assidona, l'odierna Medina-Sidonia. Di questa diocesi si conoscono nomi di alcuni vescovi non solo in epoca visigotica, ma anche durante la dominazione araba, fino al 1145.[8]

Dopo la riconquista della città ad opera di Alfonso X, il 21 agosto 1263 fu eretta la diocesi di Cadice con la bolla Excelsum fecit di papa Urbano IV, che vi trasferì l'antico titolo vescovile di Asidonia.[9] Il fiume Guadalete divenne lo storico confine settentrionale che separò la nuova diocesi dal territorio dell'arcidiocesi di Siviglia, di cui divenne suffraganea.

La prematura morte di Urbano IV impedì la realizzazione di questa fondazione, che tuttavia fu confermata dal successore papa Clemente IV con due bolle: la prima, scritta il 2 febbraio 1266, con la quale il pontefice incaricava il vescovo di Avila Domingo Suárez di procedere all'esecuzione della bolla del suo predecessore e di erigere la diocesi di Cadice;[10]; la seconda, scritta il 25 maggio 1267, con la quale Clemente IV incarica alcuni vescovi spagnoli di procedere alla consacrazione del vescovo eletto, il francescano Juan Martínez.[11] Prima cattedrale della diocesi divenne la chiesa di Santa Croce.

Nel 1344 Alfonso XI strappò agli Arabi anche la città di Algeciras, che divenne la sede di una nuova diocesi, eretta il 30 aprile di quell'anno in forza della bolla Gaudemus et exultamus di papa Clemente VI, e unita in persona episcopi a quella di Cadice.[12] La moschea di Algeciras fu trasformata in cattedrale, con il nome di Santa Maria della Palma; fu distrutta dagli arabi, assieme a tutta la città, nel 1379. I vescovi di Cadice portarono il doppio titolo fino al 1851, quando la diocesi di Algeciras venne soppressa dal concordato.

Il 2 novembre 1589 il vescovo Antonio Zapata Cisneros istituì a Cadice il seminario diocesano, dedicato a san Bartolomeo.[13]

Il Settecento fu un secolo di grande sviluppo religioso ed ecclesiastico per la città episcopale e della diocesi. Nel 1722 il vescovo Lorenzo Armengual de la Mota diede inizio ai lavori di costruzione per la nuova cattedrale, che sarà completata nel 1832 e aperta al culto nel 1838. Nel 1749 e nel 1768 per impulso del vescovo Tomás del Valle furono istituiti rispettivamente l'ospedale delle Donne e l'ospedale di San Giovanni. Numerosi furono gli istituti religiosi che aprirono le loro residenza a Cadice con la costruzione di numerose chiese.

Nell'Ottocento, anche la diocesi di Cadice subì un periodo di crisi e di decadenza, legato in maggior parte alla caduta dell'antico regime e all'instaurarsi di un regime liberale e per lo più anticlericale. Nel 1873 il sindaco anarchico Fermín Salvochea fece chiudere alcune chiese di Cadice.

All'inizio del XX secolo il vescovo José María Rancés y Villanueva seppe dare alla diocesi un forte e moderno orientamento pastorale, puntando sulla predicazione, sulla diffusione della stampa cattolica e sull'azione sociale.

Durante la Seconda repubblica (1931) e la guerra civile (1936) molte chiese furono saccheggiate e incendiate.

A partire dal 1933 nelle fonti vaticane la diocesi appare con il nome attuale.

Nel 1980 cedette una piccola porzione di territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Jerez de la Frontera.

Cronotassi dei vescovi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Cadice

Dal 1344 al 1851 i vescovi portarono il titolo di "vescovi di Cadice e Algeciras".

Vescovi di Ceuta

Vescovi di Cadice e Ceuta

Statistiche

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 811.200 persone contava 739.000 battezzati, corrispondenti al 91,1% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 599.000 600.000 99,8 211 141 70 2.838 150 610 61
1957 565.000 573.000 98,6 257 161 96 2.198 116 908 70
1970 729.000 731.700 99,6 511 172 339 1.426 343 1.107 99
1980 707.000 757.000 93,4 222 132 90 3.184 144 810 103
1990 668.264 688.264 97,1 249 132 117 2.683 7 178 765 109
1999 684.000 708.000 96,6 241 141 100 2.838 11 150 688 109
2000 686.000 712.000 96,3 240 140 100 2.858 11 150 688 109
2001 684.000 710.000 96,3 236 136 100 2.898 11 150 688 109
2002 685.000 723.493 94,7 230 130 100 2.978 11 150 688 109
2003 692.000 724.975 95,5 236 136 100 2.932 11 150 688 109
2004 702.000 732.850 95,8 238 138 100 2.949 10 154 688 110
2006 645.000 675.320 95,5 241 141 100 2.676 9 150 688 110
2012 703.400 769.800 91,4 230 140 90 3.058 4 137 604 118
2013 704.200 770.900 91,3 228 138 90 3.088 15 114 604 118
2016 724.600 794.209 91,2 235 145 90 3.083 16 107 373 116
2019 726.800 797.800 91,1 176 147 29 4.129 13 112 344 115
2021 739.000 811.200 91,1 197 137 60 3.751 13 80 381 116

Note

  1. ^ Data riportata dagli Annuari Pontifici.
  2. ^ Dal sito ufficiale Archiviato il 3 marzo 2014 in Internet Archive. della Conferenza episcopale spagnola.
  3. ^ Dal sito ufficiale della Conferenza episcopale spagnola.
  4. ^ Pérez, op. cit., col. 255.
  5. ^ Testo della bolla in: Pii IX pontificis maximi Acta, parte I, vol. I, Roma 1854, pp. 303-341.
  6. ^ Furono due i vescovi in partibus: Ildefonso Infante y Macías, vescovo titolare di Claudiopoli di Isauria, e José Proceso Pozuelo y Herrero, vescovo titolare di Antipatride.
  7. ^ Secondo gli studi di F. Pérez e di M. J. Vilar, citati nelle fonti bibliografiche, ancora oggi i vescovi di Cadice sarebbero solo amministratori apostolici di Ceuta.
  8. ^ Manuel Barea Patrón, op. cit., pp. 19-20.
  9. ^ Mansilla, La creación del obispado de Cádiz..., p. 77. Ángel J. Sáez Rodríguez, Una sede episcopal en el Campo de Gibraltar Archiviato il 2 aprile 2019 in Internet Archive., in: Almoraima, revista de estudios campogibraltareños, n° 2, 1989, p. 38, nota 13.
  10. ^ Bulas fundacionales de la Diócesis de Cádiz (II), pp. 24 e 36-38.
  11. ^ Bulas fundacionales de la Diócesis de Cádiz (II), pp. 24 e 39-45. José Sánchez Herrero, El episcopologio medieval gaditano..., p. 446.
  12. ^ Bulas fundacionales de la Diócesis de Cádiz (III), pp. 57 e 66-72.
  13. ^ Dal sito web Archiviato il 5 aprile 2013 in Internet Archive. del seminario di Cadice e Ceuta.
  14. ^ Dopo Juan Martínez, alcuni storici inseriscono un vescovo di nome Fernando, che sarebbe menzionato in un documento del 7 marzo 1281; questo vescovo, di esistenza incerta, è escluso da tutte le altre fonti bibliografiche.
  15. ^ La sede era certamente vacante il 15 settembre successivo. Sánchez Herrero, op. cit., p. 449.
  16. ^ A questa data la sede di Cadice era vacante.
  17. ^ L'ultimo documento che menziona questo vescovo è del 23 giugno 1345.
  18. ^ La cronotassi proposta dal sito ufficiale della diocesi inserisce tra Gonzalo González e Rodrigo de Alcalá un vescovo di nome Juan (1380-1383).
  19. ^ (ES) Biografia di Alonso Pérez de Humanares.
  20. ^ (ES) Biografia di Antonio Ibarra.

Bibliografia

Diocesi di Cadice

Diocesi di Ceuta

Voci correlate

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