Le elezioni primarie in Italia sono uno strumento elettorale atto alla scelta di candidati interni a un partito politico o a una coalizione.
In Italia questo tipo di selezione è relativamente acerba, essendo stata utilizzata per la prima volta soltanto all'inizio del XXI secolo.
Dopo alcuni sporadici episodi negli anni ottanta e novanta, questo tipo di competizioni primarie sono state promosse nel sistema politico italiano da Romano Prodi e Arturo Parisi nella primavera del 2005, quando in occasione delle imminenti elezioni regionali la coalizione di centro-sinistra, L'Unione, delegò i suoi potenziali elettori di decidere sulla scelta dei candidati a Presidente della giunta regionale di Puglia e Calabria. In quello stesso frangente, un altro tipo di elezione primaria venne organizzata dai Democratici di Sinistra per selezionare i candidati al Consiglio regionale della Toscana.
Tuttavia, il primo importante esempio di elezione primaria – svolto su scala nazionale e indirizzato a tutti gli elettori italiani di centro-sinistra – ebbe luogo il 16 ottobre dello stesso anno, quando L'Unione chiese ai suoi elettori di scegliere il candidato alla Presidenza del Consiglio dei ministri per le future elezioni politiche; la consultazione conferì l'incarico a Romano Prodi. Dopo il successo delle primarie nazionali del 2005, negli anni seguenti i partiti e le coalizioni di centro-sinistra hanno iniziato a fare largo uso di questo meccanismo per selezionare i loro candidati, anche a livelli politici locali.
I partiti e le coalizioni di centro-destra, invece, hanno raramente utilizzato tale strumento per la selezione dei candidati, anzi rifuggendo da esso in molti casi. Nella Casa delle Libertà, l'adozione del metodo delle primarie fu chiesta dal leader dell'UDC, Marco Follini – specialmente per il candidato alla Presidenza del Consiglio da presentare alle politiche 2006; dopo una serie di discussioni interne alla coalizione, la proposta svanì (dopo le consultazioni elettorali, Follini passò al nascente Partito Democratico). Un successivo tentativo di indire primarie di centro-destra in vista delle politiche 2013, portato avanti dal segretario del Popolo della Libertà Angelino Alfano,[1] venne fermato dalla ricandidatura di Silvio Berlusconi.[2] La Lega Nord organizzò elezioni primarie, riservate ai soli iscritti al partito con almeno un anno di militanza, il 7 dicembre 2013 per eleggere il nuovo segretario federale del partito, Matteo Salvini.[3] L'anno successivo Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale, il 22 e 23 febbraio, mise in piedi delle primarie nazionali, aperte a tutti i cittadini dell'Unione Europea a partire dai sedici anni d'età, per la scelta del proprio presidente, dei grandi elettori delegati al congresso nazionale e del nuovo simbolo, vinte da Giorgia Meloni.
Non ci sono leggi a livello nazionale per regolamentare le elezioni primarie. Con l'eccezione delle elezioni regionali in Toscana (descritte in seguito), sono i singoli partiti o coalizioni a decidere da soli le regole per le proprie primarie; le stesse forze politiche si fanno carico di tutta l'organizzazione, inclusi l'allestimento dei seggi e il conteggio dei risultati. Si registrano esperienze di primarie in forma aperta (tra cui le primarie nazionali, sia dell'Unione che del Partito Democratico, e varie primarie a livello regionale o comunale), con l'ammissione al voto di ogni elettore dichiarato e - anche se privi dell'elettorato attivo - dei cittadini stranieri regolarmente residenti e dei sedicenni che affermino di riconoscersi nella proposta politica, così come casi di primarie ristrette agli iscritti dei partiti (Lega Nord).
Nel 2012, il Partito Democratico ha deciso di trasferire nel proprio Statuto per le elezioni primarie le modalità di voto e scrutinio previste dalla legge italiana.
Il 17 dicembre 2004 la Regione Toscana aveva approvato una legge[4] (nota come legge 70, abrogata nel 2014) che consentiva ai partiti di indire elezioni primarie ufficiali per scegliere i propri candidati, proponendo anche una comune regolamentazione dello svolgimento e delegandone l'organizzazione e la gestione alla Regione e ai comuni, in modo simile alle elezioni regionali. Hanno usufruito di questa opportunità le seguenti forze politiche:
Il 17 agosto 2009 la Regione Calabria ha approvato una legge che consente formalmente ai partiti di indire elezioni primarie per la cernita dei loro candidati, proponendo anche una comune regolamentazione dello svolgimento e delegandone l'organizzazione e la gestione alla Regione e ai comuni similmente alle elezioni regionali.
Dove non altrimenti indicato, le elezioni primarie elencate qui di seguito si sono svolte secondo il metodo della primaria aperta[7]:
Data | Partito/Coalizione | Carica | Vincitore | Elettori | Note |
---|---|---|---|---|---|
11 gennaio 2020 | Centro-sinistra | Candidato Presidente della Regione Puglia | Michele Emiliano | 80.000 oltre | [23] |
12-13 giugno 2021 | Centro-sinistra | Candidato Sindaco di Torino | Stefano Lo Russo | 11.325 | |
20 giugno 2021 | Centro-sinistra | Candidato Sindaco di Bologna | Matteo Lepore | 45.000 circa | [24] |
Candidato Sindaco di Roma | Roberto Gualtieri | 27.000 circa | [24][25] | ||
28 marzo 2022 | Centro-destra | Candidato Sindaco di Frosinone | Riccardo Mastrangeli | 2.865 | [26] |
23 luglio 2022 | Centro-sinistra | Candidato Presidente della Regione Siciliana | Caterina Chinnici | 30.640 | [27][28] |
26 febbraio 2023 | Partito Democratico | Segretario nazionale del Partito Democratico | Elly Schlein | 1.092.042 | vedi voce |