Bari Sardo
comune
(IT) Bari Sardo
(SC) Barì
Bari Sardo – Stemma
Bari Sardo – Bandiera
Bari Sardo – Veduta
Bari Sardo – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sardegna
Provincia Nuoro
Amministrazione
SindacoIvan Mameli (lista civica) dall'11-6-2017 (2º mandato dal 13-6-2022)
Territorio
Coordinate39°50′28.91″N 9°38′49.91″E / 39.841363°N 9.647198°E39.841363; 9.647198 (Bari Sardo)
Altitudine51 m s.l.m.
Superficie37,43 km²
Abitanti3 804[1] (30-11-2023)
Densità101,63 ab./km²
FrazioniCea, Torre di Barì
Comuni confinantiCardedu, Ilbono, Lanusei, Loceri, Tortolì
Altre informazioni
Cod. postale08042
Prefisso0782
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT091005
Cod. catastaleA663
TargaNU
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) bariesi
(SC) bariesus
PatronoBeata Vergine del Monserrato
Giorno festivo8 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Bari Sardo
Bari Sardo
Bari Sardo – Mappa
Bari Sardo – Mappa
Posizione del comune di Bari Sardo
all'interno della provincia di Nuoro
Sito istituzionale

Bari Sardo (Barì in sardo) è un comune italiano di 3804 abitanti della provincia di Nuoro che si trova a 51 metri sul livello del mare.

Origini del nome

Barì è un toponimo di probabile origine protosarda confrontabile con diversi altri toponimi della Sardegna quali: Barái (Siligo), Baraíma (Cabras), Barùmini (Barumini), Barala (Torpè), Barigi (Lotzorai) ecc..

Il nome attuale risale al 1862, quando Vittorio Emanuele II, con regio decreto numero 825, affianca "Sardo" a "Bari" per evitare confusioni col capoluogo pugliese.

Storia

L'uomo è presente nel territorio di Bari Sardo fin dal periodo prenuragico (neolitico), epoca in cui furono innalzati i menhir e scavate le prime domus de janas.

In periodo nuragico, durante l'età del bronzo, vennero edificati 14 nuraghi e alcune tombe dei giganti. Nel periodo romano esisteva in questo territorio un presidio detto Custodia Rubriensis, dal nome della popolazione protosarda dei Rubrensi, che dimorava in queste terre.

L'origine del borgo risale all'alto medioevo quando, per sfuggire alle incursioni di Vandali e Saraceni, le popolazioni si rifugiarono nell'interno, a circa 4 km dalla costa.

Nel medioevo la villa di Barì appartenne al giudicato di Cagliari e fece parte della curatoria dell'Ogliastra fino al 1258, quando, alla caduta del giudicato, venne annessa prima al giudicato di Gallura e poi alla Repubblica di Pisa. Con la conquista aragonese della Sardegna (1324) fu incorporato nella contea di Quirra, feudo dei Carroz. Dal 1603 la contea fu trasformata in marchesato, feudo dei Centelles e poi degli Osorio, ai quali fu riscattato nel 1839 per diventare un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale.

Simboli

«Stemma partito: nel primo d'oro, all'albero di agrumi di verde, fruttato di sei d'oro, nodrito sulla campagna di verde; nel secondo, d'argento, alla torre di rosso, priva di merlatura, chiusa e finestrata di nero, fondata sul mare d'azzurro, fluttuoso d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.»

Vi è raffigurata la torre di Barì, torre d'avvistamento costruita dopo il 1572 su piccolo promontorio lungo la costa per difendere il territorio dalle scorribande dei pirati.

Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di giallo.

Monumenti e luoghi d'interesse

La spiaggia sotto la torre

Il territorio di Bari Sardo si estende tra spiagge e colline, dove si trovano importanti monumenti storici, come i nuraghi di Ibba manna, Ibbixedda, Niedda Puliga, Moru, Mindeddu e Sellersu, le tombe dei giganti Canali, Uli e Pitzu Teccu, e una torre aragonese. Completano il quadro la chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Monserrato e le chiese campestri di San Leonardo, Santa Cecilia, oltre a San Giovanni in località Sa Marina.

Architetture religiose

Architetture militari

Torre di Barì

Lo stesso argomento in dettaglio: Torre di Barì.

Altri luoghi di interesse

L'altopiano di Teccu, luogo di interesse naturalistico e archeologico.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[3]

Etnie e minoranze straniere

Secondo i dati ISTAT[4] al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 90 persone. La nazionalità maggiormente presente è il:

Costume tradizionale

Lingue e dialetti

La variante del sardo parlata a Bari Sardo è il campidanese ogliastrino.

Cultura

Cucina

Prodotti tipici agro-alimentari sono is culurgionis, su pistocu, sa cocoi, su casu ageru e s'arrubiolu.

Tessitura

Tra le attività artigianali più rinomate e tipiche del paese vi è quella tessile, che si distingue per la produzione di tappeti, di cuscini e di coperte in lino, lavorato con la tradizionale tecnica cosiddetta a pibiónis (pr. a pibionisi).[5]

Artigianato

Vi sono come un tempo Artigiani, creatori di ceste in legno e canne realizzate completamente a mano e creatori di tagéris (pr. tagerisi) ovvero i vassoi realizzati in legno pregiati tipicamente adoperati per arrosti di carne poi successivamente usati anche per antipasti.

Infrastrutture e trasporti

Amministrazione

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
19 novembre 1995 29 novembre 1998 Leonilla Taccori liste civiche di centro-sinistra sindaco [6]
29 novembre 1998 26 maggio 2003 Salvatore Chiai centro sindaco [7]
26 maggio 2003 28 maggio 2007 Renato Usai centro sindaco [8]
28 maggio 2007 11 giugno 2012 Pietro Paolo Casu lista civica sindaco [9]
11 giugno 2012 11 giugno 2017 Paolo Sebastiano Fanni lista civica "Uniti per Crescere" sindaco [10]
11 giugno 2017 13 giugno 2022 Ivan Mameli lista civica "L'alternativ@" sindaco [11]
13 giugno 2022 in carica Ivan Mameli lista civica "L'alternativ@" sindaco [12]

Sport

Nel 2008 è stato inaugurato il campo in erba artificiale dello stadio comunale Circillai, dove disputa le partite interne la società U.S. Bari Sardo 1971 Calcio: nata nel 1971, nella stagione 2017-2018 disputerà il 18º campionato di Promozione Regionale della propria storia. I colori sociali sono il bianco ed il celeste e la massima serie raggiunta è l'Eccellenza nell'anno 2004.

Note

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2023 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
  4. ^ Statistiche demografiche ISTAT, su demo.istat.it. URL consultato l'11 gennaio 2012 (archiviato il 25 gennaio 2012).
  5. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 3, Roma, A.C.I., 1985, p. 20.
  6. ^ Comunali 19/11/1995, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  7. ^ Comunali 29/11/1998, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  8. ^ Comunali 25/05/2003, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  9. ^ Comunali 27/05/2007, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  10. ^ Comunali 10/06/2012, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  11. ^ Comunali 11/06/2017, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  12. ^ Comunali 12/06/2022 [collegamento interrotto], su elezioni.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 21 giugno 2022.

Bibliografia

Altri progetti

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