Shirley Jackson

Shirley Jackson (San Francisco, 14 dicembre 1916 – North Bennington, 8 agosto 1965) è stata una scrittrice e giornalista statunitense, nota per il racconto in stile gotico La Lotteria (1948)[1], e per L'incubo di Hill House (1959), considerato uno dei più celebri racconti di fantasmi del ventesimo secolo[2].

Firma di Shirley Jackson

Biografia

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Nacque a San Francisco, California, il 14 dicembre 1916. A volte la sua nascita viene collocata nel 1919, equivoco nato a causa della stessa Jackson, che non voleva risultare più vecchia del marito, nato proprio nel 1919. Il padre, Leslie Jackson, lavorava per una ditta litografica, e la madre, Geraldine, era una casalinga.

Nel 1923 la famiglia Jackson si trasferì a Burlingame, nei sobborghi di San Francisco. Qui, all'età di 12 anni, la giovane Shirley vinse il suo primo premio letterario con la poesia The Pine Tree. Nel 1930 la famiglia si trasferì nuovamente, questa volta a New York, dove la diciottenne Shirley si iscrisse alla facoltà di Arti liberali dell'Università di Rochester. Due anni dopo, nel 1936, si ritirò dagli studi a causa della depressione.[3] A casa si prefisse di scrivere almeno mille parole al giorno, abitudine che mantenne fino alla fine della sua vita.

Nel 1937 iniziò a frequentare l'Università di Syracuse, dove studiò Giornalismo, per poi dedicarsi alla Lingua e letteratura inglese. Pubblicò svariati articoli sulla rivista letteraria studentesca e fondò con Stanley Edgar Hyman, suo futuro marito, la rivista The Spectre.[4] Jackson usò la sua posizione come membro del giornale accademico per difendere i diritti civili degli studenti, denunciando, tra le altre cose, la scarsa presenza di studenti di colore nella sua università e il degrado degli studentati. Si laureò nel 1940 in Lingua inglese e nello stesso anno sposò Stanley Hyman, che divenne in seguito un rispettabile critico letterario.

Fin da bambina soffrì per le continue critiche, specie sul suo aspetto fisico, rivoltale dalla madre, che arrivò a definire la figlia un "aborto mancato". Tale conflitto portò Jackson ad isolarsi dai coetanei ed a trovare conforto nella scrittura. Anche dopo il matrimonio, la madre continuò a criticarla aspramente per le sue scelte di vita, opponendosi al matrimonio con Hyman. La vita da adulta di Jackson divenne un'ostentata ribellione alla madre ed all'ambiente conservatore in cui era stata cresciuta: divenne scrittrice, ingrassò, sposò un intellettuale ebreo e trasformò la sua casa in un ritrovo per amici ed intellettuali.[5] Il suo non fu un matrimonio felice: suo marito, che lei aveva visto come un salvatore perché l'amava ed aveva fiducia nelle sue capacità, si dimostrò maschilista, retrogrado e traditore. Quando nacque il loro primo figlio, la coppia si trasferì nel Vermont, dove era stato offerto ad Hyman un impiego presso la facoltà di letteratura dell'Università di Bennington. Fu proprio a Bennington che crebbero i loro quattro figli.

Nonostante la casa fosse spesso frequentata e resa vivace da ospiti d'eccellenza, quali Howard Nemerov, Ralph Ellison, Bernard Malamud e Walter Bernstein,[6] Jackson si sentiva intrappolata nel suo ruolo di moglie, ed esclusa dalla comunità. Si vendicò in seguito degli abitanti di Bennington usandoli come spunto per i barbarici abitanti del villaggio ne La lotteria.

Stanley Hyman non fu di certo un marito perfetto, però difese apertamente le opere della moglie: secondo lui, c'è stato un fraintendimento riguardo alla visione della vita da parte di Shirley; le sue crude visioni di follia, alienazione e terrore vennero interpretate come inquietudini personali, quando invece, secondo Hyman, non erano altro che rappresentazione della realtà del loro tempo: le due guerre, i campi di concentramento, le bombe atomiche ebbero un forte impatto sulla scrittrice.[5]

I traumi infantili e l'infedeltà del marito portarono la scrittrice a fare spesso uso di alcol, tranquillanti ed amfetamine. Nel settembre del 1962, poco dopo la pubblicazione di Abbiamo sempre vissuto nel castello, Jackson ebbe un esaurimento nervoso accompagnato da un'acuta agorafobia che la trattenne chiusa in casa per sei mesi.[7] Per riprendersi impiegò due anni, durante i quali non scrisse nulla; verso la fine di questo periodo buio, cominciò a scrivere un diario pieno di aspettative per il futuro, in cui si vedeva finalmente libera dall'oppressione del marito, capace di cavarsela da sola senza paura, senza venire degradata da nessuno. Quando si riprese, Jackson cominciò a scrivere un romanzo divertente, con uno stile diverso dal solito, positivo. Purtroppo non riuscì a finirlo perché morì colpita nel sonno da insufficienza cardiaca, all'età di quarantotto anni.[8]

Temi

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La consapevolezza che la madre non l'avesse mai amata veramente fu fonte di tristezza per tutta la sua vita. Shirley non le espresse mai apertamente i suoi sentimenti, se non in un'unica lettera, mai spedita. Li manifestò però attraverso la scrittura: tutte le eroine dei suoi romanzi sono orfane di madre o hanno madri incapaci di amarle. Molti dei suoi libri includono atti di matricidio. La tematica dell'invasione della privacy compare spesso nelle opere di Jackson: chi si rende colpevole di questi atti è la madre, a volte la nonna, e alcuni dettagli, come la rottura del lucchetto della scrivania, i fogli in disordine, sono ricorrenti. In The Road through the Wall, la protagonista Harriet, di ritorno da scuola, si accorge che la madre ha rovistato nella sua stanza, leggendo anche i suoi scritti personali.[5]

La scrittrice raccontò ai suoi figli che bruciò davanti alla madre tutte le opere scritte da bambina, per farla sentire in colpa. Alcune delle sue prime opere però sopravvissero, come The pine tree, in cui si può notare l'influenza del cristianesimo scientista, movimento di cui facevano parte la madre e la nonna. Racconta la storia di un albero di pino che vive in un bosco deserto ed è molto triste per la sua vita solitaria, quando all'improvviso compare un angelo che lo consola e gli fa sapere che il Signore è con lui.[5]

Attraverso le sue opere possiamo comprendere la posizione sociale di molte donne vissute negli anni cinquanta del Novecento: le protagoniste sono isolate, solitarie, con un'identità frammentata, sono incapaci di relazionarsi al mondo esterno o di vivere autonomamente, hanno un vuoto interiore che spesso procura loro malattie mentali. Le donne nei romanzi di Jackson sono prive di identità e ciò le porta a cercare una guida e un senso fuori dal loro io, ma proprio quando escono dal sicuro e familiare ambiente domestico, l'incapacità di comunicare e relazionarsi con gli altri e la paura dell'ignoto creano in loro panico e paranoia. L'ansia è una delle caratteristiche fondamentali di queste donne: anche Jackson ne soffriva, e infatti definì i suoi libri un "documentario sull'ansia".[9]

Questi elementi distintivi sono rintracciabili in molte delle sue storie brevi, come Pillar of Salt, The Tooth, ed A Day in the Jungle : in ognuna di queste storie la protagonista lascia la propria casa per spostarsi in una città più grande. Margaret, protagonista di Pillar of Salt, si trasferisce a New York e viene colpita da ripetuti attacchi di panico: la città è grande e popolosa, tutto si muove velocemente e lei non riesce a tenere il passo; il senso di alienazione e anonimato la portano ad avere una visione apocalittica di New York[10]. Verso la fine della storia, troppo spaventata persino per attraversare la strada, telefona al marito da una cabina, supplicandolo di andare a salvarla. In A Day in the Jungle, la protagonista Elsa vive un forte desiderio di libertà e vuole fuggire dalla vita domestica che la umilia e le provoca incubi, ma alla fine, come Margaret, anche lei chiederà l'aiuto del marito. In The Tooth, Clara prova gli stessi sentimenti di alienazione e perdita d'identità, ma al contrario delle altre due protagoniste, alla fine abbraccia la nuova sé e fugge via, verso una vita nuova, probabilmente più pericolosa di quella che si lascia alle spalle.

Nel romanzo Lizzie (in originale The bird's nest), la protagonista Elizabeth Richmond, in mancanza di personalità o senso del sé, crea personalità multiple che chiama Beth, Betsy, and Bess[11]. La malattia mentale la porta ad isolarsi al punto che le sembra di non avere più amici, genitori o piani per il futuro, e la sua persona è così poco interessante da non meritare nemmeno un soprannome.[9]

Charles (1948), una storia breve semi-autobiografica contenuta nella collezione Life among the Savages (1953), narra la storia del primo mese di asilo di un bambino di nome Laurie, ed è basata sui racconti delle esperienze infantili riportati alla scrittrice dal figlio, Laurence Hyman. I temi trattati sono di ambito psicologico e includono la creazione della propria identità, la fantasiosa rielaborazione del sé, la proiezione di propri atteggiamenti riprovevoli sugli altri e l'ubiquità del male. Nonostante la drammaticità dei contenuti, la scrittrice tratta la questione con ironia e humor. Dopo La lotteria, questa è la storia breve più conosciuta della scrittrice, e ha trovato ampia diffusione anche nelle scuole.[3]

La Lotteria (1948) è una storia breve ambientata in una città dove annualmente si tiene una lotteria che coinvolge tutte le famiglie. La mattina del 27 giugno, tutta la città si raduna in piazza, e ogni persona pesca un pezzo di carta da una scatola nera. Vince chi trova il foglietto che riporta un punto nero. Verso la fine della storia, la vicenda prende una strana piega, perché si scopre che chi vince la lotteria viene lapidato: il sacrificio è d’auspicio per un buon raccolto. L’aspetto più inquietante della vicenda è la noncuranza degli abitanti del villaggio. Jackson ha voluto rappresentare simbolicamente l’efferatezza della società americana del tempo[12], e il lato primitivo della natura umana: nonostante la civilizzazione, gli istinti barbarici rimangono una caratteristica dell’essere umano. La descrizione scenografica iniziale è in netto contrasto col massacro che avviene alla fine:[13]

“La mattina del 27 giugno era limpida e assolata, con un bel caldo da piena estate; i fiori sbocciavano a profusione e l'erba era di un verde smagliante.”

Anche il titolo dell’opera è molto ironico: una lotteria presuppone la vincita di un premio, non di certo la morte. Per i suoi contenuti, la storia venne aspramente criticata: quando venne pubblicata nel New Yorker nel 1948, molti lettori annullarono la sottoscrizione al giornale, e molte lettere arrivarono sia al New Yorker che alla Jackson.[5]

The Lottery; or, The Adventures of James Harris (1949) è una raccolta di tre storie che trattano l'invasione domestica. In Like Mother Used to Make, David Turner, la versione maschile delle passive protagoniste femminili di Jackson, ha un appartamento carino ed ordinato, al contrario di quello della vicina Marcia, una donna mascolina e caratterialmente opposta a lui. Un giorno Marcia invita a casa di David un amico di cui lui non aveva mai fatto la conoscenza, e fa finta che la casa, il cibo e le bevande appartengano a lei; David in risposta non dice nulla, anzi, si sposta nel freddo e sporco appartamento di Marcia. La storia finisce proprio come è cominciata: con David che fa le pulizie.[9]

Così dolce, così innocente (We Have Always Lived in the Castle, 1962) è l’ultimo romanzo di Shirley Jackson ed ha come tema l’incapacità della casa di proteggere i suoi abitanti. Le due sorelle Blackwood e il loro zio vivono a casa Blackwood, un’abitazione isolata e ben protetta esternamente. La quotidiana quiete viene interrotta da un intruso: il cugino Charles, la cui invasione psicologica viene seguita dalla distruzione della casa. Il romanzo si conclude con le due sorelle che cercano di ricominciare una vita tra le rovine della loro abitazione.[9]

L'incubo di Hill House (The Haunting of Hill House, 1959), considerato una delle storie di fantasmi più importanti del ventesimo secolo, racconta il tragico destino di Eleanor Vance, una donna che prende parte ad un progetto di ricerca su una casa considerata infestata, Hill House. Lo studioso e appassionato di eventi sovrannaturali, John Montague, inizia l’indagine affiancato da persone da lui selezionate per le loro abilità psichiche. Tra di loro c’è Eleanor, che vuole approfittare della situazione per sfuggire a una vita triste ed inappagante. Hill House è uno dei numerosi elementi gotici di questo romanzo: un’eroina sfortunata, intrappolata in una casa infestata, che nel tentativo di rimanere mentalmente sana, cade vittima del personaggio cattivo, la casa stessa, dotato di poteri sovrannaturali, capace di manipolare la protagonista, sottometterla e infine ucciderla.[14] La casa viene a rappresentare la rete di aspettative ed obblighi, di doveri femminili che tormenta la protagonista. Ciò che rende la storia di Eleanor ancora più triste è il fatto che l’oppressione che lei sente è un sentimento che ha interiorizzato nel tempo: non è causato da qualcuno, come potrebbe essere un marito, ma è frutto dell’ideologia dell’epoca che confinava la donna nel ruolo di madre e casalinga.[15]

Il giorno di Shirley Jackson

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Dal 2015 North Bennington, la cittadina che fu la casa di Shirley Jackson per molti anni fino alla sua morte, onora la carriera della scrittrice celebrando il suo ricordo ogni anno il 27 giugno, giorno in cui si svolge la vicenda narrata in La Lotteria.[16]

Opere

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Romanzi

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Raccolte di racconti e romanzi

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Storie brevi

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Racconti per bambini

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Racconti autobiografici

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Adattamenti cinematografici

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Premi ed onorificenze

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Note

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  1. ^ Gustavo Vargas Cohen, A Survey of Graduate-level Studies on Shirley Jackson: from 2001 to the Present, in Revista Lumen et Virtus, Vol 2, n. 5, settembre 2011, p. 44.
  2. ^ Jadwiga Wegrodzka (a cura di), Characters in Literary Fictions, Internationaler Verlag der Wissenschaften, 2015, ISBN 978-3-631-64056-2.
  3. ^ a b Sara Constantakis, Short Stories for Students: a Study Guide for Shirley Jackson's "Charles", vol. 27, Gale, Cengage learning, 2009.
  4. ^ Lina Mainiero (a cura di), American Women Writers: a Critical Reference Guide from Colonial Times to the Present, Vol 2 F to Le, Frederick Ungar Publishing Co. New York, 1980, OCLC 42027536.
  5. ^ a b c d e Ruth Frankin, Shirley Jackson: a Rather Haunted Life, Liveright Publishing, 2016, ISBN 978-1-63149-341-6.
  6. ^ Judy Oppenheimer, Private demons : the life of Shirley Jackson, Putnam, 1988, p. 194-195.
  7. ^ Psych Staff, 10 Famous People With Extreme Agoraphobia, su bestpsychologyschoolsonline.com, 15 ottobre 2012.
  8. ^ (EN) Zoë Heller, The Haunted Mind of Shirley Jackson, su The New Yorker, 17 ottobre 2016.
  9. ^ a b c d Angela Hague, A Faithful Anatomy of Our Times: Reassessing Shirley Jackson., in Frontiers: A Journal of Women Studies, Vol 26, n. 2, 2005, pp. 73–96.
  10. ^ Shirley Jackson, "Pillar of Salt," in The Lottery and Other Stories pages 242-244, su Commonplace, 29 marzo 2011.
  11. ^ Viaggi Letterari: Shirley Jackson, Lizzie, 1954, su wegather.it. URL consultato l'8 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2020).
  12. ^ Roshni Narasimhan, Shirley Jackson Research Paper, su Scribd, 5 maggio 2012.
  13. ^ Shirley Jackson, La casa degli invasati, collana Urania, traduzione di Antonio Ghirardelli, Mondadori, 1998, ISBN 88-04-32017-6.
  14. ^ (EN) Roshni Narasimhan, Shirley Jackson Research Paper, su Scribd, 5 maggio 2012.
  15. ^ (EN) Dale Bailey, American Nightmares : The Haunted House Formula in American Popular Fiction, University of Wisconsin Press, 1999, ISBN 978-0-87972-790-1.
  16. ^ Shirley Jackson Day Returns to North Bennington, su benningtonbanner.com, 24 giugno 2015. URL consultato il 17 ottobre 2017.
  17. ^ Shirley Jackson's The Lottery, su potrzebie.blogspot.it, 1º giugno 2008. URL consultato il 17 ottobre 2017.
  18. ^ Andrew Wickliffe, Lizzie (1957, Hugo Haas), su thestopbutton.com, 15 marzo 2016.
  19. ^ Francesco Madeo, The Haunting: il film cult di Robert Wise, su cinefilos.it, 18 gennaio 2010.
  20. ^ Mistero al castello Blackwood, su sentieriselvaggi.it.
  21. ^ We Have Always Lived in the Castle, su imdb.com. URL consultato il 27 settembre 2016.
  22. ^ Joan Giangrasse Kates, James A. Miller 1936-2011: Independent gaffer lit movies for major players, in Chicago Tribune, 2 gennaio 2012.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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