Crecchio
comune
Crecchio – Stemma
Crecchio – Bandiera
Crecchio – Veduta
Crecchio – Veduta
La Chiesa di San Salvatore ed il Castello Ducale.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Abruzzo
Provincia Chieti
Amministrazione
SindacoNicolino Di Paolo (centrodestra) dall'8-6-2009
Data di istituzione1861 come comune del Regno d'Italia
Territorio
Coordinate42°17′48″N 14°19′34″E / 42.296667°N 14.326111°E42.296667; 14.326111 (Crecchio)
Altitudine209 m s.l.m.
Superficie19,23 km²
Abitanti2 608[1] (31-12-2022)
Densità135,62 ab./km²
FrazioniCasino Vezzani, Casone, San Polo, Santa Maria Cardetola, Vassarella, Via Piana, Villa Baccile, Villa Consalvi, Villa Formicone, Villa Marcone, Villa Mascitti, Villa Mucchiarelli, Villa Selciaroli, Villa Tucci.
Comuni confinantiArielli, Canosa Sannita, Frisa, Ortona, Poggiofiorito, Tollo
Altre informazioni
Cod. postale66014
Prefisso0871
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT069027
Cod. catastaleD137
TargaCH
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 1 554 GG[3]
Nome abitanticrecchiesi
PatronoSant'Elisabetta
Giorno festivoultima domenica di agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Crecchio
Crecchio
Crecchio – Mappa
Crecchio – Mappa
Posizione del comune di Crecchio all'interno della provincia di Chieti
Sito istituzionale

Crecchio è un comune italiano di 2 608 abitanti[1] della provincia di Chieti in Abruzzo. Il paese conserva l'aspetto di un piccolo borgo medievale dominato dal castello ducale[4].

Geografia fisica

Territorio

Il comune di Crecchio è compreso all'interno della zona collinare che si estende dalla costa adriatica fino al limite della fascia pedemontana della Maiella. Nella parte nord-occidentale il territorio è solcato dal fiume Arielli e dal torrente Rifago che, nel loro corso, hanno delimitato ed isolato il colle su cui sorge il centro storico[5]. Nella parte orientale il terreno digrada dolcemente verso la valle del Moro. Non mancano alcune aree pianeggianti, in particolare in prossimità della Strada Provinciale (ex SS 538) “Marrucina” (località Pietra Lata, Casone e Macchie), nelle zone di Fonte Roberto e Ciaò (comprese tra Villa Mascitti e Casino Vezzani), nei dintorni di Villa Tucci (Padule, Pozzo e Capo Lemare) ed a Santa Maria Cardetola[5]. La pendenza diminuisce progressivamente da SW a NE. L'altimetria varia da un minimo di 86 m s.l.m., misurata nella valle dell'Arielli in località Piano di Morrecine (nella parte settentrionale del Comune), ad un massimo di 276 m s.l.m., registrato nei pressi della vecchia stazione ferroviaria (al confine con il comune di Arielli). La casa comunale è situata a 209 m s.l.m.[5]. L'altitudine delle frazioni è riportata nella tabella seguente[5][6]:

Frazioni e località Altitudine (m s.l.m.)
Casino Vezzani 172
Casone 217
San Polo 258
Santa Maria Cardetola 232
Vassarella 190
Via Piana 250
Villa Baccile 218
Villa Consalvi 241
Villa Formicone 220
Villa Marcone 215
Villa Mascitti 203
Villa Mucchiarelli 218
Villa Selciaroli 244
Villa Tucci 209

La quasi totalità del territorio comunale presenta strati di ciottolame poligenico con lenti di sabbie giallastre e argille grigio-verdognole, originari del Pleistocene Marino[7]. Lungo le valli dell'Arielli e del torrente San Giorgio sono presenti ghiaie, sabbie, limi torrentizi e fluviali risalenti all'Olocene. La valle del Moro è caratterizzata da depositi di sabbie e arenarie giallastre di origine Pleistocenica; diffusi risultano detriti di falda, coperture detritico-colluviali del Pleistocene medio superiore – Olocene, depositi alluvionali e deltizi attuali[7]. Il territorio, nella sua parte centrale e sud-orientale, è inoltre attraversato da alcuni terrazzi morfologici che separano le zone sabbiose da quelle di materiale più grossolano[7].

Idrografia

La strada provinciale Marrucina divide per la sua intera lunghezza il territorio comunale in due aree idrografiche differenti: una parte settentrionale appartenente al Bacino dell'Arielli (14,10 km²)[8] ed una parte meridionale inclusa nel Bacino del Moro (3,39 km²)[9]. Una striscia sottile, al confine con il comune di Ortona, appartiene invece al bacino del Fosso Riccio (1,87 km²)[8]. I principali corsi d'acqua che attraversano il territorio del comune sono:

Flora e fauna locali

Il territorio, intensamente coltivato, presenta una copertura boschiva varia e frammentata; in particolare i luoghi in cui la vegetazione appare più rigogliosa, sono i valloni scavati dai torrenti locali, e formanti il sistema, tipico della collina abruzzese, delle cosiddette “valli a pettine”[11]. In queste zone dove affiorano strati di travertino, predominano specie vegetali riparie quali il carpino nero, l'orniello, il nocciolo ed in particolare l'alloro. Vicino ai corsi d'acqua, dove è facilmente avvistabile il granchio di fiume, sono diffuse varie specie di salice e di pioppo[12]. Ai margini della macchia mediterranea è possibile notare alcune specie che afferiscono alle garighe come l'ampelodesmo e i cisti, mentre nelle zone meno asciutte è presente la canna di Plinio. Rilevante è anche la presenza della robinia che, inizialmente introdotta dall'uomo, si è poi diffusa spontaneamente[12]. Sui colli la vegetazione è costituita soprattutto dalla roverella, a cui si accompagno sorbi, aceri, olmi, carpini e lecci[11]. Tra i lembi boschivi è facile imbattersi nel ciclamino primaverile, la primula, il garofano, la campanula e l'anemone dell'Appennino; rara invece è la presenza dell'orchidea selvatica[12]. I nuclei forestali rappresentano anche un importantissimo rifugio ed habitat per molte specie faunistiche. Tra l'avifauna si segnala la presenza di due specie di rapaci: la poiana e lo sparviero; comuni sono anche lo scricciolo, il merlo, il picchio rosso e verde; è facile imbattersi in cinciallegre, fringuelli, tordi, usignoli, upupe, tortore e cuculi[12]. Tra i mammiferi è possibile trovare i classici abitanti del sottobosco: la faina, il tasso, la donnola, la volpe e puzzola, insieme ad altri piccoli roditori del bosco[12].

Clima

La presenza del massiccio della Maiella arresta parzialmente i venti occidentali, umidi e temperati dall'atlantico; di conseguenza il territorio è particolarmente soggetto ai venti orientali, compresi quelli continentali provenienti da NNE freschi e asciutti (accompagnati talvolta da notevoli precipitazioni nevose) e quelli marini provenienti da SSE molto caldi ed a elevato contenuto di umidità[13]. Il clima di Crecchio può essere pertanto considerato come temperato mediterraneo, con inverni spesso rigidi ed estati abbastanza calde. Le precipitazioni sono concentrate soprattutto in primavera ed in autunno[13].

Storia

Le origini

Alfonso d'Aragona, il quale detenne il feudo intorno al 1452, assieme a Ortona

La tradizione vuole che in antichità gli abitanti di Crecchio fossero stanziati nella frazione di Santa Maria Cardetola, a poca distanza dall'attuale centro abitato. Sporadici ritrovamenti, fra cui quello di una dea madre riferibile al paleolitico superiore, frammenti di ossidiana e selci lavorate, confermano la presenza dell'uomo sulle colline di Crecchio fin dall'epoca preistorica. I rinvenimenti di fondi di capanne dell'età del ferro, attestano inoltre una discreta produzione ceramica intorno al IX secolo a.C.[14]

L'antica Ocriculum e scavi archeologici

Nel 1846 lo studioso e archeologo lancianese A. Carabba, rinvenne a Santa Maria in Cardetola, un'epigrafe italica del VI secolo a.C.[14][15] (conservata nel Museo Nazionale di Napoli) nella quale – secondo recenti interpretazioni – vi è il primo riferimento a Crecchio, chiamato in epoca arcaica Ok(r)ikam[14][16]; il ritrovamento di alcuni corredi funerari di origine Frentana fanno ipotizzare che il paese sia stato una loro roccaforte a guardia del confine con i Marrucini o dei tratturi che passavano nelle vicinanze. Divenuto municipio romano, il nome si trasformò in Ocriculum, e l'intero territorio fu diviso in grandi ville rustiche (aziende agricole) vocate alla coltivazione di cereali, vite ed ulivi. Le attuali frazioni e contrade sono ubicate proprio in prossimità di quelle ville[14]. Degli antichi insediamenti rimangono oggi solo i resti della Villa di Vassarella-Casino Vezzani, riportata alla luce durante gli scavi eseguiti tra il 1988 e il 1991 dalla Soprintendenza Archeologica d'Abruzzo, in collaborazione con l'Archeoclub d'Italia di Crecchio[14][17]. Le ville rimasero attive fino al VI-VII secolo d.C. esportando vino ed olio grazie al vicino porto di Ortona[14][18]. Dopo le devastazioni della guerra greco-gotica (535-553 d.C.), molti villaggi furono abbandonati e gli abitanti si insediarono nel colle ove sorge l'attuale centro storico. In un'epoca di invasioni e scorrerie esso era il luogo meglio difendibile, grazie alle due profonde vallate dell'Arielli e del Rifago. Secondo la tradizione il sito ospitava già all'epoca un tempio pagano (il sito di Santa Maria da Piedi) ed un fortilizio romano[14].

Medioevo

Dai longobardi ai normanni

L'abitato cadde in mano longobarda probabilmente intorno alla fine del VII secolo d.C. e seguì le vicende storiche del Ducato di Spoleto, passando prima nelle mani dei Franchi e poi in quelle dei Normanni[14][16]. Nell'XI secolo il nuovo insediamento era ancora privo di cinta muraria: lo conferma la bolla di Papa Nicola II, del 1059, dove ci si riferisce ad una "Plebem Occrecle", senza però la qualifica di Castellum[19]. Durante la dominazione normanna venne migliorato l'apparato difensivo del borgo con la costruzione di mura, lungo le quali si aprivano due grandi porte, dette Da Capo (ingresso meridionale vicino al Castello) e Da Piedi (nella parte nord-orientale del paese), quest'ultima ancora oggi visibile[14][16]. Nel 1189-92 Guglielmo Monaco, appartenente alla nobile famiglia Monaco di Crecchio, partecipò alla terza crociata[14].

Agli inizi del XII secolo fu eretta l'imponente Torre dell'Ulivo e, intorno ad essa, nel corso degli anni successivi si formò l'intero castello. La torre faceva parte di un complesso e ramificato sistema di postazioni di avvistamento che dal mare toccava tutti i centri dell'entroterra e vigilava sulle terribili incursioni dei pirati ungari e saraceni[16].

Dagli angioini agli aragonesi

Nel 1279 il feudo di Crecchio venne incluso nella “Rassegna dei feudatari d'Abruzzo” voluta da Carlo I d'Angiò: da quest'ultima emerge che il feudo con il castello era sotto la giurisdizione di Guglielmo Morello. Tale feudo chiamato “di un Milite” era formato oltre che da Crecchio, anche da Arielli con il suo castello (completamente distrutto agli inizi del Novecento), Castel di Mucchia e metà del feudo di Pizzo Inferiore (nel comune di Ortona)[16]. Nel XIV secolo il borgo si arricchì di alcuni palazzi tra i quali emerge il Palazzo Monaco, dotato di torre signorile[14].

Napoleone Orsini, che possedette Crecchio nel '400

Nel 1406 Crecchio era feudo di Napoleone degli Orsini conte di Manoppello e Guardiagrele. Questi, ribellatosi alla corte di Napoli, venne privato del feudo che fu devoluto alla comunità di Lanciano dal re Ladislao[14]. Il 23 agosto 1406 Giovanni Di Masio, mastrogiurato di Lanciano, entrava nella "rocca e nella Torre di Ocrecchio"[19]. Il possesso da parte di Lanciano rappresentava per Crecchio l'opportunità di vendere agevolmente il grano che si produceva nel territorio, dato che Lanciano, con le sue fiere, era un punto di passaggio importante per i mercanti di ritorno da Venezia[19].

Crecchio feudo dei duchi di Bovino

Nel 1627 Crecchio passò a Giovanni Bonanni dell'Aquila, che nel 1633 lo vendette ad Andrea Brancaccio di Napoli[14]. In occasione di tale vendita fu chiamato a stimare il valore del feudo un certo Scipione Paternò “tabulario napolitano”, che dà un'immagine molto nitida del borgo nel Seicento[20]:

«Per distanza di miglia cinque in circa detta città di Lanciano possiede un altro Castello chiamato Crecchio di fuochi[21] 150 quale giace in uno spino di monte dolce et fruttato posto fra dui profondi valloni detti Lariella[22] et lo Rofare[23], ambe dui irrigati d'acque, uno delli quali corre per ordinario et tiene magior forza per essere acqua viva, et proprio quello della Riella del quale parlando riferisco a V.S. che nel suo corso sono posti sette molini[24] per fila con proportionata distanza […]. Et tornando nel corpo di detta terra ricordo a V.S. come si dignò vedere che il suo sito è piano, et in quello s'entra per dui porte, uno detta de Capo et l'altra de Piedi per le quali intrando si discorre et camina per diverse strade tutta la sua abitazione, et da ogni sua parte si gode vista di marina quale accompagnata con il sito et sua vista di montagna[25], si rende d'aria perfetta come si va confinando dalli molti vecchi e lor salute, fecondità di donne e vivacità di fanciulli, et benché questa terra sia posta nella estremità di questo monte, et se ne sta ben guardata et sicura per essere cinta da dui valloni alti e profondi conforme si è detto, non cesorno con ciò li primi loro habitatori restringere loro casamenta con muraglie le quali al presente parte sono erte et parte dirute. Il territorio di questa terra è parte piano et parte collinoso et costoso, il qual confina con il territorio de Ariella, Canosa, Tollo, Urtona la Villa Callara et il fiume Moro dividente il territorio di Frisa quale circuito di territorio così descritto sarà da miglia nove in circa dentro il quale si comprendono territorij seminatorj, erbaggi, vigne, boschi, oliveti, cannittera, orti di verdumi et altri frutti dal quale si percepiscono buona qualità di grani, orgi, legumi, vini, egli, lini […]. Li habitanti di questa terra sono al generale homini rustici foresi et fatigatori, quali si esercitano nella cultura et governo di territori alieni et propij […]. Le donne habitatrici si trattengono in filare et tessere tela[26] et in tempo di sugna et vendemmia si conducono di fuori a travagliar la loro vita secondo le stagioni et tempi. Contiguo essa terra da un tiro di balestra è una fonte d'acqua perfetta[27] con conserva di fabbrica dove si piglia l'acqua per bere, ma ad uso del lavare vanno nel vallone. Si regge et governa questa predetta terra da dui sindaci et uno mastrogiurato dalli quali unitamente si tien conto del buon governo et amministrazione della terra […]. Et in mezzo la terra predetta è la piazza pubblica in mezzo alla quale è fondata la chiesa matrice sotto il nome di Santo Salvatore dove sono dui preti inclusivi con l'arciprete […]. Vi è di più un'altra chiesa detta "Santa Maria di Piedi" iusta li mura di essa terra dove si celebra et vive con elemosine.»

La famiglia Brancaccio mantenne il possesso di Crecchio fino al 1702. Il 15 ottobre 1705 il feudo fu acquistato da Gaetano Antonio D'Ambrosio, principe di Marzano. La vendita risultò però non valida ed il feudo venne quindi assegnato a Vincenzo Frasconi, nominato marchese di Crecchio. I D'Ambrosio ritornarono in possesso del feudo l'11 agosto 1734, mantenendolo fino al 1785, quando passò ai De Riseis, duchi di Bovino e baroni di Crecchio. Questi ultimi conservarono i beni ad esso legati fino al 15 novembre del 1958[19].

Crecchio nell'era moderna

Dopo l'unità d'Italia, Crecchio fu inclusa nella provincia di Chieti, ex Principato di Abruzzo Citeriore, nel distretto di Ortona.

Negli anni 1870-1879 fu realizzata la nuova strada provinciale per Canosa ed abbattuta la porta da Capo con il resto della cinta muraria[14].

Un'appassionata descrizione del paese viene fornita da Don Ermenegildo Blasioli, reverendo parroco di Crecchio, che nella novena di Sant'Elisabetta protettrice di Crecchio, datata 1901, così scriveva[14]:

Giovanni De Riseis, duca di Bovino e barone di Crecchio

«Chi guarda la regione Abruzzese Teatina in quel leggero declivio, che dalla maestosa Majella si distende al mare, rimane estatico, rimirandolo frastagliato da poggi e colline, ricoperto di rigogliosi vigneti, di verdeggianti ulivi, di alberi fruttiferi di ogni specie; con fiumicelli e rivi che, solcando questa terra de' Frentani, formando pittoresche ombrose valli, onde nell'estasi della contemplazione lo spettatore esclama Oh! panorama stupendo o terra fortunata, ove Iddio ha prodigato i beni della natura! Nel mezzo di questo declivio tra il monte e il mare, sul limite di una collina, costeggiata da due ruscelli, il Rifago ad oriente e l'Arielli a ponente, sorge un piccolo, ma delizioso paese a nome Crecchio, in latino Oppidum Ocreclii, ed anticamente chiamato col nomignolo Granaio di Lanciano. La vetustà del paese è attestata da alcune lastre di pietra sugli architravi delle porte, con iscrizioni e con le date degli anni 863, 1110 e 1263. Sono notevole di menzione; il campanile della Chiesa Parrocchiale di San Salvatore di stile del XVI secolo, ed il palazzo del Barone De Riseis con torri merlate di stile medievale. Nelle colline circostanti si scorgono ruderi di abitazioni distrutte dall'invasione dei barbari, restando piccolo avanzo di tante rovine questo paese, che un tempo era ben fortificato con cinta di muri.»

La fuga di Vittorio Emanuele III a Crecchio (9 settembre 1943)

Vittorio Emanuele III, ospitato al castello di Crecchio durante la fuga a Brindisi

Il 9 settembre 1943, Crecchio ed il castello furono scenario di importanti eventi della storia d'Italia: nella loro fuga verso Brindisi, sostarono nel castello il re Vittorio Emanuele III, la Regina, il principe Umberto, Badoglio e l'intero Stato Maggiore. Qui si decisero le sorti della Monarchia Sabauda[14]. Il principe Umberto era già stato altre volte ospite del duca Giovanni De Riseis e della sua consorte Maria Antonietta d'Alife Gaetani d'Aragona, a Crecchio, negli anni 1926, 1928 e nel 1932 con Maria Josè[17]. Dall'inverno del 1943 all'estate del 1944, Crecchio, trovandosi sulla linea Gustav, subì le devastazioni dei bombardamenti: la Chiesa di San Rocco all'ingresso del paese fu rasa al suolo (e mai più ricostruita), il castello e la Torre dell'Ulivo gravemente danneggiati, la facciata settecentesca della chiesa di San Salvatore semidistrutta così come molte abitazioni[14].

Dal secondo dopoguerra a oggi

Il Dopoguerra rappresentò per il centro storico il periodo dell'abbandono, il comune passò dai 3.765 abitanti del 1951 ai 3.139 del 1971. Il castello, in rovina, venne trasformato in falegnameria e le ricostruzioni di quel tempo e gli interventi edilizi furono devastanti. La situazione cominciò a cambiare nel 1976, quando iniziarono i lavori per il suo restauro[14]. La cappella di San Rocco non verrà mai ricostruita, e lo storico giardino ducale verrà occupato in gran parte dalla scuola elementare. Negli anni Ottanta e Novanta l'Archeoclub intraprese una vera e propria campagna di riscoperta del patrimonio antico del paese, anche grazie a interventi di restauro di molti edifici, restituiti alla loro fisionomia medievale. Dal 1995 il Castello ospita il Museo dell'Abruzzo Bizantino ed Altomedievale, contribuendo alla vocazione turistica del paese[17].

Veduta del Castello Ducale De Riseis

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Nel territorio comunale sono presenti altre chiese, ubicate nelle varie frazioni:

Architetture civili

Il Castello ducale, veduta di Torre D'Aragona dall'ingresso

Architetture militari


Lo stesso argomento in dettaglio: Castello Ducale di Crecchio.

Siti archeologici

Società

Evoluzione demografica

Dal secondo dopoguerra la popolazione è via via diminuita da quasi 4000 a poco meno di 3000, spostandosi verso centri maggiori.Abitanti censiti[32]

Cultura

Scuole

Nel territorio comunale sono attive una scuola secondaria di primo grado ed una primaria. Sono inoltre presenti tre scuole dell'infanzia.[33]

Musei

Lo stesso argomento in dettaglio: Museo dell'Abruzzo Bizantino ed Altomedievale.

Nel Castello Ducale è presente il Museo dell'Abruzzo Bizantino ed Altomedievale, dove sono conservati antichi reperti di epoca bizantina e romana.

Economia

Il comune di Crecchio ricade all'interno del distretto industriale (sistema locale del lavoro) di Ortona, insieme ai comuni di Ari, Arielli, Canosa Sannita, Filetto, Giuliano Teatino, Orsogna, Ortona, Poggiofiorito e Tollo. Tale distretto è caratterizzato da un'elevata concentrazione di imprese specializzate nel settore tessile e dell'abbigliamento[34]. Il numero di unità locali presenti all'interno del territorio comunale è di 619; la densità imprenditoriale è pari a 20,20 u.l. per 100 abitanti, un valore che colloca Crecchio al sesto posto tra i comuni della provincia con densità più elevata[34]. La principale attività rimane comunque l'agricoltura. Le aziende agricole presenti sono caratterizzate per la maggior parte dalla conduzione diretta del coltivatore con sola manodopera familiare ed una SAU per azienda inferiore ai 10 ha; caratteristiche che si riconoscono anche in buona parte della regione[35]. Nel 2000 la SAU corrispondeva a 1458,36 ha, pari a circa il 75% del territorio comunale. La superficie dedicata alla viticoltura era di 1277,77 ha, all'olivicoltura spettavano 114,34 ha mentre per i seminativi risultavano impiegati 34,88 ha[35]. La vocazione agricola del territorio è ulteriormente testimoniata dalla presenza di due aziende vinicole dove si producono i vini DOC d'Abruzzo (Montepulciano e Trebbiano), e quattro frantoi per la produzione di olio extravergine di prima qualità[14]. Il Comune inoltre, è membro dell'Associazione Nazionale Città del Vino[36]. Il territorio di Crecchio non si sottrae al notevole sviluppo industriale del comprensorio ortonese attorno all'asse Marrucino (ex SS 538) ma, nello stesso tempo, viene data altrettanta attenzione alla conservazione del paesaggio agrario[14].

Infrastrutture e trasporti

Strade

La principale via di comunicazione è costituita dalla strada provinciale Marrucina (ex SS 538) che collega Ortona con Orsogna. La strada provinciale funge anche da collegamento con l'autostrada A14 (uscita di Ortona).

Ferrovie

Fino al 1982 il comune era servito dalla Ferrovia Sangritana, con la tratta Ortona Marina-Crocetta. Il servizio merci, sospeso nel 1984, si era dimostrato un valido strumento per la commercializzazione dei vini della cantina sociale di Crecchio e di quelle vicine[37]. La ferrovia permetteva inoltre l'allacciamento alla linea adriatica, vista la presenza di un raccordo nella stazione FS di Ortona[38]. Sono tuttora presenti gli edifici della stazione di Crecchio (nei pressi della cantina sociale) e della fermata di Villa Selciaroli.

Mobilità urbana

Nel comune sono presenti diverse linee automobilistiche (gestite dalle società TUA, Sangritana e Napoleone) che assicurano i collegamenti con Chieti, Lanciano, Ortona ed i comuni limitrofi.

Amministrazione

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1985 1990 Carmine La Barba Centrosinistra Sindaco
1990 1995 Francesco Teramo Centro Sindaco
1995 2004 Orazio D'Alessio Centro Sindaco
2004 2009 Franco Scarinci Lista civica Sindaco
2009 in carica Nicolino Di Paolo Lista civica Sindaco

Altre informazioni amministrative

I cittadini aventi diritto di voto nel comune di Crecchio al giugno del 2008 erano 3.041, di cui 1.509 uomini e 1.532 donne. I votanti effettivi alle elezioni politiche del 2008 sono stati il 76,26% degli aventi diritto. In occasione delle elezioni amministrative del 6-7 giugno 2009 i votanti sono stati il 74,66% alle comunali e il 74,68% alle provinciali. Per quanto riguarda le elezioni europee l'affluenza è stata del 77,36%.

Risultati delle elezioni amministrative comunali 25 maggio 2014[39]
Partito Voti Seggi in Consiglio comunale
Lista civica "La rondine - Uniti per Crecchio" 1080 7
Lista civica "Crecchio Futura 1049 3

Gemellaggi

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Ora un museo.
  5. ^ a b c d e f g h i Carta corografica del territorio italiano scala 1:25000
  6. ^ XIV Censimento generale della popolazione e delle abitazioni
  7. ^ a b c Carta Geologica d'Italia foglio 147, scala 1:100000 Archiviato il 17 luglio 2011 in Internet Archive.
  8. ^ a b Piano di tutela delle acque della Regione Abruzzo: Fosso Arielli
  9. ^ Piano di tutela delle acque della Regione Abruzzo: Torrente Moro
  10. ^ a b Provincia di Chieti, Bilancio Sociale 2007: la sostenibilità ambientale[collegamento interrotto]
  11. ^ a b c d Amministrazione comunale, Crecchio città d'arte e storia, 1997
  12. ^ a b c d e Pagine D'Abruzzo - Crecchio: ricchezze di fiume
  13. ^ a b ARSSA - Abruzzo, Centro agrometeorologico Regionale: clima e viticoltura, su arssa.abruzzo.it. URL consultato il 24 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 10 febbraio 2010).
  14. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af Archeoclub d'Italia - Sede di Crecchio e Comitato Feste Sant'Elisabetta, Crecchio tra storia, tradizioni e leggende, Crecchio, 2001, pp. 5-57
  15. ^ Deutsches Archäologisches Institut, Bullettino dell'Instituto di corrispondenza archeologica: Bulletin de l'Institut de correspondance archéologique, 1848, pp. 53-54. URL consultato il 25 settembre 2023.
  16. ^ a b c d e f g h i j k Archeoclub d'Italia - Sede di Crecchio, Crecchio ed il castello, Crecchio, 1990
  17. ^ a b c Abruzzo Beni Culturali, Speciale Crecchio, 1998, 4, pp. 23-25 e 30-37
  18. ^ Italo M. Iasiello, Samnium: assetti e trasformazioni di una provincia tardoantica, Edipuglia srl, 2007, ISBN 978-88-7228-481-0. URL consultato il 25 settembre 2023.
  19. ^ a b c d Pagine D'Abruzzo - Crecchio: campagna nobilissima
  20. ^ Corrado Marciani, Crecchio e il suo castello nel XVII secolo,"La Rivista Abruzzese", 1973, 1, 39-44
  21. ^ Famiglie
  22. ^ Arielli
  23. ^ Rifago
  24. ^ Tutt'oggi esistenti
  25. ^ La Maiella
  26. ^ Alcuni telai sono conservati nel castello
  27. ^ La fonte fu distrutta durante il secondo conflitto mondiale e ricostruita negli anni '50
  28. ^ a b c d e f Immagine dal sito www.viaggioinabruzzo.it
  29. ^ Informazione tratta da www.viaggioinabruzzo.it
  30. ^ a b Pagine D'Abruzzo - Crecchio: la valle dei mulini
  31. ^ Sito del Museo dell'Abruzzo Bizantino ed Altomedievale (Crecchio)[collegamento interrotto]
  32. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  33. ^ Informazione da http://www.comuni-italiani.it
  34. ^ a b Atlante della competitività delle Provincie e delle Regioni, su unioncamere.gov.it. URL consultato il 28 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  35. ^ a b ISTAT - 5º Censimento dell'agricoltura (anno 2000), su istat.it. URL consultato il 28 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2010).
  36. ^ Associazione Nazionale Città del Vino: Comune di Crecchio Archiviato il 10 luglio 2011 in Internet Archive.
  37. ^ Ferrovia Adriatico Sangritana - L'industrializzazione della Val di Sangro
  38. ^ http://www.ilmondodeitreni.it: La ferrovia Crocetta - Ortona - Marina di Ortona
  39. ^ Dati elezioni comunali 6-7 giugno 2009
  40. ^ Lariano.org Archiviato il 27 settembre 2009 in Internet Archive.

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