SS-1 Scud R-11M/R-17/R-17 Elbrus/R-17 VTO | |
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Un sistema missilistico Scud in posizione di lancio, base aerea RAF di Spadeadam, 2015. | |
Descrizione | |
Tipo | SBRM |
Impiego | mobile |
Sistema di guida | inerziale |
In servizio | 1957 (Scud-A) 1964 (Scud-B) 1965 (Scud-C) 1989 (Scud-D) |
Utilizzatore principale | URSS |
Esemplari | > 1.000 |
Sviluppato dal | R-1 |
Peso e dimensioni | |
Peso | 6.500 kg |
Lunghezza | 12,29 m |
Diametro | 0,88 m |
Prestazioni | |
Vettori | MAZ-543 |
Gittata | 180 km (Scud-A) 300 km (Scud-B) 600 km (Scud-C) 700 km (Scud-D) |
CEP errore massimo | 50-450 m |
Testata | singola |
Esplosivo | convenzionale, chimico. |
note | dati relativi alla versione: Scud-D |
dati tratti da: | |
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L'SS-1 Scud o R-11M (in cirillico: Р-11M, nome in codice NATO: SS-1b Scud-A), noto in alternativa come 8K11, è una famiglia di missili balistici tattici a corto raggio di fabbricazione sovietica, entrata in servizio nei ranghi delle Forze armate sovietiche a partire dagli anni cinquanta ed il cui nome in codice è divenuto, in Occidente, più noto dell'originale denominazione di progetto.
Progettato per infliggere considerevoli danni in profondità delle linee nemiche neutralizzando infrastrutture, centri industriali ed altri obiettivi sensibili, è stato impiegato in numerosi conflitti regionali tra cui in Yemen, nella Guerra del Golfo, nelle guerre civili libica e siriana e nel conflitto del Nagorno-Karabakh. Ha ricevuto il battesimo del fuoco negli anni ottanta, nel corso della Guerra Iran-Iraq.
Aggiornato nel corso del tempo, le versioni introdotte negli anni a seguire sono state denominate: R-17 (in cirillico: Р-17; nome in codice NATO: SS-1c Scud-B), R-17M Elbrus (in cirillico: Р-17M; nome in codice NATO: SS-1d Scud-C) ed R-17 VTO (in cirillico: Р-17BTO; nome in codice NATO: SS-1e Scud-D) caratterizzate da carico utile e gittata sempre maggiori.
Esportato attivamente, ha conosciuto un notevole successo commerciale tra le forze armate di paesi mediorientali e del continente africano, nonché tra le ex-repubbliche sovietiche. È stato inoltre oggetto di ripetuti tentativi di imitazione che hanno dato origine ai sistemi missilistici indigeni Hwasong (Corea del Nord), Al-Hussein (Egitto) e Shabab (Iran).
Al 2021 è ancora in servizio, anche se in numeri limitati, in numerose forze armate.
Lo Scud è stato concepito a partire dall'idea delle V2, missili balistici sviluppati dalla Germania nazista durante la seconda guerra mondiale.
Il missile viene dotato di testata, issato su un unico veicolo TEL ovvero trasportatore-elevatore-lanciatore, rifornito di carburante ed è pronto per muoversi senza rifornimento fino a 250 km di distanza e tornare; sebbene la velocità massima non sia elevata (60 km/h), la mobilità consente di operare in zone di aperta campagna. La precisione dello Scud è notoriamente scarsa, ma sufficiente per un CEP [Circular error probability o Circular error probable - probabilità di errore circolare, misura della precisione di un'arma in balistica] di 900 metri a 180 km, contro i 4 km a 300 della V2, pertanto il rapporto precisione-gittata è di 200:1 contro 80:1 dei V2. Questo consente di ridurre la superficie interessabile dall'attacco di circa 5 volte. Lo Scud-C, migliorato e con una testata ridotta a 500 kg, ha un CEP stimato di 1100 metri a 440 km. Lo Scud, nell'ottica d'una guerra batteriologica o atomica, grazie alla disponibilità di testate chimiche o nucleari può praticamente annullare l'imprecisione anche a colpo singolo, su bersagli non molto protetti, mentre la V2 era un'arma esclusivamente convenzionale, con un'impossibilità pratica di assicurare la distruzione di bersagli puntiformi persino con testate NBC.