I bootleg dei Beatles, ovvero registrazioni non autorizzate di brani del gruppo, risalgono alla fine degli anni '60; si trattava di materiale rubato o registrato illegalmente.

Storia

Uno dei primi bootleg dei Beatles fu Kum Back, conteneva l'acetato dell'album Get Back messo insieme dal tecnico del suono Glyn Johns il 10 marzo 1969. L'album conteneva primi mixaggi approssimativi e versioni differenti delle canzoni che sarebbero poi state pubblicate sull'album Let It Be. Una copia dell'acetato arrivò negli Stati Uniti e in settembre alcune stazioni radio in tutto il Paese lo trasmisero. Nel frattempo l'album Kum Back apparve anche nei negozi. Non molto tempo dopo, anche il secondo mix di Glyn Johns venne pubblicato clandestinamente. Queste registrazioni, note come le Let It Be Sessions (chiamate anche Get Back Sessions) sono la maggiore fonte di materiale per i bootleg sui Beatles.

Elenco

Qui di seguito è elencata una lista dei più comuni bootleg dei Beatles, divisi per periodo di attività del gruppo.

I Quarrymen e i Silver Beatles (1957 - 1960)

Il primo incontro fra John e Paul (Luglio 1957)

Il 6 luglio 1957 i Quarrymen suonavano a una festa estiva per la parrocchia di St Peter's Parish Church. Verso sera, Paul McCartney incontrò per la prima volta John Lennon dietro le quinte dello spettacolo. A presentarli l'uno con l'altro fu Ivan Vaughan, un comune amico che suonava il basso con il gruppo. Nel 1994 Bob Molyneux, un poliziotto in pensione, ritrovò un nastro dello show, che aveva registrato provando un registratore portatile Grundig. Il nastro, di bassa qualità, conteneva l'esibizione dei Quarrymen che eseguivano Puttin' on the Style di Lonnie Donegan e Baby Let's Play House di Elvis Presley. Il nastro venne messo all'asta nel settembre di quell'anno e venduto da Sotheby's alla EMI per 78.500 sterline, il più alto prezzo mai pagato per una registrazione. La EMI tentò di migliorare la qualità del nastro per includerlo nella Beatles Anthology, ma il nastro venne comunque ritenuto inadatto per una trasmissione televisiva, e così rimase inedito. Un estratto di 30 secondi del nastro, fatto ascoltare da Sotheby's per pubblicizzare l'asta, venne da allora pubblicato su vari bootlegs.

Prove a casa di Paul (1960)

Nastro realizzato dalla band nel 1960, comprende alcune canzoni che sarebbero poi state registrate successivamente in studio. Alcune sono state incluse nel CD 1 della collana Anthology.

Le canzoni del nastro sono:

  1. Well Darling
  2. Johnny Johnny
  3. That's the End
  4. I Don't Need No Cigarette Boy
  5. Matchbox
  6. One After 909
  7. Cayenne
  8. Hello Little Girl
  9. That's When Your Heartaches Begin
  10. Wildcat
  11. I'll Always Be in Love With You
  12. Some Days, Hallelujah I Love Her So
  13. You'll Be Mine
  14. The World Is Waiting for the Sunrise
  15. I'll Follow the Sun
  16. You Must Write Everyday
  17. Movin' and Groovin
  18. Ramrod
  19. An Important Number

Prime registrazioni dei Beatles (1960 - 1962)

Provino Decca (1º gennaio 1962)

Lo stesso argomento in dettaglio: The DECCA Tapes.

Registrazione contenente le 15 canzoni eseguite dai Beatles durante la fallita audizione alla Decca Records.

Prove al Cavern Club (1962)

Esecuzioni al Cavern Club di I Saw Her Standing There, One After 909 e Catswalk. La registrazione avvenne presumibilmente nel settembre 1962.

I nastri dello Star Club (Dicembre 1962)

Lo stesso argomento in dettaglio: Live! at the Star-Club in Hamburg, Germany; 1962.

Nel dicembre 1962, i Beatles suonarono per un periodo di due settimane allo Star Club di Amburgo. Ai tempi, Adrian Barber effettuò una registrazione degli show per Ted "Kingsize" Taylor, che risaltò fuori durante gli anni Settanta, diventando la fonte di molte pubblicazioni semi-legali del periodo.

La registrazione è grezza, ma riesce a catturare un'esibizione grintosa della band. Certe canzoni, come I Saw Her Standing There e Ask Me Why, sarebbero apparse in seguito sui dischi ufficiali del gruppo. Ci sono le reinterpretazioni abituali, ma anche qualcuna non disponibile altrimenti, come ad esempio Where Have You Been? di Arthur Alexander, Sheila di Tommy Roe, I Remember You di Frank Ifield, Falling In Love Again di Frederick Hollander (resa famosa da Marlene Dietrich nel film L'Angelo Azzurro) e Your Feet's Too Big di Fats Waller.

I nastri dello Star Club sono storicamente intriganti poiché catturano i Beatles mentre eseguono alcune delle loro nuove composizioni nello stile selvaggio dei loro esordi pre-celebrità.

Come per i “Decca Tapes”, i nastri divennero la base per numerose future uscite semi-legali su disco, debuttando sull'album Live! at the Star-Club in Hamburg, Germany; 1962 (Lingasong records) nel 1977. (Le edizioni UK e USA del disco hanno una differente scaletta dei brani; una pubblicazione più tarda, The Beatles' Historic Sessions, include tutte e 30 le tracce contenute nei due dischi della Lingasong). Le prime edizioni contenevano delle note esplicative che lasciavano supporre che le registrazioni fossero avvenute nella primavera del 1962, la sera che Ringo Starr sostituì Pete Best alla batteria; attualmente invece, si pensa che i nastri risalgano alla fine del dicembre 1962. La datazione di dicembre sembra essere quella esatta, dato che i nastri stessi appartengono alla EMI che scritturò il gruppo nel giugno 1962.

La Beatlemania e le registrazioni dei concerti (1962 - 1966)

Le BBC Sessions (1962 - 1965)

I Beatles, abitualmente si esibivano dal vivo negli studi della BBC. Non si limitavano a suonare solo i propri pezzi, ma eseguivano anche molte cover di altri musicisti come Buddy Holly, Chuck Berry, o Ray Charles. Queste sessioni spesso sono state fatte passare come inediti di studio del gruppo nei bootleg degli anni Settanta. La popolarità dei nastri alla BBC dei Beatles raggiunse l'apice con la pubblicazione di un box celebrativo di nove CD edito dalla Great Dane Records, The Complete BBC Sessions, che ben presto soppiantò tutti gli altri bootleg in materia, presentando il materiale in ordine cronologico e nella miglior qualità sonora possibile all'epoca. La popolarità presso i fan di questo bootleg, incise negativamente sulle vendite dell'uscita ufficiale del doppio CD Live at the BBC della EMI. Infatti, mentre il disco ufficiale contiene solo una piccola parte dei numerosi brani registrati dai Beatles all'epoca delle sessions BBC, l'uscita pirata fornisce una panoramica molto più esaustiva del periodo in questione. La più recente versione "completa" disponibile delle sessioni, è un box di undici CD in vendita su internet. Nel 2013 la EMI ha pubblicato un secondo volume delle registrazioni dei Beatles alla BBC, l'album doppio On Air - Live at the BBC Volume 2, che ha parzialmente colmato la lacuna.

Concerti (1963 - 1966)

Molti concerti dei Beatles sono apparsi su bootleg. Il primo concerto del gruppo registrato interamente risale al 7 dicembre 1963, all'Empire Theatre di Liverpool. Le esibizioni dei Beatles all‘Hollywood Bowl e allo Shea Stadium, insieme ad altri concerti, sono apparse frequentemente su bootleg. Spezzoni tratti dai due show tenuti all'Hollywood Bowl uscirono anche come album ufficiale nel 1977 con il titolo: The Beatles at the Hollywood Bowl. In tempi recenti, secondo il giornalista Peter Palmiere, sarebbero ricomparsi altri nastri inediti di concerti dei Beatles. I più recenti sono due show tenutisi a Memphis, Tennessee, durante il tour USA del 1966.

Segue una lista dei principali concerti dei Beatles apparsi su bootleg:

Esiste infine, una versione pirata del concerto del 1964 all'Hollywood Bowl, che fu pubblicata nel 1971 circa. Stampata su vinile di colore rosso, ha una copertina arancione con una caricatura di Paul McCartney con in braccio la figlia appena nata, entrambi raffigurati con fattezze porcine.[2] Questa versione è uno dei bootleg più rari dell'intero catalogo pirata dei Beatles.

Studio Outtakes (1962 - 1970)

Un sorprendente numero di nastri dei Beatles in studio di registrazione è disponibile su bootleg. Si passa da sessioni quasi totalmente complete, come per esempio, le sedute mattutine per l'album Please Please Me— a spezzoni frammentari e/o missaggi differenti e versioni alternative di brani presi dagli acetati provvisori.

Storia

La prima registrazione di questo genere ad apparire su bootleg è stata la canzone esclusa dal White Album, What's the New Mary Jane, nel 1972. Cadde nelle mani dei pirati grazie a un acetato di prova che John Lennon aveva dato a un amico. Più tardi, nel 1977, missaggi primitivi di I Am The Walrus e The Fool on the Hill furono trasmessi durante una trasmissione di Radio Luxembourg.[3]

Proprio nel 1977, quando il contratto tra i Beatles e la EMI terminò, la casa discografica riaprì i suoi archivi per il progetto futuro di pubblicare un album interamente fatto di versioni alternative e di inediti; a quel punto si ebbe una vera e propria fuoriuscita di nastri illegali. Il primo gruppo di canzoni a vedere la luce, tratte da una compilation in cassetta fatta in casa, conteneva Leave My Kitten Alone, One After 909 (la versione del 1963), If You've Got Troubles, Christmas Time (Is Here Again!), That Means A Lot, Come and Get It, Rip It Up / Shake Rattle And Roll, Not Fade Away (tratta dalle "Get Back sessions") e Dig a Pony (la versione lunga senza i tagli di Phil Spector).[3]

Nel 1981, il tecnico del suono John Barrett fu incaricato di catalogare l'intera collezione di registrazioni effettuate dalla band in studio durante il loro contratto di sette anni con la EMI. Il frutto di questo lavoro diede il via a due progetti: un documentario audio/video sugli Abbey Road Studios intitolato The Beatles Live At Abbey Road (che uscì il 18 luglio 1983) e un disco di outtakes che avrebbe dovuto uscire intitolandosi semplicemente Sessions, la cui uscita fu impedita dai membri superstiti della band. I più famosi bootleg su cui figurano questi materiali sono le serie Ultra-Rare Trax della Swingin' Pig Records e gli Unsurpassed Masters della Yellow Dog.[3]

Nel 1995, finalmente la EMI pubblicò la serie di CD intitolata Anthology, che conteneva gran parte del materiale citato in precedenza in qualità audio superiore.

Revolution 1 (take 20)

Nel febbraio 2009, una registrazione completa della versione lunga di Revolution 1 (la take 20) (dal White Album) è apparsa sul bootleg Revolution: Take... Your Knickers Off!

Le Get Back/Let It Be Sessions (1969)

Le registrazioni agli Studi Twickenham

Nel gennaio del 1969, il gruppo si riunì, insieme al regista Michael Lindsay-Hogg, per filmare le proprie registrazioni in prospettiva del primo concerto “live” in tre anni della band. Le sessions furono registrate sia in formato audio che video, per il progetto di un futuro documentario e di un nuovo disco dei Beatles. Contrasti interni al gruppo fecero ben presto naufragare il progetto. Comunque, il materiale filmato (quasi 90 ore di registrazione) fu parzialmente pubblicato l'anno seguente come parte del film Let It Be. I Beatles registrarono anche canzoni mai eseguite prima, per esempio Watching Rainbows, e vari brani che sarebbero poi stati pubblicati sugli album solisti dei membri del gruppo, come All Things Must Pass e Hear Me Lord (successivamente pubblicate da Harrison), Gimme Some Truth (finita sull'album Imagine di Lennon), Teddy Boy, Hot as Sun (pubblicate da McCartney nel suo primo omonimo album solista) e The Palace of the King of the Birds (conosciuta anche come The Castle of the King of the Birds) composta da Paul McCartney e ancora inedita.

Dagli anni Settanta a oggi, i nastri di queste sessioni sono stati costantemente saccheggiati per la pubblicazione su bootleg. Di solito, i bootleggers si limitavano a riunire i momenti più interessanti delle registrazioni sotto forma di singolo LP. Ma, all‘inizio degli anni Duemila, una casa discografica specializzata in bootleg, la Yellow Dog Records creò Day by Day, una serie di 38 CD che contengono tutte le registrazioni integrali effettuate durante le sessioni. Inoltre, i CD della Yellow Dog sono anche un grosso passo in avanti per quanto riguarda la qualità sonora del materiale, precedentemente fatto uscire in qualità abbastanza mediocre.

Nonostante tutto questo, un elenco completo di tutte le Get Back sessions non esiste ancora.

Nel gennaio 2003, a seguito di un'indagine della International Federation of the Phonographic Industry, la polizia ha effettuato delle retate nel Regno Unito e nei Paesi Bassi, scoprendo circa 500 nastri pirata delle sessioni originali. Cinque persone sono state arrestate e i nastri riconsegnati alla EMI.

Il Concerto sul tetto

Sebbene il loro piano originario di un concerto dal vivo fosse naufragato, i Beatles si esibirono il 30 gennaio 1969 sul tetto dell'edificio della Apple al numero 3 di Savile Row a Londra. L'intera performance (che fu registrata e filmata per il progetto Let It Be album/film) include le seguenti canzoni:

Get Back #1, Get Back #2, Don't Let Me Down #1, I've Got a Feeling #1, One After 909, Dig a Pony, God Save the Queen (che è ricomparsa sul bootleg tedesco On the Rooftop), I've Got a Feeling #2, Don't Let Me Down #2, e Get Back #3 (versione interrotta per l'arrivo della polizia). Frammenti del concerto si possono vedere nel film Let It Be. Tre brani del concerto, Dig a Pony, I've Got a Feeling e One After 909, furono usati da Phil Spector per essere inclusi nell'album finale della band, Let It Be. Il concerto completo invece, è uscito su svariati bootleg.

La copertina del Black Album

Il Black Album

Lo stesso argomento in dettaglio: The Black Album (The Beatles).

Una delle miriadi di bootleg delle sessioni per Get Back/Let it Be è conosciuto con il nome di Black Album. Sebbene la sua qualità sonora fosse accettabile ai tempi, ormai la maggior parte del materiale presente è stato ripubblicato su CD in una qualità sonora nettamente migliore. Rimane comunque un disco pirata storico, e copie dell'album hanno anche raggiunto quotazioni considerevoli tra i collezionisti, rispetto a tutti gli altri bootleg del gruppo. La veste grafica del bootleg, è una specie di copia in negativo del White Album.[4]

Kum Back

Lo stesso argomento in dettaglio: Kum Back.

Pubblicato clandestinamente nel settembre 1969, l'album è una versione embrionale costituita da missaggi iniziali di quello che sarebbe diventato l'album Let It Be, presi da due acetati di prova preparati dal produttore Glyn Johns.

La copertina di Kum Back

Demo Casalinghi (1963 - 1970)

Versioni primitive di canzoni che sarebbero state registrate successivamente dal gruppo o da altri artisti.
I demo più diffusi su bootleg contengono:

The White Album Demos alias The Kinfauns Demos (Maggio 1968)

I Beatles registrarono provini acustici quasi dell'intero White Album nel maggio 1968 a casa di George Harrison nella località di Esher, Kinfauns.
I demo includono anche numerose canzoni che non finirono sull'album finale:

I bootleg più famosi del periodo in questione sono White Album Demos e From Kinfauns to Chaos (Vigotone, 1999).

L'album From Kinfauns to Chaos contiene i seguenti brani; tutti i brani sono accreditati a Lennon-McCartney, tranne dove indicato diversamente:

  1. Julia
  2. Blackbird
  3. Rocky Raccoon
  4. Back in the U.S.S.R.
  5. Honey Pie
  6. Mother Nature's Son
  7. Ob-La-Di, Ob-La-Da
  8. Junk (McCartney)
  9. Dear Prudence
  10. Sexy Sadie
  11. Cry Baby Cry
  12. Child of Nature (Lennon)
  13. The Continuing Story of Bungalow Bill
  14. I'm So Tired
  15. Yer Blues
  16. Everybody's Got Something to Hide Except Me and My Monkey
  17. What's the New Mary Jane?
  18. Revolution
  19. While My Guitar Gently Weeps (Harrison)
  20. Circles (Harrison)
  21. Sour Milk Sea (Harrison)
  22. Not Guilty (Harrison)
  23. Piggies (Harrison)

Le registrazioni Natalizie

Lo stesso argomento in dettaglio: The Beatles' Christmas Album.

Ogni anno, i Beatles registravano un flexi disc EP pieno di battute scherzose e musica, come regalo di Natale per i membri del loro fan club. Dopo lo scioglimento del gruppo nel 1970 queste registrazioni sono state raccolte in un LP intitolato From Then to You (The Beatles' Christmas Album negli Stati Uniti) riservato, appunto, ai loro fan club. Siccome questo album non è mai uscito ufficialmente né su vinile né su CD, spesso frammenti dell'album sono apparsi su vari bootleg. Una canzone, Christmas Time (Is Here Again), proveniente dalle registrazioni per il Natale del 1967, è stata pubblicata ufficialmente nel 1995 come lato B del singolo di Free as a Bird facente parte del progetto Anthology.

Dopo lo scioglimento della band

A Toot and a Snore in '74

Lo stesso argomento in dettaglio: A Toot and a Snore in '74.

Esistono centinaia di bootleg sulla carriera solista dei membri della band. Ma questo disco è particolarmente degno di menzione, includendo l'unica registrazione conosciuta di John Lennon e Paul McCartney che suonano insieme dopo lo scioglimento dei Beatles nel 1970. Una jam session tra i due (che includeva anche Stevie Wonder, Harry Nilsson, Jesse Ed Davis e Bobby Keys) fu registrata ai Record Plant studios di Los Angeles il 28 marzo 1974. La registrazione venne alla luce solo 18 anni dopo, quando un frammento della stessa fu pubblicato sul disco pirata A Toot and a Snore in '74.

Beware of ABKCO!

Lo stesso argomento in dettaglio: Beware of ABKCO!.

Altro disco bootleg di notevole interesse storico è Beware of ABKCO!, che contiene brani registrati come provini da George Harrison nel maggio 1970 per una possibile inclusione nel suo triplo album solista All Things Must Pass. Tra i molti brani, anche canzoni provate con i Beatles nel 1969 e successivamente scartate o mai completate. L'album, pubblicato non ufficialmente nel 1994, fornisce l'unica possibilità di ascoltare cinque canzoni che Harrison non pubblicò mai in carriera. Tra queste, è presente la traccia Nowhere to Go, scritta da Harrison insieme a Bob Dylan nel 1968.

Falsi bootleg

Un certo numero di canzoni, spesso sono state fatte passare dai pirati come inediti dei Beatles. Questi “falsi” includono:

Materiale non ancora pubblicato su bootleg

Nonostante la maggior parte del materiale inedito del gruppo sia già stato ormai pubblicato sui bootleg più disparati, esistono ancora dei "tesori nascosti" che i fan sono in attesa di poter ascoltare:

Discografia

The Beatles
John Lennon solista
Paul McCartney solista
George Harrison solista

Note

  1. ^ Unterberger (2006), pp. 151–153.
  2. ^ Geoffrey Giuliano, Tomorrow Never Knows - Thirty years of Beatles music and memorabilia, Dragon's World, Limpsfield, UK, 1991, pag. 80 - ISBN 1-85028-270-6
  3. ^ a b c A History of Beatles Bootlegs Archiviato il 22 ottobre 2008 in Internet Archive.
  4. ^ Geoffrey Giuliano, Tomorrow Never Knows - Thirty years of Beatles music and memorabilia, Dragon's World, Limpsfield, UK, 1991, pag. 75 - ISBN 1-85028-270-6
  5. ^ [The Beatles: a diary by Barry Miles Omnibus Press p272.]
  6. ^ rumored
  7. ^ Pag. 241, Le Canzoni di John Lennon, Riccardo Russino; Editori Riuniti, 2004.

Bibliografia

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