Star Trek: Voyager
Titolo originaleStar Trek: Voyager
PaeseStati Uniti d'America
Anno1995-2001
Formatoserie TV
Generefantascienza
Stagioni7
Episodi172
Durata45 min circa a episodio
Lingua originaleinglese
Rapporto4:3
Crediti
IdeatoreRick Berman, Michael Piller, Jeri Taylor
Interpreti e personaggi
Doppiatori e personaggi
ProduttoreBrannon Braga, Jeri Taylor
Casa di produzioneParamount Television
Prima visione
Prima TV originale
Dal16 gennaio 1995
Al23 maggio 2001
Rete televisivaUPN
Prima TV in italiano
Dal29 settembre 1997
Al20 dicembre 2004
Rete televisivaRaiSat 2 (ep. 1-17, 19-20, 22)
RaiSat Ragazzi (ep. 18, 21, 23-94)
LA7 (st. 5-7)
Opere audiovisive correlate
OriginariaStar Trek
PrecedentiStar Trek: Deep Space Nine
SeguitiStar Trek: Enterprise

Star Trek: Voyager, nota nel fandom anche con l'acronimo VOY,[1] è la quarta serie televisiva live action (la quinta, contando anche la serie animata) ambientata nell'universo fantascientifico di Star Trek. Narra le avventure dell'equipaggio dell'astronave della Federazione USS Voyager, perduta nel quarto e più remoto quadrante della galassia: il Quadrante Delta.

La serie televisiva è vincitrice di numerosi premi, tra cui ALMA Award, ASCAP Award, Primetime Emmy Awards, Guinnes World Record Award, Saturn Award, Satellite Award e Young Artist Award, alcuni dei quali andati alle principali protagoniste della serie Kate Mulgrew e Jeri Ryan.

Trama

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Sinossi

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La rotta seguita dalla voyager per far ritorno alla Terra

L'astronave della Federazione USS Voyager NCC-74656, sotto il comando dal capitano Kathryn Janeway, viene inviata in missione nelle Badlands, una zona di spazio investita da una forma sconosciuta di energia, alla ricerca e cattura di un gruppo di Maquis, ribelli di confine che lottano contro i Cardassiani e non riconoscono i trattati di pace stipulati tra questi e la Federazione, capitanati dal capitano Chakotay.

Durante la missione, la Voyager e l'astronave Maquis vengono trascinate nel Quadrante Delta della Galassia, a più di 70.000 anni luce dalla Terra dal Custode, un'entità aliena che muore prima di poter rimandare indietro le due navi. I due equipaggi, quello dei Maquis e quello della Flotta Stellare, che hanno subito gravi perdite, devono unirsi per affrontare il viaggio per far ritorno nel Quadrante Alpha, che si stima possa durare anche più di 70 anni, unendosi in un unico equipaggio a bordo della Voyager, dove i Maquis vengono integrati vestendo l'uniforme della Flotta ma mantenendo il proprio grado Maquis.

La serie è così incentrata sul lungo viaggio di ritorno della Voyager, durante il quale incontra numerose specie aliene fino ad allora sconosciute alla Federazione, come ad esempio gli Ocampa e i Talassiani, due membri dei quali, Kes e Neelix, vengono presi a bordo della Voyager divenendo parte dell'equipaggio e aiutando il capitano Janeway a stringere accordi vantaggiosi con gli alieni del Quadrante Delta. La Voyager incontra un gran numero di specie ostili, quali soprattutto i Kazon, ma anche numerose specie amichevoli, riuscendo a farsi amici e alleati. A metà del viaggio, la Voyager è inoltre costretta ad allearsi con i Borg, per affrontare e sconfiggere il comune nemico rappresentato dalla Specie 8472, degli alieni estremamente ostili provenienti da un'altra dimensione. Grazie a questa alleanza viene presa a bordo la Borg Umana Sette di Nove, vero nome Hannika Hansen, assimilata dai Borg da bambina, che viene scollegata dalla Collettività e le viene rimossa la maggior parte della tecnologia Borg, così da farla ritornare Umana.

Alla fine, grazie ad alcuni espedienti, tra cui l'adozione della transcurvatura dei Borg, la Voyager riuscirà a far ritorno allo spazio della Federazione.

Temi ricorrenti

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Nelle prime stagioni la USS Voyager era spesso presentata come a corto di energia o di carburante, e alcune puntate ruotavano attorno alla necessità di procurarsi le risorse indispensabili per la sopravvivenza, e alla conseguente necessità di limitare l'accesso dell'equipaggio a tecnologie come i replicatori o il ponte ologrammi. Questo tipo di episodi e il richiamo a questo tema calarono già dalla metà della terza stagione, mentre la ricerca di alleati per sopravvivere agli attacchi di specie ostili fu una presenza più costante nella serie.

Nel corso delle prime stagioni furono anche frequenti gli episodi in cui la USS Voyager aveva l'occasione di ritornare al Quadrante Alfa, opportunità che veniva regolarmente frustrata. Anche questa tematica – presente ad esempio negli episodi della prima serie La cruna dell'ago e Fattori primari – tenderà a scomparire nel corso della serie, sostituita dall'eventualità per l'equipaggio di accorciare il viaggio, senza tuttavia mai avere la concreta possibilità di tornare a casa.

Più di una decina di puntate coinvolgono il viaggio nel tempo, a partire dai primi due episodi della serie dopo il pilot (Riflessi nel ghiaccio e Ancora una volta), per finire con l'ultimo episodio, Fine del gioco. In particolare, i due episodi Futuro anteriore e Relativity presentano un'organizzazione del XXIX secolo, affine alla Flotta Stellare ma il cui compito è controllare eventuali modifiche della linea temporale.

Archi narrativi

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Alcuni gruppi di episodi, all'interno della serie, sono legati strettamente l'uno all'altro, comprendendo anche la riproposizione di uno o più personaggi ricorrenti, tanto da potersi considerare dei veri e propri "cicli".

Nelle prime due stagioni un gruppo di episodi è centrato sugli attacchi alla Voyager da parte della specie ostile dei Kazon: questi sono aiutati da Seska, una cardassiana che, infiltratasi all'interno della nave di Chakotay, tradisce la nave federale quando comprende di non poter convincere Chakotay a prendere il comando con la forza. I Kazon saranno sconfitti in Sopravvivenza, il cliffhanger tra la seconda e la terza stagione.

I tre episodi Diritto di morte, Questioni di Q-ore e Q2 (rispettivamente seconda, terza e settima stagione) sono centrati sul personaggio di Q e sul Continuum Q.

A partire da Il patto dello scorpione, episodio in due parti tra la terza e la quarta stagione, vengono introdotti nella serie i Borg: nelle stagioni successive, i confronti tra loro e l'equipaggio continueranno nelle puntate doppie Frontiera oscura, Unimatrice zero e Fine del gioco, in cui compare anche la regina Borg.

Nelle ultime due stagioni, un gruppo di tre episodi (Pathfinder, La linea della vita, Il messaggero) coinvolge un progetto di ricerca avviato dalla Flotta Stellare sulla Terra per tentare di comunicare con la Voyager. In tali episodi compare come protagonista Reginald Barclay (interpretato da Dwight Schultz), personaggio ricorrente già comparso in The Next Generation, così come Deanna Troi (Marina Sirtis), personaggio fisso nel cast di The Next Generation.

Episodi

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Stagione Episodi Prima TV originale Prima TV Italia
Prima stagione 16 1995 1997-1998
Seconda stagione 26 1995-1996 1998-1999
Terza stagione 26 1996-1997 1999-2000
Quarta stagione 26 1997-1998 2000
Quinta stagione 26 1998-1999 2003
Sesta stagione 26 1999-2000 2003-2004
Settima stagione 26 2000-2001 2004

Personaggi e interpreti

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Specie

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Manichino raffigurante un Kazon

Viaggiando nel, fino ad allora, inesplorato Quadrante Delta della Via Lattea, la USS Voyager incontra numerosissime nuove specie fino ad allora mai incontrate nelle precedenti serie televisive del franchise di Star Trek. Tra queste vi sono ad esempio i Kazon, specie guerriera suddivisa in una moltitudine di "tribù" in lotta tra loro; gli Hirogeni, una specie di "cacciatori", il cui unico scopo nella vita è la caccia di una preda, scelta tra altre specie senzienti; gli Ocampa, una specie dalla vita brevissima, cui appartiene il personaggio ricorrente di Kes; i Talassiani, specie cui appartiene l'altro personaggio ricorrente di Neelix; la Specie 8472, proveniente da un'altra dimensione, che minaccia di distruggere la galassia e per sconfiggere la quale la Voyager si allea con i Borg. Vi compaiono comunque anche altre specie già incontrate nelle precedenti serie di Star Trek, tra le quali, oltre ai Borg, i Vulcaniani, i Klingon, i Ferengi, i Bajoriani e i Cardassiani.

Astronavi

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L'astronave USS Voyager (NCC-74656)

Produzione

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Nel 1994 le avventure della serie The Next Generation sarebbero finite (dopo sette stagioni) e quindi Star Trek: Deep Space Nine era destinata a restare l'unica serie di Star Trek in televisione. Fu allora che la Paramount si domandò se sarebbe stato possibile replicare il successo di The Next Generation con una nuova serie ambientata su una nave stellare. Anziché navigare nello spazio federale, ormai fin troppo noto, questa nuova nave avrebbe esplorato uno spazio quasi del tutto sconosciuto, il Quadrante Delta.

Fu così che nacque la USS Voyager ("viaggiatrice", riprendendo anche il nome delle celebri sonde spaziali del programma Voyager, già citate fin dal primo film della saga cinematografica). Si poté così tornare a raccontare le avventure di un'astronave in missione nello spazio profondo, riprendendo lo spirito pionieristico della serie classica.

Distribuzione

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Edizione italiana

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L'edizione italiana ha visto l'alternarsi di tre diversi doppiaggi.[2] Il doppiaggio della prima stagione è stato infatti curato dalla S.A.S. Società Attori Sincronizzatori, con la direzione del doppiaggio di Giancarlo Prete.[2] Dalla seconda alla quarta stagione il doppiaggio è stato curato da LaBiBi.it, con la direzione del doppiaggio di Noemi Gifuni e Susanna Javicoli.[2] Il doppiaggio dalla quinta alla settima stagione è stato infine curato ancora da LaBiBi.it, con la direzione del doppiaggio di Teo Bellia.[2] Al doppiaggio italiano hanno inoltre collaborato Luisa Iori (st. 1), Alexander Mickovic (st. 1), Marco Cassili (st. 1), Luca Intoppa (st. 2-4), Gabriella Cordone (st. 2-7), Alberto Lisiero (st. 2-7) e Marcello Rossi (st. 5-7), dello Star Trek Italian Club.[2]

Dalla prima alla quarta stagione, il doppiaggio è infatti stato eseguito per la trasmissione televisiva sui canali Rai.[2] È stato terminato nel 2003/04 in occasione della pubblicazione dei cofanetti in DVD contenenti tutte le stagioni della serie televisiva.[2] Il doppio episodio pilota Il guardiano (The Caretaker), inoltre, è stato doppiato dalla A.D.C. di Milano per l'edizione in VHS dello stesso prima della messa in onda della serie.[2] Questo doppiaggio è stato effettuato da un gruppo di doppiatori differenti da quelli utilizzati per la trasmissione televisiva e per il cofanetto in DVD.[2] In occasione della messa in onda della serie sui canali Rai, il titolo del doppio episodio pilota è cambiato in Dall'altra parte dell'universo e il doppiaggio è stato rifatto con un nuovo gruppo di doppiatori.[2]

Accoglienza

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Voyager è stata giudicata la serie di Star Trek più equilibrata dal punto di vista del genere, con la prima protagonista femminile e con importanti personaggi secondari sempre femminili.[5] Numerose recensioni hanno evidenziato la prevalenza di donne in ruoli di leadership e con competenze scientifiche, ma anche l'adesione della serie al binarismo di genere e all'eterosessualità.[6][7][8][9]

In un articolo, lo scrittore Ian Grey ha affermato: «Era una rara serie di fantascienza non costruita attorno a un maschio alpha e, cosa più audace, [i produttori] non sembravano preoccuparsi di come i fan l'avrebbero accolta. Su Voyager l'autorità femminile era indiscussa; le donne trasmettevano potere sessuale senza vergogna e rabbia senza sensi di colpa. Ancor più di Buffy, che debuttò due anni dopo, fu lo show più femminista nella storia della TV americana».[10]

Riguardo ai suoi anni sulla USS Voyager, Kate Mulgrew ha dichiarato: «La cosa migliore è stata semplicemente il privilegio e la sfida di poter essere il primo capitano donna, trascendendo gli stereotipi che conoscevo molto bene. Sono stata in grado di farlo di fronte a milioni di spettatori. È stata un'esperienza straordinaria la cui eco continua a risuonare».[11]

Opere derivate

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Romanzi

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Fumetti

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Videogiochi

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Omaggi

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Riconoscimenti (parziale)

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Note

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Annotazioni

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  1. ^ Ad esempio in Star Trek IV: Rotta verso la Terra e negli episodi di The Next Generation Cospirazione e L'Enterprise del passato
  2. ^ Solo nel penultimo episodio (stagione 7, episodio 25, Fine del gioco) si scopre che il Dottore ha scelto di chiamarsi Joe: In una delle prime sequenze dell'episodio, si presenta infatti al party di commemorazione insieme a una giovanissima moglie umana (in carne e ossa, quindi non olografica) sposata due settimane prima. Nel presentarla all'amico Tom Paris la moglie stessa lo chiama "Joe". Confessa così a Tom che il nome era necessario per contrarre matrimonio e di aver quindi scelto banalmente "Joe".

Fonti

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  1. ^ Frequently Asked Question, su Star Trek Italian Club. URL consultato l'8 marzo 2022.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t Star Trek: Voyager, su Il mondo dei doppiatori, AntonioGenna.net. URL consultato il 20 aprile 2023.
  3. ^ (EN) Andy Meisler, Real 'Star Trek' Drama: Enlisting New Skipper, in The New York Times, 15 settembre 1994. URL consultato il 6 febbraio 2019.
  4. ^ Brannon Braga (soggetto), Phyllis Strong e Mike Sussman (sceneggiatura), Star Trek: Voyager: episodio 7x20, L'autore, l'autore! [Author, Author], UPN, 18 aprile 2001.
  5. ^ (EN) Jarrah Hodge, How Does Your Favorite Star Trek Series Fare on the Bechdel Test?, su TheMarySue.com, 1º settembre 2014. URL consultato il 5 luglio 2023.
  6. ^ (EN) Robin A. Roberts, Science, Race, and Gender in Star Trek: Voyager, in Fantasy Girls: Gender in the New Universe of Science Fiction and Fantasy Television, Rowman & Littlefield Publishers, 30 maggio 2000, ISBN 978-0-7425-7969-9. URL consultato il 5 luglio 2023.
  7. ^ (EN) Debra Bonita Shaw, Sex and the Single Starship Captain: Compulsory Heterosexuality and ‘Star Trek: Voyager’, in Femspec, vol. 7, n. 1, 2006, pp. 66–85, 200162531. URL consultato il 5 luglio 2023.
  8. ^ (EN) Aviva Dove-Viebahn, Embodying Hybridity, (En)gendering Community: Captain Janeway and the Enactment of a Feminist Heterotopia on ‘Star Trek: Voyager’ (abstract), in Women's Studies, vol. 36, n. 8, 19 novembre 2007, pp. 597–618, DOI:10.1080/00497870701683894, ISSN 0049-7878 (WC · ACNP). URL consultato il 5 luglio 2023.
  9. ^ (EN) David Greven, Gender and Sexuality in Star Trek: Allegories of Desire in the Television Series and Films, McFarland, 10 gennaio 2014, ISBN 978-0-7864-5458-7. URL consultato il 5 luglio 2023.
  10. ^ (EN) Ian Grey, Now, "Voyager": in praise of the Trekkiest "Trek" of all, su RogerEbert.com, 11 giugno 2013. URL consultato il 5 luglio 2023.
  11. ^ Ian Spelling, Deep Space Five!, in Star Trek Magazine, n. 1, settembre/ottobre 2006, p. 27.
  12. ^ (EN) Samantha Cristoforetti [@AstroSamantha], "There's coffee in that nebula"... ehm, I mean... in that #Dragon. (Tweet), su Twitter, X, 17 aprile 2015.
  13. ^ Un caffè da AstroSamantha: il primo espresso italiano nello spazio, su Corriere.it, 15 maggio 2015. URL consultato il 5 luglio 2023.
  14. ^ (EN) Alessandra Potenza, Astronaut Samantha Cristoforetti on tweeting from space and brewing the first zero-g espresso, su The Verge, 14 maggio 2015. URL consultato il 5 luglio 2023.
  15. ^ (EN) Olivia B. Waxman, This Astronaut Brought a 'Star Trek' Uniform to the Final Frontier, in Time, 20 aprile 2015. URL consultato il 5 luglio 2023.
  16. ^ (EN) Dispatch: Dawson and Beltran Honored, Present at ALMA's, su StarTrek.com, 26 aprile 2001. URL consultato il 6 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2001).
  17. ^ (EN) National Council Of La Raza Announces Nominees For Sixth Annual ALMA Awards, su American Latino Media Arts Awards, 5 aprile 2001. URL consultato il 6 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2001).
  18. ^ (EN) Dispatch: Voyager Composers Score with ASCAP Honor, su StarTrek.com, 24 aprile 2001. URL consultato il 6 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2001).
  19. ^ (EN) Dispatch: Voyager For Emmy Consideration, su StarTrek.com, 6 agosto 2001. URL consultato il 6 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2001).
  20. ^ a b (EN) Dispatch: Star Trek: Voyager Reaps Eight Emmy Nominations, su StarTrek.com, 12 luglio 2001. URL consultato il 6 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2001).
  21. ^ a b (EN) Dispatch: "Endgame" Earns Emmys for Visual Effects, Music, su StarTrek.com, 10 settembre 2001. URL consultato il 6 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2001).
  22. ^ (EN) 1998 2nd Annual Satellite Awards, su International Press Academy. URL consultato il 7 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2008).
  23. ^ (EN) 1999 3rd Annual Satellite Awards, su International Press Academy. URL consultato il 7 luglio 2023 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2011).
  24. ^ (EN) Past Saturn Awards, su The Academy of Science Fiction & Horror Films. URL consultato il 6 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2008).
  25. ^ (EN) Dispatch: Voyager, Mulgrew, Ryan Assimilate Saturn Noms, su StarTrek.com, 4 aprile 2001. URL consultato il 6 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2001).
  26. ^ (EN) Dispatch: Saturn Awards Can't Resist Ryan, su StarTrek.com, 13 giugno 2001. URL consultato il 6 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2001).
  27. ^ (EN) The 20th Annual Youth in Film Awards, su Young Artists Awards. URL consultato il 7 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2001).

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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