Maria Floriani Squarciapino (Roma, 30 gennaio 1917 – Roma, 29 settembre 2003) è stata un'archeologa italiana.
Maria Floriani Squarciapino ha studiato presso l'Università la Sapienza di Roma, dove è stata allieva di Pietro Romanelli,[1] laureandosi nel 1939 con una tesi sulla Scuola di Afrodisia.[2][3][4]
Si interessò anche di archeologia del periodo romano nell'Africa mediterranea,[3] e si specializzò alla Scuola nazionale di Archeologia.[1] Nel 1946 fu assunta come ispettore presso la soprintendenza di Ostia. Qui lavorò a stretto contatto con Italo Gismondi, Giovanni Becatti, Herbert Bloch e altri.[3] Dopo la pubblicazione sugli scavi delle necropoli di Ostia, nel 1959, rivolse la sua attenzione alla Sinagoga di Ostia, dirigendone gli scavi tra il 1961 e il 1962.[5][6] Nel 1966 fu nominata alla guida della Soprintendenza alle Antichità di Ostia, incarico che mantenne fino al 1974.[1] Negli anni '60 e '70, Floriani Squarciapino fu anche docente a La Sapienza, e nel 1974, quando si dimise dall'incarico di soprintendente a Ostia, ottenne qui il ruolo di professore ordinario di Archeologia delle provincie romane, che mantenne fino al pensionamento nel 1987.[2]
Oltre ai lavori di Ostia, Floriani Squarciapino partecipò anche ad altri scavi, tra cui il Foro Romano (1955-57), Leptis Magna, Ebla (1964-66) e in Albania.[2][4] Una raccolta dei suoi appunti sugli scavi di Leptis Magna venne pubblicata a cura di Paola Finocchi nel 2012.[7][8] Fu tra i collaboratori dell'Enciclopedia dell'Arte Antica, Classica e Orientale e diresse la redazione della rivista Fasti Archaeologici dal 1982 al 1997. Fu presidente dell'Associazione Internazionale di Archeologia Classica, membro della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, dell'Istituto Nazionale di Studi Romani e del Deutsches Archäologisches Institut (Istituto Archeologico Germanico).[3] Nel 1997 fu pubblicato un numero speciale di Archeologia Classica dedicato a scritti in suo onore.[9]
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