Alife
comune
Alife – Stemma
Alife – Bandiera
Alife – Veduta
Alife – Veduta
Panorama del centro storico di Alife
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Provincia Caserta
Amministrazione
SindacoFernando De Felice (lista civica Svolta per il futuro) dal 15-5-2023
Territorio
Coordinate41°20′N 14°20′E
Altitudine110 m s.l.m.
Superficie64,32 km²
Abitanti7 359[1] (31-10-2023)
Densità114,41 ab./km²
FrazioniVedi elenco
Comuni confinantiAlvignano, Baia e Latina, Dragoni, Gioia Sannitica, Piedimonte Matese, San Potito Sannitico, Sant'Angelo d'Alife
Altre informazioni
Cod. postale81011
Prefisso0823
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT061002
Cod. catastaleA200
TargaCE
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona C, 1 263 GG[3]
Nome abitantialifani
Patronopapa Sisto I
Giorno festivo11 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Alife
Alife
Alife – Mappa
Alife – Mappa
Posizione del comune di Alife nella provincia di Caserta
Sito istituzionale

Alife (Alífe in dialetto locale) è un comune italiano di 7 359 abitanti[1] della provincia di Caserta in Campania. Antica sede vescovile documentata storicamente a partire dall'anno 499, ma sicuramente di fondazione precedente: dal 1986, pur mantenendo la cattedra vescovile, è unita alla vicina diocesi di Caiazzo in un'unica comunità, con il nome di diocesi di Alife-Caiazzo.

Per effetto ed a seguito del DPR del 2 ottobre 1995, il comune di Alife ha diritto, nei suoi atti ufficiali, di fregiarsi del titolo di città. Fa parte della comunità montana del Matese. La cittadina è conosciuta a livello nazionale anche come "città della cipolla": la coltivazione di quest'ortaggio è qui storicamente attestata fin dai tempi della dominazione romana e la sua esportazione è stata per secoli la principale fonte di sostentamento dei suoi abitanti.

Geografia fisica

Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia della Campania.

Territorio

La cittadina si trova nella parte sud-occidentale della regione storica del Sannio. È posta alle pendici del versante meridionale del massiccio del Matese, in un'ampia pianura che ne prende il nome (piana alifana), solcata dal medio corso del fiume Volturno e da altri torrenti. La vastità del suo territorio comunale (63,87 km²) la colloca al terzo posto della provincia (dopo Sessa Aurunca e Teano): esso va dalle sponde del fiume, naturale confine verso sud, ai vasti pianori intensamente coltivati e, attraversando una stretta fascia collinare, raggiunge la parte montuosa la cui vetta più alta è Monte Acuto (m. 1265 s.l.m..).

Idrografia

Alife è bagnata a sud dal fiume Volturno, mentre il centro storico è lambito a destra dal Torano affluente dello stesso Volturno. Il Torano si divide in due rami, denominati nuovo e vecchio, e tale distinzione risale a prima del XIII secolo. Nella suddivisione in tre parti del percorso del Volturno, dalla sorgente alla foce (alto, medio, basso Volturno), il territorio alifano è pienamente inserito nel Medio Volturno. Altri torrenti, numerosi ruscelli e diverse sorgenti ne completano il quadro idrografico.

Sismicità

Alife rientra nella classificazione nazionale di sismicità media (zona 2). Al 369 risale il primo terremoto storicamente noto che interessò l'intero Sannio, al quale fece seguito il sisma dell'847. Eventi sismici conosciuti ed oggetto di studi geologici e storici, con origine lungo la faglia del monte Matese, hanno provocato seri danni alla città nel settembre 1349, dicembre 1456 (crollo di abitazioni, grave danneggiamento della cattedrale e 60 vittime), giugno 1688 (crollo della cattedrale e di vari edifici). Danni minori si sono registrati in seguito ai terremoti del luglio 1805 e novembre 1980. Il 29 dicembre 2013, con gli altri comuni limitrofi, Alife è stata colpita da un sisma di magnitudo 4.9, poi ricalcolato a 5.0, con epicentro a distanza di 10 km, riportando lievi danni; all'evento principale sono seguite oltre 200 repliche di bassa intensità.

Clima

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Caserta.

Il clima è quello tipico dei comuni della pianura Campana: l'estate è caratterizzata da caldo afoso, mentre l'inverno è mediamente freddo con rare nevicate.[4]

CASERTA Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 12,613,416,119,924,128,731,531,428,022,718,014,613,520,030,522,921,8
T. min. media (°C) 6,66,99,011,514,818,921,221,218,814,911,38,57,311,820,415,013,6

Origini del nome

L'etimologia del nome Alife è ancora oggetto di studi. L'esatta pronuncia sabellica dovrebbe essere ALIPHA; su una moneta d'argento del IV a.C. la forma osca è grecizzata in ALIOHA. In greco è Ἀλλιφαί per Strabone e Diodoro Siculo, Ἄλλιφα per Tolomeo. Per i romani è Allifae, con qualche variante, ed è nominata da Silio Italico, Plinio il Giovane, Cicerone, Orazio ed altri numerosi. Nel medioevo la forma definitiva Alife compare su pergamene dell'XI secolo, il nome continuerà a circolare su documenti e cronache in varianti come Alifia e Alifi. Il termine greco Elaias (oliva) sembrerebbe essere l'origine più plausibile del termine latino (sostantivi di origine greca pluralizzati) Aliphae, con possibile riferimento all'antica varietà di olivo autoctona 'tonda allifa'.

Storia

Alife ha origine osca o sannita, coniava moneta propria come un didramma d'argento del IV secolo a.C. Fu a lungo in lotta con Roma, dal 343 al 290 a.C., venendo poi distrutta durante le guerre sannitiche. Numerose le sepolture di età sannitica rinvenute in località Conca d'Oro.

Alife fu in seguito riedificata come oppidum, con il caratteristico impianto romano, con decumano massimo e cardine massimo. Incorporata come praefectura sine suffragio nella repubblica romana, e poi municipium Romanorum, con governo proprio di decurioni, decemviri, questori, censori, edili e pontefici. Fu iscritta alla tribù Teretina. Le lapidi superstiti raccontano figure e ruoli dell'Alife romana, compresi consoli romani. Del Calendario alifano si conservano frammenti dei giorni 11-19 agosto e 22-29 agosto; interessa la menzione del Circo alifano, del quale, a differenza dell'anfiteatro e del teatro, si è persa ogni traccia.

La città romana, circondata da mura tuttora esistenti, rimase abitata per tutto il medioevo, nonostante assedi e saccheggi. Il vescovado alifano è antichissimo, il primo vescovo noto è Clarus in carica nel 499 e dopo un'interruzione riprende con Paolo subito dopo il 969. Una grande fioritura monastica interessò il territorio alifano dal 719 al 774 con la fondazione dei monasteri di S. Maria e S. Pietro a Massano, S. Maria in Cingla, S. Giovanni, S. Salvatore, ed altri minori come S. Nazario e S. Martino al Volturno.

Nel lungo periodo longobardo fu gastaldato. Nel corso del IX secolo conobbe eventi molto duri: coinvolta nelle lotte fra i signori longobardi, subì danni dal terremoto dell'847, venne saccheggiata dai saraceni, e nell'anno 860 riconquistata dopo battaglia dall'imperatore Ludovico II. Nel X secolo la città visse una nuova ripresa, prima divenne contea e il primo conte storicamente noto è Bernardo, seguito da Aldemario, poi riottenne un proprio vescovo. Dopo Paolo, sono nominati nelle lapidi coeve della cattedrale alifana i vescovi Vito, Gosfrido e Arechi.

Nella seconda metà dell'XI secolo il territorio alifano fu conquistato dalla casa normanna dei Drengot Quarrel, e la cittadina ebbe momenti di gloria e di splendore. Il primo conte della stirpe è Rainulfo, cui succedette il figlio Roberto di Alife e il figlio di costui, il secondo Rainulfo, conte di Alife e Caiazzo. Rainulfo II chiese ed ottenne, nel 1131 o 1132, dall'antipapa Anacleto II le reliquie di san Sisto I, papa e martire, divenuto poi protettore della città e della diocesi. A lui fu dedicata la cattedrale, intitolata a Santa Maria Assunta. Nel 1132 Rainulfo entrò in guerra contro Ruggero II di Sicilia e nel luglio numerosi cavalieri e fanti alifani furono impegnati nella vittoriosa ma sanguinosa battaglia di Nocera. Nel 1135 Alife fu occupata dal truppe regie ma ripresa nel 1137 da Rainulfo, ora elevato da papa e imperatore a duca di Puglia e Calabria. Dopo la strage del 1138 voluta da Ruggero II di Sicilia prese il potere Malgerio Postella. In questi anni la città fu sottoposta alle continue lotte fra il regno ed i ribelli. La casa normanna di Alife riconquistò temporaneamente la contea con Andrea di Ravecanina negli anni a partire dal 1154 e saldamente solo dal 1193 con Giovanni di Ravecanina, l'ultimo dei Drengot.

Anche nell'età sveva infuriarono le lotte per il possesso dell'antica città: nel 1205 il castello respinse un assedio, ma la città fu data alle fiamme. In questi anni fu governata dal conte Siffrido, di origine germanica, fino all'ingresso dell'Imperatore Federico II di Svevia che ne prese il controllo diretto nel 1221. Nel 1229 la città aprì le porte all'esercito pontificio ma tornò rapidamente in potere di Federico II, che fece riparare il castello normanno. Il 2 novembre 1254 papa Innocenzo IV annetteva Alife alla Chiesa, ma presto la città fu riannessa al Regno di Sicilia. Vi transitò Carlo I d'Angiò prima di sconfiggere Manfredi a Benevento nel 1266. Nel 1269 è conte Filippo, primogenito di Baldovino imperatore di Costantinopoli. Un eretico alifano, Pietro, è reso celebre da un affresco di Giotto. Sono numerose le chiese e i monasteri in attività fra il XII e il XIII secolo, ancora nel 1226 la chiesa di San Pietro al Mercato ospitava una confraternita, e quell'anno erano in funzione due ospedali.

Nel Trecento città e contea passano di mano tra le dinastie D'Avella, Janvilla e Marzano. Per oltre un decennio tra il 1324 e il 1335 appartiene all'Ordine degli Ospitalieri di Gerusalemme. Nel 1320 Alife, che comprende una comunità ebraica, è tassata per 78 once, 2 tarì e 12 grani, mentre il casale di S. Simeone è tassato per 2 once ed 8 tarì, con una popolazione totale stimata fra i 5000 ed i 6 000 abitanti. La città subisce qualche danno con il terremoto dell'Appennino centro-meridionale del 1349. L'alifano Niccolò Alunno († 1367) diviene prima maestro razionale e poi gran cancelliere del Regno di Napoli; scrive gli Arcani Historici e suo figlio Francesco Renzio viene fatto cardinale da papa Urbano VI. Fra i vari vescovi che si susseguono nella diocesi, chiude il secolo l'alifano Giovanni de Alferis, della stessa famiglia di Alferio, vescovo di Alife, poi di Viterbo.

Nel Quattrocento si alternano le dinastie Stendardo, Origlia, di nuovo Marzano, Gaetani e Diaz Garlon. Il violento terremoto del 5 dicembre 1456 devasta tutto il Sannio; in Alife si contano 60 morti e numerosi crolli. Il vescovo Antonio Moretta ripara la cattedrale, e la città conserva il suo ruolo di centro principale del territorio. Ha propri Statuti Municipali nel 1464, che vengono aggiornati nel 1503 e solennemente nel 1506 dal Palazzo Grande della città rinascimentale. In contrada San Simeone si insedia una colonia di Albanesi e di Ebrei. Nel 1536 è attiva la tipografia del primicerio Luigi Cilio che dedica alla contessa Cornelia Piccolomini il Tempio de Amore di Iacopo Campanile; per il torchio di Cilio Alifano, trasferitosi a Napoli, il professore alifano Cesare Benenato pubblica il De puerorum institutione. Dal 1557 è vescovo il giurista e storico Antonio Agustín che trascrive le epigrafi latine della città e ne studia (senza pubblicare) antichi documenti. Nella seconda metà del XVI secolo la città governata dagli spagnoli Diaz Garlon, passa da un alto momento culturale ad un rapido declino. Nel 1561 è saccheggiata congiuntamente da milizie pontificie e del regno di Napoli. Il vescovo Giacomo Gilbert de Nogueras trasferisce la residenza del vescovo nel vicino centro di Piedimonte d'Alife, dove i suoi successori sono rimasti fino ad oggi senza, tuttavia, intaccare l'antico titolo vescovile, mantenuto sempre da Alife da sedici secoli.

Nel Seicento è feudo della famiglia Caetani. Si conservano i giuramenti dei governatori, di regola esterni, in carica dal 1585 al 1689. Ancora un terremoto, questa volta nel 1688, abbatte diverse case e danneggia la cattedrale. Nel 1716 sono ritrovate in Cattedrale le reliquie di San Sisto. Nel 1746 viene compilato il catasto onciario, nel 1810 con la fine della feudalità, è assegnato al comune l'attuale patrimonio boschivo. La cittadina ha un nuovo incremento demografico all'inizio dell'Ottocento. Con l'unificazione d'Italia nel 1861 è segnalata qualche incursione di briganti, reduci dell'esercito napoletano nelle zone collinari e boschive.

Nel 1914 è inaugurata la Ferrovia Alifana che la collega a Napoli. Il 2 gennaio 1927, eliminata la provincia di Caserta (poi ricostituita nel 1945), Alife passa alla provincia di Benevento. Dopo il Ventennio, fu coinvolta nei combattimenti della seconda guerra mondiale: nell'ottobre 1943 la torre più alta del castello fu minata dai tedeschi in ritirata e la città intera subì un duro bombardamento aereo americano il 13 ottobre 1943 alle 12:02 che mieté numerose vittime civili; anche questa volta i danni di guerra furono rapidamente riparati e la città rapidamente ricostruita. Interessante notare che la fotografia di Alife ripresa dal primo aereo immediatamente prima del bombardamento e la fotografia del paese raso al suolo immediatamente dopo il bombardamento, fu pubblicata in una rivista americana come dimostrazione che i bombardamenti americani erano precisi su "obiettivi militari" e "non coinvolgeva i civili"… La didascalia, infatti, descriveva Alife, città completamente squadrata, come "una roccaforte militare" e si faceva notare che tutte le bombe erano cadute all'interno del recinto (le mura)…

Nel 1945 ritornò dalla provincia di Benevento a quella di Caserta[5].

Simboli

Lo stemma comunale storico è rappresentato da un elefante portante sul dorso una torre merlata dorata con tre bastioni recante l'iscrizione Civitas Alipharum. Se gli elefanti si trovano scolpiti, per la prima volta, in un archivolto della cattedrale originaria (XII secolo), lo stemma nella forma attuale si trova già disegnato in una bolla di papa Paolo III del 19 maggio 1543 (Archivio della Cattedrale di Alife) ed è documentato continuamente dal XVIII secolo. La blasonatura è la seguente:

«Di rosso, all'elefante al naturale, gualdrappato di azzurro, cinghiato e frangiato di argento, sostenente una torre merlata di tre pezzi, d'oro, aperta del campo.»

Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 10 giugno 1929.[6] Gli ornamenti esteriori da città (dal 2 ottobre 1995) sono rappresentati da una corona dorata con cinque torri portanti merli ghibellini, contornati dai simboli della Repubblica. L'art. 4 dello Statuto comunale del 28.11.2000 protegge e disciplina l'uso dello stemma civico.

Il gonfalone, concesso con regio decreto del 19 ottobre 1933[6], è costituito da un drappo di azzurro.

Onorificenze

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
Titolo di Città
«Decreto del Presidente della Repubblica»
— 2 ottobre 1995[6]

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Dentro le mura:

Facciata della Cattedrale

Fuori dalle mura:

Chiese chiuse al culto:

Siti archeologici

I'anfiteatro, recentemente scavato

Resti di età romana:

Resti di età medievale:

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[9]

Etnie e minoranze straniere

Secondo i dati ISTAT[10] al 1º Gennaio 2021 la popolazione straniera residente era di 195 persone e rappresentava il 2.7% della popolazione residente nel territorio del comune. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Tradizioni e folclore

Foto di san sisto durante la festa padronale

È diffusa la tradizione di sega la vecchia, una festa per dare il benvenuto alla primavera verso metà quaresima. La tradizione consiste nel festeggiare con amici in campagna fino a tarda sera.

Cultura

Istruzione

Scuole

Sono presenti le scuole dell'obbligo scolastico a carattere pubblico, e anche privato per la materna e la primaria. L'Istituto professionale per l'Industria e l'Artigianato Manfredi Bosco, è l'unico istituto d'istruzione superiore.

Biblioteche

La biblioteca comunale ha un patrimonio di 6500 volumi. Biblioteche scolastiche sono disponibili presso la scuola secondaria di primo grado Niccolò Alunno, e presso l'IPIA.

Musei

Il Museo Archeologico dell'antica Allifae ospita numerosi reperti, come armi e strumenti litici, vasellame, oggetti metallici, distinti per periodo e luogo (monte Cila, Roccavecchia di Pratella, materiali provenienti da necropoli), illustrati con pannelli esplicativi. E’ esposto anche parte di un affresco in IV° stile proveniente da una domus romana che si trovava lungo il decumanus maximus della città antica, esplorata agli inizi degli anni 1990. In una sala sottostante, inoltre, sono presenti frammenti di pavimenti a mosaico con decorazioni geometriche bianco-nere databili tra il I secolo a.C. ed il I secolo d.C., anch'essi derivanti da case della città antica.[11]

Il Museo ha ospitato numerosi eventi (visite guidate, incontri, attività didattiche, mostre).[11]

Geografia antropica

Frazioni

Altre località del territorio

Boscarello, Campisi, Cerquelle, Cidonio, Conca d'Oro, Croce dei Pioppi, Defenza, Fontanelle, Forma, Fosse, Gervaso, Madonna della Grazia, Marmaruolo, Masseria Bianca, Montecalvo, Olivétole, Pacifico, Pera, Perazzete, Ponte Meola, Porchiera, Posta Vecchia, Saetta, San Luglio, Santa Lucia, San Michele, San Simeone, San Vittore, Sàure, Scafa, Sferracavallo, Torrione, Tre Portelle, Valle Netta, Valle Spagnola, Vadolargo, Varanelle, Vergini, Vernelle.

Infrastrutture e trasporti

Strade

Alife si collega alla rete autostradale dalla strada statale 372 Telesina, dalla strada statale 158 della Valle del Volturno, e dalla strada statale 87 Sannitica.

Ferrovie

La stazione di Alife è una stazione di transito sulla linea Piedimonte Matese - Santa Maria Capua Vetere - Napoli il cui nome storico è Ferrovia Alifana, che la collega anche con Caiazzo, Santa Maria Capua Vetere, Caserta e altri comuni.

Mobilità urbana

In assenza di servizio di trasporto pubblico urbano, si possono utilizzare le fermate comunali delle linee provinciali della CLP che la collegano ai comuni vicini e al capoluogo di provincia, con collegamenti che si spingono fino a Venafro in Molise. Le autolinee private Eredi Roberto Ferrazza e Ferrazza Group, sono utili per collegamenti in ambito regionale.

Amministrazione

Di seguito l'elenco dei sindaci da quando è presente l'elezione diretta del sindaco da parte dei cittadini (cioè 1993):

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
6 giugno 1993 23 aprile 1995 Geremia Fappiano Democrazia Cristiana Sindaco [12]
23 aprile 1995 13 giugno 1999 Giovanni Guadagno Lista civica di centro Sindaco [13]
13 giugno 1999 12 giugno 2004 Roberto Vitelli Lista civica Sindaco [14]
12 giugno 2004 7 giugno 2009 Roberto Vitelli Lista civica Sindaco [15]
7 giugno 2009 9 marzo 2010 Fernando Iannelli Per Alife Sindaco [16]
10 marzo 2010 14 maggio 2011 Maddalena Di Muccio Per Alife Sindaco facente funzioni
15 maggio 2011 30 marzo 2016 Giuseppe Avecone Per Alife Sindaco [17]
5 giugno 2016 7 settembre 2017 Salvatore Cirioli Uniti per Alife Sindaco [18]
10 giugno 2018 14 maggio 2023 Maria Luisa Di Tommaso Rinascita alifana Sindaco
15 maggio 2023 in carica Fernando De Felice Svolta per il futuro Sindaco [19]

Gemellaggi

Con questa cittadina del frusinate Alife divide, dal 1131, la comune devozione per il patrono, il martire e papa Sisto I, il cui corpo è sepolto per una circa una metà nella cripta normanna della tempio alifano e per la restante parte nella basilica concattedrale alatrina di San Paolo. Le due cittadine, in onore di questo gemellaggio spirituale, ogni anno si scambiano le visite in occasione della festa patronale che ad Alife trova il suo culmine nei giorni 10 e 11 agosto, mentre ad Alatri si svolge il mercoledì in Albis. Un'opera in ceramica cerretese che rappresenta il comune patrono San Sisto è stata posta, nel 1984, sulla facciata della chiesa di Santa Caterina d'Alessandria, a ricordo della prima visita degli abitanti di Alatri e a suggello della fine, dopo nove secoli, di ogni attrito campanilistico.

Sport

Note

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Tabella climatica (TXT), su clisun.casaccia.enea.it (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  5. ^ Decreto legislativo luogotenenziale 11 giugno 1945, n. 373, articolo 1, in materia di "Ricostruzione della provincia di Caserta"
  6. ^ a b c Alife, su ACS - Ufficio araldico - Fascicoli comunali.
  7. ^ Gaetano Cuomo - "L'ecclesiuncula di S. Lucia: un'ipotesi sulla sua fondazione ad opera dei Longobardi", da Clarus, mensile diocesano (aprile-maggio 2005).
  8. ^ Gianni Parisi - "Alife e le sue Chiese" (2006)
  9. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
  10. ^ Statistiche demografiche ISTAT, su tuttitalia.it.
  11. ^ a b System, Museo archeologico dell'antica Allifae, su beniculturali.it. URL consultato l'11 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2018).
  12. ^ Archivio storico del Ministero dell'Interno per le elezioni del 1993.
  13. ^ Archivio storico del Ministero dell'Interno per le elezioni del 1995.
  14. ^ Archivio storico del Ministero dell'Interno per le elezioni del 1999.
  15. ^ Archivio storico del Ministero dell'Interno per le elezioni del 2004.
  16. ^ Archivio storico del Ministero dell'Interno per le elezioni del 2009.
  17. ^ Archivio storico del Ministero dell'Interno per le elezioni del 2011.
  18. ^ Archivio storico del Ministero dell'Interno per le elezioni del 2016.
  19. ^ https://elezioni.interno.gov.it/comunali/scrutini/20230514/scrutiniGI150200020

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Controllo di autoritàVIAF (EN151330558 · SBN CNCL000076 · LCCN (ENn85058508 · GND (DE4428350-7 · BNF (FRcb11992242p (data) · J9U (ENHE987007567161705171
  Portale Caserta: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di caserta