Mazzarino comune | |
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Piazza Vittorio Veneto | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Libero consorzio comunale | Caltanissetta |
Amministrazione | |
Sindaco | Vincenzo Marino (lista civica) dal 27-5-2014 (2º mandato dal 30-4-2019) |
Territorio | |
Coordinate | 37°18′N 14°12′E / 37.3°N 14.2°E |
Altitudine | 553 m s.l.m. |
Superficie | 295,59 km² |
Abitanti | 10 963[1] (31-10-2022) |
Densità | 37,09 ab./km² |
Comuni confinanti | Barrafranca (EN), Butera, Caltagirone (CT), Caltanissetta, Gela, Niscemi, Piazza Armerina (EN), Pietraperzia (EN), Ravanusa (AG), Riesi, San Cono (CT), San Michele di Ganzaria (CT), Sommatino |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 93013 |
Prefisso | 0934 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 085009 |
Cod. catastale | F065 |
Targa | CL |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 544 GG[3] |
Nome abitanti | mazzarinesi |
Patrono | Maria Santissima del Mazzaro |
Giorno festivo | terza domenica di settembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Mazzarino nel libero consorzio comunale di Caltanissetta | |
Sito istituzionale | |
Mazzarino (Mazzarinu in siciliano) è un comune italiano di 10 963 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Caltanissetta in Sicilia.
Mazzarino sorge su un altipiano alle pendici dei monti Erei, nell'entroterra dell'area sud-orientale della provincia nissena che si affaccia sulla piana di Gela.
Il centro abitato è posto a 553 metri s.l.m., nella Sicilia centro-meridionale; e dista 32 km da Gela, 36 km da Caltagirone, 93 km da Agrigento, 44 km da Caltanissetta, 53 km da Enna, 99 km da Ragusa e 113 km da Catania.
Il territorio comunale comprende due exclave: Brigadieci, ad ovest, confinante con Butera, Riesi e l'agrigentino; Gallitano a nord-ovest, confinante con Caltanissetta, Riesi e l'ennese.
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Mazzarino.
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In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +7,2 °C; quella del mese più caldo, luglio, è di +25,3 °C.
Numerose fonti fanno derivare il nome Mazzarino da Mazzara per deformazione dall'antico toponimo Maktorion (mattatoio). Maktorion (o Maktorium) sarebbe stato un centro indigeno ellenizzato (greco: Μακτώριον), citato da Erodoto (VII, 53) e che è stato identificato con i resti venuti alla luce nei pressi di Monte Bubbonia, nel territorio di Mazzarino, scavati da Paolo Orsi nei primi del Novecento.
Il centro attuale, invece, si formò in età medievale, nelle adiacenze di un castello edificato tra il XI e XIV.
Nel 1090, in epoca normanna, successivamente alla cacciata degli Arabi dalla Sicilia, la città di Mazzarino venne infeudata e concessa in signoria all'aleramico Enrico del Vasto da parte del Gran Conte Ruggero I d'Altavilla[4].
Enrico del Vasto arrivato in Sicilia, insieme molti suoi conterranei della Marca Aleramica, per aiutare il condottiero normanno Ruggero d'Altavilla nelle ultime e decisive fasi della guerra contro gli arabi, divenne personaggio di spicco alla corte normanna, allorquando la sorella Adelaide del Vasto sposò il conte Ruggero, oltreché per i vasti possedimenti familiari tra Piemonte e Liguria.
Gli aleramici al seguito di Enrico costituirono il primo flusso migratorio di lombardi (in realtà piemontesi e liguri), che ripopolarono alcuni dei centri della Sicilia centrale, tra cui Mazzarino, Aidone e Piazza Armerina tra l'XI e il XIII secolo. I normanni, infatti, favorirono una politica d'immigrazione della loro gentes, proveniente dalla Francia e dall'Italia settentrionale, attraverso la concessione di privilegi feudali, con l'obiettivo di rafforzare il "ceppo franco-latino" che in Sicilia era minoranza rispetto ai più numerosi greco-bizantini e arabo-saraceni[5].
Un diploma del 1143, allorquando signore di Mazzarino divenne Manfredo del Vasto, nipote di Enrico, e figlio di Simone, stabilì la concessione alla Diocesi di Siracusa dei proventi e delle rendite derivanti da questo Stato, come ulteriormente confermato da lettere del 1157 sottoscritte dal medesimo feudatario[6].
Nel 1143 l'aleramico Manfredi, divenne pertanto il primo signore di Mazzarino.
Epoca aragonese
I discendenti di Manfredi del Vasto col tempo patronimizzarono il nome con quello del loro feudo.
La famiglia conservò il possesso della baronia di Mazzarino fino al 1286, allorquando re aragonese Giacomo I di Sicilia la confiscò al barone Giovanni, poiché accusato di aver cospirato assieme ad Alaimo da Lentini ed allo zio Adenolfo di Mineo contro la Corona d'Aragona, quando al trono del regno di Sicilia sedeva Pietro il Grande.
Il barone di Mongialino, insieme agli altri due imputati di tradimento, venne condannato a morte nel 1287 e gettato in mare.
Con privilegio dato il 31 luglio 1288 il sovrano aragonese concesse la signoria di Mazzarino al nobile messinese Vitale di Villanova.
Nel 1324 il nobile piacentino Raffaele Branciforte sposa Graziana, figlia di Calcerando di Villanova, signore di Mazzarino.
Nel 1393 la contea di Grassuliato venne data in feudo a Nicolò Branciforti, barone di Mazzarino.
La signoria di Mazzarino passò successivamente ai Branciforte, famiglia di origine piacentina, attraverso il matrimonio tra Graziana Villanova Palmerio, figlia di Calcerando, con il miles Raffaele Branciforte, figlio di Stefano, Maestro razionale del Regno, che prese investitura del feudo con privilegio del re Federico III di Sicilia il 4 aprile 1325. Al territorio venne successivamente annesso il castello di Grassuliato, confiscato a Ruggero Passaneto, ed assegnato a Niccolò Branciforte degli Uberti nel 1392[6].
I Branciforte ebbero il possesso della Contea di Mazzarino fino all'abolizione del feudalesimo avvenuta nel Regno di Sicilia nel 1812, a seguito della promulgazione della Costituzione siciliana concessa dal re Ferdinando III di Borbone. I Principi di Butera si estinsero a metà XIX secolo, con l'ultima erede del casato, Stefania Branciforte Branciforte (1788-1843), che nel 1805 sposò Giuseppe Lanza Branciforte, ed in conseguenza di ciò tutti i titoli e beni della famiglia Branciforte, tra cui il titolo di Conte di Mazzarino e Grassuliato, pervennero ai Lanza.[7]
Infine nel 1818, Mazzarino fece parte della provincia di Caltanissetta.
Lo stesso argomento in dettaglio: Branciforte.
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La città di Mazzarino tra il XVI e il XIX secolo fu la capitale di un'entità feudale denominata Contea di Mazzarino e Grassuliato (in latino Comitatus Mazarini et Grassuliatum, in spagnolo Condado de Mazarino y Grassuliato), nota semplicemente come Contea di Mazzarino (o di Mazarino)[8] .
Mazzarino fu elevata a rango di contea con Niccolò Melchiorre Branciforte Rosso, che con privilegio dato dal re Ferdinando II d'Aragona il 21 febbraio 1507, esecutoriato il 30 marzo dell'anno medesimo, fu investito del titolo di I conte di Mazzarino[6].
La Contea di Mazzarino rappresentò sino alla seconda metà del XIV secolo il principale possedimento feudale dei Branciforte.
Fabrizio Branciforte Barresi, V conte di Mazzarino, nel 1580 ereditò dal prozio materno Francesco Santapau Branciforte il Principato di Butera, di cui ebbe investitura nel 1591[6]. A seguito di ciò i Branciforte si fregiarono del titolo di Principi di Butera, ma ciò nonostante si stabilirono a Mazzarino. In particolare Giuseppe Branciforte, V principe di Butera cambiò l'assetto urbanistico del borgo, conferendogli un aspetto barocco. Vi fece edificare il palazzo baronale, nonché i principali edifici di culto, quali la chiesa e convento di Santa Maria del Carmelo, la chiesa del Santo Spirito e la chiesa di Sant'Anna[9].
Il suo territorio corrispondeva all'odierno comune di Mazzarino.
Lo stesso argomento in dettaglio: Contea di Mazzarino.
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Il principe Carlo Maria Carafa Branciforte, succeduto allo zio don Giuseppe Branciforte, tra il 1675 e il 1695, ebbe ruolo centrale nel contribuire a conferire alla cittadina di Mazzarino, che elesse a residenza abituale, uno sviluppo urbanistico tardo-barocco. Ne sono testimonianza i numerosi edifici religiosi con annessi monasteri fatti edificare o portati a compimento dallo stesso principe. Diversi ordini monastici, in quel periodo, si stabilirono nella città di Mazzarino. Il Carafa fece ampliare la dimora dei Branciforte, fondò nella cittadina un teatro e due tipografie, impiantate per la diffusione di pensieri e idee novatrici. Fece giungere a Mazzarino nobili e facoltosi proprietari, finanzieri pisani, genovesi e di altre città, richiamati dai vivaci commerci, mercanti catalani attratti soprattutto dal commercio del grano, umanisti, artisti, ma anche abili artigiani della pietra, del legno e del ferro.[8].
Lo stesso argomento in dettaglio: Carlo Maria Carafa.
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Mazzarino nel 2007 è stata dichiarata "Città d'Arte" per la presenza di numerose chiese barocche.
Lo stemma comunale è stato concesso con D.P.R. del 5 settembre 1995.[10]
«D'argento, al fascio consolare, di rosso, rovesciato, munito della scure d'oro, con il taglio posto a sinistra, il fascio attraversato dalla banda diminuita, di azzurro, caricata da tre stelle di sei raggi d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.»
Lo stemma del comunale riprende quello della famiglia Mazzarino.[4]
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Il Duomo di Santa Maria della Neve è la chiesa madre e l'Arcipretura della città di Mazzarino.
Fu edificato a partire dal 1694 sull'area dove prima sorgeva una chiesa risalente al XV secolo dedicata a Santa Maria della Neve, danneggiata dal terremoto del 1693.
Il progetto della nuova madrice, voluta dal principe Carlo Maria Carafa, venne affidato all'architetto gesuita Angelo Italia.
II progetto originario, che prevedeva un'unica navata con volta a botte di grandi dimensioni, venne riformato per volontà testamentaria del principe Carlo Maria Carafa, che dispose la trasformazione dell'impianto in a tre navate e il ribassamento della volta, che venne operata dall'architetto Giuseppe Ferrara e dal capomastro mazzarinese Matteo Buccola. Le modifiche si resero necessarie a causa delle difficoltà tecniche e finanziarie e alla prematura scomparsa del finanziatore. La facciata in pietra arenaria intagliata, in stile tardo-barocco è rimasta in parte incompleta.
L'interno venne completato nel 1872 dopo diverse interruzioni. Il Duomo di santa Maria della Neve è la chiesa madre della città dal 1763. [8].
Lo stesso argomento in dettaglio: Duomo di Santa Maria della Neve.
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La prima chiesa venne eretta intorno al 1125 dal conte aleramico Enrico di Lombardia in seguito al ritrovamento dell'icona della Vergine Maria santissima del Mazzaro. La suddetta chiesa venne successivamente ampliata dal conte Manfredi del Vasto nel 1154. Avendo subito gravi danni a causa dal terremoto del 1693, venne ricostruita, per volontà del Frate cappuccino Ludovico Napoli grazie al contributo di tutto il popolo mazzarinese a partire dal 1739.
La basilica è suddivisa in tre navate, con pareti e le volte decorate con stucchi in stile tardo barocco siciliano su progetto dell'architetto Natale Bonajuto da Siracusa[11].
Lo stesso argomento in dettaglio: Basilica santuario di Maria Santissima del Mazzaro.
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L'ex chiesa di Sant'Ignazio di Loyola e l'annesso collegio dei Padri Gesuiti costituiscono un ex complesso monumentale monastico fondati dal principe di Butera e conte di Mazzarino, don Carlo Maria Carafa Branciforte nel 1694, al fine di poter accogliere nella cittadina la Compagnia di Gesù. La struttura, secondo le fonti pervenute, fu progettata dall'architetto gesuita Angelo Italia, con la collaborazione del Carafa. A seguito della morte prematura del principe e a seguire dello stesso Italia, i lavori di costruzione furono portati a termine sotto la supervisione di fra Michele da Ferla[9]. La struttura è un tipico esempio di architettura tardo - barocca del Val di Noto affermatasi dopo il terremoto del 1693.[8]
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola (Mazzarino).
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La chiesa di Santa Maria del Carmelo e l'ex convento dei Padri Carmelitani costituiscono un complesso monumentale monastico edificato nel corso del 1600 per volere del conte Giuseppe Branciforte e portati a termine dal Priore carmelitano Marco Ferranti. Il Conte Giuseppe Branciforte dal 1664 al 1675, accrebbe la chiesa delle tre cappelle maggiori, al centro delle quali fece erigere la cupola dedicata a Santo Stefano. Fece, inoltre, decorare le stesse con balaustrate in marmo intarsiato, e a traforo. Fece, inoltre, costruire l'altare maggiore in marmi policromi intarsiati, adornato ai lati da due statue in marmo che rappresentano la Fede e la Speranza e due putti, sculture di scuola palermitana[9].Nei transetti sono ubicati i sarcofagi marmorei del Principe Giuseppe Branciforte-Branciforte e della moglie Agata Branciforte-Branciforte
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa del Carmine (Mazzarino).
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L'impianto originario della chiesa risale al X-XI secolo, ovvero al periodo successivo alla riconquista normanna della Sicilia, e alla cacciata degli arabi, essa, infatti, fu fondata dagli aleramici divenuti signori della città di Mazzarino, come riporta lo storico Ingala, al fine di ripristinare il culto cristiano[9]. Secondo le fonti la chiesa era in stile siculo-normanno, con archi a sesto acuto. Essa subì ingenti danni e crolli a causa del terremoto del 11 gennaio del 1693 e venne ricostruita dalla fondamenta nel 1756 per volontà e voto del Marchese Filippo Bivona, originario di Messina, trasferitosi a Mazzarino per sfuggire alla peste del 1743[9].
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa del Santissimo Crocifisso dell'Olmo.
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Con annesso convento dei Cappuccini; eretta intorno al 1120, vi si venerava la Madonna delle Grazie e poi fu dedicata a San Francesco d'Assisi. La costruzione del convento fu voluta e finanziata nel 1574 dal barone Pietro Rivalora.
Lo stesso argomento in dettaglio: Convento dei Cappuccini (Mazzarino).
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La chiesa ha origini molto antiche; sorse, infatti, intorno al XIV secolo, accanto ad un convento di Padri Conventuali. Come riporta l'Ingala, prima del 1606, la chiesa era dedicata a Maria Santissima della Catena, allorquando i padri conventuali, che officiavano nel convento annesso, fecero dipingere la grande pala d'altre al pittore fiorentino Filippo Paladini raffigurante l'immacolata concezione e San Francesco d'Assisi che intercede per le anime purganti,[9] ove lo stesso pittore si autoritrae col saio francescano e mostra la scritta: «Filippus Paladini Florentinus pingebat, anno 1606.». Nel 1604 vi fu istituita la Congregazione dei Figli di Maria Immacolata, cui fece parte anche il Conte Giuseppe Branciforte. Tra i doveri delle congregazione vi era quello di festeggiare la solennità dell'immacolata Concezione[9].
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa dell'Immacolata Concezione (Mazzarino).
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La chiesa venne eretta nel 1480 per volontà del nobile mazzarinese Antonio Alegambe e venne inizialmente dedicata a Santa Maria del Soccorso. L'edificio di culto è annesso all'ex convento dei Frati Domenicani (ventiseiesima istituzione dell'ordine in terra di Sicilia fondata nel 1518[12]); La chiesa al suo interno, riccamente decorata con stucchi in stile barocco, ospita la statua di Maria SS. del Rosario la cui festa ricade nella prima domenica di ottobre e un pregevole simulacro del cristo morto in pelle di antilope africana[9]. L'altare maggiore riccamente decorato con stucchi espone una grande e pregevole pala d'altare raffigurante la vergine del Rosario, opera del pittore fiorentino Filippo Paladini del 1608,che ai piedi della Vergine volle dipingere se stesso a mani giunte, vestito col saio domenicano. In basso, ai piedi della Vergine si legge: Filippus Paladini Pn, ex devotio Pasca. Rondello 1608.[8] La chiesa presenta una sola navata.
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Domenico (Mazzarino).
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L'origine della chiesa di Santa Lucia è sconosciuta, tuttavia stando alla storiografia pervenutaci, si sostiene che sia stata eretta intorno XV secolo, e che fosse annessa ad un convento di monaci benedettini. Nel corso del '700 fu ristrutturata ad fundamenta dal sac. Antonio Zanchì.[9] Venne eretta parrocchia nel 1923.
La chiesa è ad unica navata con prospettiva rivolta ad occidente, presenta un grande portone di ingresso con arco a tutto sesto, sormontato da un timpano semicircolare, al di sopra del quale si apre una finestra rettangolare con cornice in pietra intagliata e timpano spezzato. Completano la prospettiva nel fastigio sommitale una trabeazione e un timpano triangolare. Gli interni sono decorati con stucchi in stile tardo-barocco[8].
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Santa Lucia (Mazzarino).
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Ebbe origine da un fatto accaduto alla vista di tutti nel 1638, quando nella casa di un certo Giuseppe Peloso, si vede lacrimare un quadro della Santa Vergine. La casa venne demolita e dalle sue ceneri, per volere del popolo e per carità del conte Giuseppe Branciforte, fu eretta la chiesa attuale avente forma circolare, a tre navate, secondo la tradizione del diametro della cupola di San Pietro a Roma. Vi si venera Santa Rita la cui festa ricorre nel mese di maggio.
Con annesso convento, si presenta con una sola navata. Eretta nel 1425 e dedicata a Sant'Ippolito, annesso alla chiesa, nel 1573, venne costruito il convento di Santa Maria del Gesù, da cui prese il nome tutto il complesso. La sua erezione a parrocchia avvenne nel 1943.
Eretta intorno all'XI secolo nelle vicinanze dell'antica Mazzarino, vi si celebra la Santa Messa una volta l'anno, il 2 luglio. Nel 1973 vennero rubati il Crocifisso e un quadro della Madonna di pietra di gesso, risalente quest'ultima alla stessa epoca di erezione della chiesa, ove erano impressi dei geroglifici greci.
La chiesa dello spirito Santo venne eretta nel XVI secolo per volontà del conte Giuseppe Branciforte, è ad unica navata, la facciata è in blocchi di pietra squadrati, ai lati presenta due semi colonne che sorreggono il cornicione di finimento, alla sommità si trova la vela campanaria tripartita sormontata da un timpano semicircolare. Nel 1680 il principe Carlo Maria Carafa vi istituì la confraternita dell'addolorata.
La chiesa di San Giuseppe risale al XVI secolo, è ad unica navata, ha un artistico campanile con griglia conica in mattoni maiolicati policromi.
L'edificio venne eretto nel 1812 con fondi raccolti tramite pubblica beneficenza, per riparare durante il Venerdì Santo i Simulacri protagonisti dei Misteri Pasquali.
Venne eretta nel VI-VII secolo quando Macharina (attuale Mazzarino) era ubicata nella pianura, è considerata la prima chiesa della Mazzarino medievale sino all'anno mille.
L'impianto della chiesa risale al IV-V secolo dopo Cristo. Anticamente era dedicata a Sant'Agata oggi vi si venera il Santissimo Crocifisso detto dei Miracoli. Lo stile originario dell'edificio era quello tipico greco-bizantino con tre navate, la chiesa nel corso dei secoli ha subito diversi rimaneggiamenti, in particolare nel corso dell'800 allorquando venne ricostruita la prospettiva e la chiesa arricchita degli stucchi interni ad opera dei fratelli Fantauzzi. Nel 1865 fu edificato il campanile.
Questa chiesa fu la prima "Madrice" della Città di Mazzarino[9].
La chiesa di san Francesco di Paola è attualmente annessa alla ex Casa del Fanciullo Boccone del Povero.
La chiesa, secondo le fonti, venne edificata nel XIII secolo, come cappela palatina ed era attigua ad un convento di padri eremiti.
L'edificio presenta tipici elementi architettonici d'arte medievale. L'edificio è prospiciente l'antico castello (U Cannuni).
Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Mazzarino.
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'U Cannuni è il castello di Mazzarino (nome reale non conosciuto); Fortezza militare di origine normanna, edificata intorno al XII secolo, conserva un'unica torre superstite di forma cilindrica e alcune pareti. Sono ancora visibili le grandi finestre che illuminavano gli ambienti, i camini scavati nella spessa muratura e alcune stanze della torre. Fu dapprima una avamposto militare, per essere trasformato, successivamente, nella residenza dei signori della città: I conti di Mazzarino. Venne progressivamente abbandonato già nel corso nel 1500, a causa della frane che interessarono la zona, e per la costruzione del nuovo palazzo dei principi di Butera, nel centro dell'attuale abitato[9].
Un altro castello, sempre in territorio di Mazzarino visibile percorrendo la vecchia strada per Catania, in contrada Salomone, è il Castello di Garsiliato o Grassuliato, di cui restano pochi ruderi e le antiche cisterne interrate.[9]
L'area archeologica rinvenuta nei pressi del fiume Nociara o Gela, a confine con il territorio comunale di Piazza Armerina, era una antica statio di epoca tardo-antica, lungo l’itinerario stradale che collegava Catania ad Agrigento (itinerarium antonini) e subì notevoli trasformazioni nelle epoche successive fino a scomparire nel XIII secolo.
Gli scavi condotti negli anni hanno riportato alla luce architetture (la domus gentilizia, l'impianto termale e, nella necropoli, la basilica) e materiali che ne confermano la continua esistenza dall’epoca arcaica (VI sec. a.C.) fino a quella federiciana, cioè per circa duemila anni.[13][5]
l'area archeologia nei pressi del monte Dissueri conserva necropoli preistorica "a grotticelle".
L'area archeologica rinvenuta da paolo Orso nei primi del novecento sulle pendici di Monte Bubbonia, presenta, secondo l'archeologo Orlandini i resti dell'antica città sicula di Maktorion, città abitata da popoli indigeni ed ellenizzata da greci nel V-VI secolo avanti cristo e citata da Erodoto nelle sue Storie[14].
Abitanti censiti[16]
Lo stesso argomento in dettaglio: Lingua siciliana.
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Oltre alla lingua ufficiale italiana, a Mazzarino si parla la lingua siciliana nella sua variante metafonetica centrale.
È un centro prevalentemente agricolo, notevole è la produzione di grano, mandorle, uva, olive e carciofo. Molto importante è inoltre l'allevamento di ovini; e l'artigianato, e in particolar modo la lavorazione del legno e del marmo. In passato si estraeva zolfo dalla Solfara Bubonia.
Riti del Venerdì Santo e della Domenica di Pasqua.
Il giorno del venerdì santo si susseguono per l'intera giornata momenti che rievocano la passione di Cristo con la processione dei simulacri del Cristo carico della croce, dell'Addolorata, della Veronica e di San Giovanni apostolo.
A mezzogiorno nella piazza principale avviene l'incontro tra la San Giovanni Apostolo, la Vergine Addolorata e il Cristo carico della croce, segue quello con la veronica. La processione dei simulacri prosegue, quindi, sino al calvario, in cui viene rievocata la crocifissione. La sera, invece, ha luogo la deposizione di Gesù dalla croce e la processione del Cristo morto adagiato nell'urna di cristallo, fin verso la chiesa di San Domenico.[8]
La domenica di Pasqua, a mezzogiorno, in piazza Madrice, innanzi il Palazzo dei Principi di Butera, si volge " a giunta", ovvero l'incontro festoso tra il Cristo risorto e la Vergine Maria, tra gli apostoli, San Pietro e Paolo, e gli stendardi delle diverse confraternite cittadine[9].
La festa esterna del Santissimo Crocifisso dell'Olmo, compatrono della città, ricorre, annualmente, la seconda domenica di maggio.
L' antico Crocifisso, scolpito in legno di cipresso, risalente all'epoca normanna, alto circa un metro, viene collocato su un fercolo in legno e ferro battuto dorato (detta a vara), realizzata alla fine del '600, da cui si dipartono quattro travi in legno (dette "baiarde").
Il fercolo, pesante circa 15 quintali, è portato a spalla da oltre cento confrati dell'omonima confraternita, vestiti soltanto con un camice bianco e scalzi, come da tradizione secolare, in segno di penitenza e ringraziamento.
L'origine della festa, infatti, risale al 1693, come ringraziamento e gratitudine della cittadinanza, e dei Conti di Mazzarino, per la divina protezione e lo scampato pericolo in seguito al disastroso terremoto del Val di Noto.
Lungo il tragitto della processione, il fercolo viene ricoperto da migliaia di collane di margherite gialle, lanciate dai fedeli in segno di devozione, che, aumentandone il peso, conferiscono il caratteristico movimento sussultorio e ondulatorio all'andatura della vara[8].
La processione si snoda lungo le vie antiche della cittadina ed è seguita da numerosi fedeli provenienti anche dai paesi limitrofi che compiono il cosiddetto "viaggiu o Signuri", alcuni dei quali, scalzi, per devozione o grazia ricevuta[9].
Dal 1814 il santissimo Crocifisso dell'olmo è compatrono della città di Mazzarino allorquando la Madonna del Mazzaro, venne proclamata patrona della città.
Sin dal ritrovamento dell'icona, nel 1125, la Madonna delle grazie detta anche del "Mazzaro", è venerata come patrona della città di Mazzarino.
Con decreto della Sacra Congregazione dei riti del 18 settembre 1814, la Madonna del Mazzaro, venne proclamata ufficialmente patrona della città di Mazzarino assegnandole la terza domenica di settembre per la ricorrenza della festa patronale, come da antica consuetudine.
Il decreto venne successivamente approvato con Breve pontificio il 6 settembre del 1834.
I solenni festeggiamenti in onore della patrona, ricorrono, annualmente, la terza domenica di settembre[9].
La processione della statua lignea di Maria Santissima del Mazzaro, collocata su una vara argentea (dal peso di circa 16 quintali) e portata a spalla da oltre cento confrati, vestiti di un camice azzurro, si snoda a partire dal tardo pomeriggio, e fino a la tarda serata, lungo il corso Vittorio Emanuele, addobbato per l'occasione con luminarie.
La processione domenicale è preceduta, nel primo pomeriggio, dalla tradizionale processione della Madonnina detta dal popolo "a dumannareddra", scortata dagli stendardi e da cavalli bardati, che percorre le vie del centro storico per la raccolta delle offerte (voti) in natura costituiti da frumento, fave e mandorle, offerti alla confraternita in segno di devozione.
In coincidenza dei giorni della festa patronale lungo il corso principale si svolge la tradizionale fiera di settembre.
La festa patronale è preceduta dal solenne novenario in onore di Maria Santissima del Mazzaro[8].
Processione della statua di Maria santissima del Rosario dalla chiesa di San Domenico.
L' 8 dicembre di ogni anno in occasione della solennità dell'Immacolata Concezione si svolge processione della settecentesca statua lignea di Maria Santissima Immacolata per le vie del centro storico della città, portata a spalla dai membri dalla Confraternita "Figli di Maria SS. Immacolata". Nei dodici giorni che precedono la festa, prima della messa vespertina, in chiesa, viene cantato il tradizionale "stellario", ovvero l'inno di preghiera in preparazione alla festività.
Anticamente, il giorno della festa, in serata a conclusione della processione, innanzi al sagrato della chiesa, si dava fuoco a "u pagghiaru" , ovvero al falò, formato da cataste di legna, paglia e residui della potatura di ulivi, che i cittadini e bambini contribuivano a formare nei giorni precedenti la festa[9]. Tradizionalmente in occasione della festività dell'Immacolata si prepara il tipico "muffoletto" dolce mazzarinese.
Dal 2022 la città fa parte del progetto del Primo parco mondiale dello stile di vita mediterraneo insieme ad altre 103 città della Sicilia centrale.
Il Primo parco mondiale dello stile di vita mediterraneo o anche Primo parco mondiale policentrico e diffuso dello stile di vita mediterraneo è un progetto di sviluppo territoriale di area vasta che, grazie ad un patto di comunità riesce a coinvolgere circa 300 partner pubblici, privati e sociali, che insistono nei territori dei Peloritani, Madonie, Sicani, sul versante occidentale dell'Etna, e dell'altipiano degli Iblei, tutti nella Sicilia centrale, in territori e comuni presenti nei territori del nisseno, dell'agrigentino, dell'ennese, del palermitano e del catanese.[17]
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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8 giugno 1989 | 18 giugno 1990 | Salvatore Impaglione | Democrazia Cristiana | Sindaco | [18] |
18 giugno 1990 | 14 ottobre 1992 | Salvatore Impaglione | Democrazia Cristiana | Sindaco | [18] |
2 dicembre 1992 | 7 agosto 1993 | Salvatore Alessi | Democrazia Cristiana | Sindaco | [18] |
7 agosto 1993 | 6 dicembre 1993 | Cataldo La Placa | Comm. straordinario | [18] | |
6 dicembre 1993 | 1º dicembre 1997 | Rocco Anzaldi | Partito Democratico della Sinistra | Sindaco | [18] |
1º dicembre 1997 | 12 maggio 1999 | Salvatore Longone | Alleanza Nazionale | Sindaco | [18] |
12 maggio 1999 | 13 dicembre 1999 | Francesco Marsala | Comm. straordinario | [18] | |
13 dicembre 1999 | 28 giugno 2004 | Giovanni Virnuccio | centro-sinistra | Sindaco | [18] |
28 giugno 2004 | 23 giugno 2009 | Giovanni Virnuccio | centro-sinistra | Sindaco | [18] |
23 giugno 2009 | 27 maggio 2014 | Vincenzo D'asaro | centro | Sindaco | [18] |
27 maggio 2014 | 30 aprile 2019 | Vincenzo Marino | lista civica | Sindaco | [18] |
30 aprile 2019 | in carica | Vincenzo Marino | lista civica | Sindaco | [18] |