Siligo comune | |
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(IT, SC) Siligo | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Giovanni Porcheddu (lista civica) dal 26-10-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 40°34′30.9″N 8°43′38.6″E |
Altitudine | 400 m s.l.m. |
Superficie | 43,45 km² |
Abitanti | 764[1] (30-11-2023) |
Densità | 17,58 ab./km² |
Comuni confinanti | Ardara, Banari, Bessude, Bonnanaro, Codrongianos, Florinas, Mores, Ploaghe |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 07040 |
Prefisso | 079 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 090068 |
Cod. catastale | I732 |
Targa | SS |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 835 GG[3] |
Nome abitanti | (IT) silighesi (SC) silighesos |
Patrono | santa Vittoria |
Giorno festivo | 23 dicembre |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Siligo è un comune italiano di 764 abitanti[1] dell'antica regione del Meilogu in provincia di Sassari.
Siligo fa parte della Regione Agraria n. 6 - Colline del Meilogu. Il suo territorio si estende per oltre 4.000 ha ed è caratterizzato da diversi rilievi di origine vulcanica, tra i quali spicca il monte Santu (733 metri), dalla caratteristica forma troncoconica (mesa) e i coni di scorie Monte Percia e monte Ruju da cui si dipartono dei dicchi di dimensioni notevoli, chiamati Su Muru 'e Ferru. Altro rilievo di notevole valenza paesaggistica e archeologica è il monte Sant'Antonio (599 metri), propaggine nord-ovest del più vasto tavolato vulcanico denominato Monte Pelau.
La parola siligo-ginis in latino significa buone messi, da cui il nome siligo che in campo commerciale indica un tipo di "frumento di prima qualità". Questa etimologia in genere è stata erroneamente utilizzata per risalire al nome del comune. In realtà come documentato nei condaghes e nei vari documenti fino all'epoca moderna, il nome che indica il comune è stato registrato in diverse forme: nei secoli XI-XIII il nome registrato era Siloque, Siligue;[4] nei secoli XII-XIII: Siloce, Silogi, Siloke,[5] dal 1341 al 1359 ricompare il nome Siloque[6]. Lo storico Francesco de Vico aveva individuato il nome Santa Victoria di Siligo in un documento del 1238[7] e il toponimo Siligo in un documento del 1438[8] e, a suo tempo, lo storico Giovanni Francesco Fara[9]. Tuttavia lo stesso Fara riporta anche il toponimo Silighis.[10] e altri toponimi: Siliche, Siloche, Sjloghe, Silogue, ecc.
L'area fu abitata in epoca nuragica, per la presenza nel territorio di numerosi nuraghi, e in epoca romana, per la presenza di alcuni edifici, in particolare nell'area dell'attuale Parco archeologico di Mesumundu. E sempre in quell'area, a seguito dei recenti ritrovamenti, è stata testimoniata la presenza continuativa di una consistente popolazione rurale, che si era insediata, nell’area delle terme dismesse; confermando che Mesumundu è stato un villaggio rurale tra il V e il VII secolo[11].
Dal basso medioevo fece parte della Curatoria di Meilocu nel Giudicato di Torres. Inoltre, a seguito dell'atto di donazione (1064-65) di Barisone I, arrivarono in questo territorio un gruppo di monaci dell'abbazia di Montecassino che si insediarono presso la chiesa di Nostra Signora di Mesumundu e la chiesetta, ubicata sul tavolato di monte Santu, intitolata ai santi Elia ed Enoch.
La manifestazione di villaggi gemelli o a grappolo nella prima fase si manifestò, nell'attuale area del villaggio, con due agglomerati denominati “Cherchedu” e “Siloghe” (quest'ultimo ubicato alle pendici della collina dove sono visibili gli esigui resti del Nuraghe Su Runaghe), che tuttavia ben presto costituirono un unico centro, assumendo l'attuale nome di Siligo[12].
Nei secoli XI-XIII è testimoniata l’esistenza di “Biddanoa” e, nell’intervallo 1485-1627, nei vari censimenti spagnoli. Nel successivo censimento del 1627 appare con il nome di Villa de Monti Santo[13], ma non comparirà invece successivamente al 1655, forse spopolatosi a seguito della peste del 1652.
Per quanto riguarda l'insediamento ubicato sulla sommità del Monte Sant'Antonio, da recenti indagini, risulta che fosse composto da una decina di edifici ed una chiesetta absidata. Questo piccolo agglomerato dovrebbe corrispondere al più volte citato, nei documenti medievali e nella letteratura ottocentesca, Capula o Cepola dove sorgeva un castello, che verosimilmente fosse costituito da una serie di alloggiamenti militari, a supporto della struttura difensiva. Infatti, nonostante sia documentata la vita del castello fino al XV secolo, non risulta alcun censimento relativo a questo centro.
Finita l'epoca giudicale, nel 1259 il villaggio passò sotto il dominio della famiglia genovese dei Doria e intorno al 1350, alla Corona d'Aragona. Nei successivi secoli XV e XVI, con lo stabilizzarsi nell’isola del sistema del vidazzone, cioè di un regime che rappresenta una forma di agricoltura comunitaria, per cui presuppone una forma di insediamento compatto. Fatto questo che consolidò gli insediamenti comunali. A Siligo, nel primo censimento del 1485, sono registrate 38 famiglie per un ipotetico numero di abitanti compreso fra i 150-200. Nel XVII secolo si registra un notevole aumento della popolazione: il numero delle famiglie si attesta intorno ai 110-140 con un numero di abitanti compreso fra i 400-470.[14] Nel 1629 Siligo formò la contea di Montesanto, concessa agli Alagon che, con la soppressione del sistema feudale, nel 1839 riscattarono il feudo. Nella metà del XVIII secolo la popolazione è quasi raddoppiata ed un ulteriore importante incremento è registrato nei censimenti ottocenteschi ed in quello del 1901 dove la popolazione conta 1 500 abitanti. Nel XIX secolo abbiamo anche un primo rilevamento del centro abitato che delimita l’effettiva dimensione del perimetro dell’insediamento che grosso modo corrispondeva a 2,5 ettari.[14]
Lo stemma e il gonfalone del comune di Siligo sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica dell'11 gennaio 2002.[15] Lo stemma si blasona:
«semipartito troncato: nel primo, di rosso, al libro aperto d'argento; nel secondo, di verde, alle sette spighe di grano d'oro, impugnate, legate di rosso; nel terzo, di azzurro, alla chiesa di Santa Maria di Bubalis d'oro. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro il motto in lettere maiuscole di nero: Siligum doctrina celebrat. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di bianco.
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Strutture in stato di rudere o scomparse
Abitanti censiti[19]
Gli stranieri residenti a Siligo al 1º gennaio 2018 sono 39 e rappresentano il 4,5% della popolazione residente.[20] Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale popolazione di stranieri residente erano:
La variante del sardo parlata a Siligo è quella logudorese settentrionale.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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23 aprile 1995 | 16 aprile 2000 | Antonio Giovanni Rassu | sinistra | Sindaco | [22] |
16 aprile 2000 | 8 maggio 2005 | Antonio Giovanni Rassu | Unione Democratica | Sindaco | [23] |
8 maggio 2005 | 30 maggio 2010 | Giuseppina Ledda | lista civica | Sindaco | [24] |
30 maggio 2010 | 31 maggio 2015 | Giuseppina Ledda | lista civica "Su Yampu" | Sindaco | [25] |
31 maggio 2015 | 26 ottobre 2020 | Mario Sassu | lista civica "Per Siligo" | Sindaco | [26] |
26 ottobre 2020 | in carica | Giovanni Porcheddu | lista civica "Umpare" | Sindaco | [27] |
Il paese di Siligo è rappresentato a livello calcistico dalla Polisportiva Siligo 1974, che attualmente milita nel campionato di Prima Categoria.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 315523692 · GND (DE) 1068608951 |
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