Johan Huizinga

Johan Huizinga (pronuncia olandese [ˈjoːɦɑn ˈɦœy̯zɪŋɣaː]) (Groninga, 7 dicembre 1872Arnhem, 1º febbraio 1945) è stato uno storico e linguista olandese.

Considerato uno degli storici più importanti del XX secolo, Huizinga ha svolto studi sul Medioevo e la storia moderna, lasciando contributi anche alla linguistica, all'estetica e ad altri ambiti del sapere umano.

Biografia

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Foto di Huizinga

Huizinga nacque in una famiglia di religione mennonita, e studiò dapprima al liceo di Groninga, poi all'Università di Lipsia e infine di nuovo a Groninga, dove si laureò in lettere con una tesi sulla letteratura sanscrita.[1]

Dal 1897 insegnò storia in un liceo di Haarlem, nell'Olanda settentrionale, dal 1903 letteratura indiana all'Università di Amsterdam, e, infine, dal 1915 al 1942, storia generale all'Università di Leida.[2]

La carriera di Huizinga, come studioso e scrittore, fu incentrata prevalentemente sulla storia del suo Paese e dell'Europa; in particolar modo Huizinga approfondì gli elementi estetici presenti nella storiografia e la condizione umana nei periodi di transizione, oltreché le origini del suo popolo e della cultura olandese ed i legami tra la cultura, l'etica, la morale medioevale e quella del Quattrocento. Tutte queste tematiche vennero raccolte nel libro Herfsttij der Middeleeuwen (Autunno del Medioevo, 1919), che assieme ad altri importanti saggi sul XV, XVI e XVII secolo, divenuti col tempo dei veri e propri classici, lo fecero conoscere ai lettori europei.[1]

Tra le opere successive, Huizinga scrisse una biografia di Erasmo da Rotterdam, intitolata Erasmus (1924), ma, a partire dal libro Cultuurhistorische verkenningen (Esplorazioni nella storia della cultura, 1929), volse la sua attenzione prevalentemente all'instaurazione delle dittature europee della prima metà del Novecento, focalizzandosi sulle tendenze storiografiche a lui contemporanee, quali la ricerca e l'esaltazione dei miti, oppure sulla modifica del senso etico e morale a causa dell'ascesa dei nazionalismi, tema centrale del saggio In de schaduwen van morgen (Nelle ombre del domani, 1935).

Subendo l'influenza di Georg Simmel, attribuiva molta importanza, nell'analisi storica, sia ai movimenti spirituali e filosofici, sia agli elementi antropologici e psicologici. Già dalle opere del periodo giovanile, Huizinga si caratterizzò per la brillantezza e fluidità dello stile e l'acutezza e sensibilità dei contenuti.[1]

Durante l'occupazione tedesca dei Paesi Bassi, dal 1940 in poi, Huizinga sostenne il valore della libertà soprattutto per la ricerca scientifica. Per questo fu arrestato dai tedeschi nel 1942 e tenuto prigioniero a De Steeg, una località nei pressi di Arnhem, fino alla morte, avvenuta il 1º febbraio 1945.

Opere

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Note

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  1. ^ a b c Le Muse, vol. 6, Novara, De Agostini, 1965, p. 19.
  2. ^ Johan Huizinga, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 6 agosto 2016.

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