Leopoldo Elia

Presidente della Corte costituzionale
Durata mandato21 settembre 1981 –
7 maggio 1985
PredecessoreLeonetto Amadei
SuccessoreLivio Paladin

Ministro degli affari esteri
(ad interim)
Durata mandato19 aprile 1994 –
10 maggio 1994
Capo del governoCarlo Azeglio Ciampi
PredecessoreBeniamino Andreatta
SuccessoreAntonio Martino

Ministro per le riforme elettorali e istituzionali
Durata mandato28 aprile 1993 –
10 maggio 1994
Capo del governoCarlo Azeglio Ciampi
PredecessoreMino Martinazzoli
SuccessoreFrancesco Speroni

Senatore della Repubblica Italiana
LegislaturaX, XIII
Gruppo
parlamentare
X: Democratico Cristiano (X)
XIII: Partito Popolare Italiano
CoalizioneL'Ulivo (XIII)
CircoscrizioneX: Lazio
XIII: Lombardia
CollegioX: Roma VIII
XIII: Milano-Baggio
Incarichi parlamentari
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaXII
Gruppo
parlamentare
Partito Popolare Italiano
CoalizionePatto per l'Italia
CircoscrizioneLazio 2
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDC (1943-1994)
PPI (1994-2002)
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
UniversitàUniversità degli studi di Roma "La Sapienza"
ProfessioneDocente di Diritto costituzionale

Leopoldo Elia (Fano, 4 novembre 1925Roma, 5 ottobre 2008) è stato un giurista e politico italiano, presidente della Corte costituzionale dal 21 settembre 1981 al 7 maggio 1985.

Biografia

Figlio di Raffaele Elia, che è segretario del Partito Popolare Italiano a Fano nel primo dopoguerra e senatore della Democrazia Cristiana nelle prime due legislature della Repubblica. Ai tempi dell'università è stato iscritto alla Federazione universitaria cattolica italiana (FUCI), nella quale fu anche il condirettore della rivista Ricerca. Nell'immediato dopoguerra Elia aderì al gruppo dossettiano, collaborando a Cronache Sociali, e intrecciando legami con autorevoli esponenti del cattolicesimo politico della sua generazione (dai coniugi Glisenti a Carlo Alfredo Moro a Pietro Scoppola), che lo avrebbero accompagnato per tutta la vita.

Fu Giuseppe Dossetti a presentarlo al costituzionalista Costantino Mortati, di cui Elia divenne allievo. Si laureò il 25 novembre 1947 in giurisprudenza all'Università degli studi di Roma "La Sapienza". Funzionario del Senato dal 1º febbraio 1950 al 30 novembre 1962. Nel periodo in cui lavorò al Servizio studi di Palazzo Madama, apprestò la segreteria della Giunta delle elezioni[1]. Ne trasse utili spunti di approfondimento scientifico, che riversò nella voce Elezioni politiche (contenzioso) dell'Enciclopedia del diritto, nel 1965[2]. Fu segretario del Gruppo dei Parlamentari Italiani al Consiglio d'Europa e all'Assemblea Comune della CECA, e svolse successivamente funzioni direttive nel Segretariato dell'Assemblea, incaricato di formulare una costituzione per l'Europa.

Libero docente di diritto costituzionale, ordinario dal 1962, insegnò Istituzioni di diritto pubblico nella Facoltà di Economia e commercio dell'Università di Urbino (sede di Ancona) dal 1960 al 1963 e, come professore ordinario, diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Ferrara nell'anno accademico 1962-1963, dell'Università degli Studi di Torino dal 1963 al 1970 e dell'Università La Sapienza di Roma dal 1970 al 1997. Durante gli anni torinesi (1963-1970) si formò attorno a lui una vera e propria scuola, composta da Gustavo Zagrebelsky, Alfonso Di Giovine, Mario Dogliani, e Francesco Pizzetti. Nel periodo romano (1970-1976) ebbe come allievo, tra gli altri, Carlo Mezzanotte.

È stato eletto il 30 aprile 1976 dal Parlamento giudice della Corte costituzionale, giurando il successivo 7 maggio. Dal 21 settembre 1981 fu Presidente e venne rieletto il 24 settembre 1984. Cessò dalla carica di Presidente il 7 maggio 1985. Il suo periodo alla presidenza, 4 anni, fu uno dei mandati più lunghi. Nel primo periodo alla Corte costituzionale (1976-1981) ha avuto come assistente di studio Augusto Cerri.

Cessato l'incarico, ricoprì sempre[3] ruoli di primo piano:

Leopoldo Elia è stato anche vicepresidente della Commissione per il riordino del settore radiotelevisivo ed è stato socio fondatore del Laboratorio per la polis, rete di cultura e formazione all'impegno civile (2001).[4]

Pensiero giuridico

Negli anni sessanta la sua attività di riflessione si concentrò attorno a due poli: l'organizzazione costituzionale e le libertà civili. Il suo saggio sulla forma di governo per l'Enciclopedia del Diritto del 1970 è forse il saggio più citato nel dopoguerra sull'argomento[5].

Fu sua la celebre formula conventio ad excludendum, per qualificare la regola non scritta secondo cui l'Italia del dopoguerra era una democrazia bloccata, in cui l'alternanza al governo era di fatto impossibile a causa della presenza nel sistema politico del più forte partito comunista d'occidente.

Nel dibattito seguito al messaggio del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga sulle riforme costituzionali (1991) Elia sottolineava come, procedendo nel percorso riformatore, sia da respingere sia la tentazione minimalista, sia l’attesa di una «palingenesi» e «la psicosi dell’azzeramento dell’ordine costituzionale», occorrendo "piuttosto ricercare un equilibrio tra novità e continuità e procedere con coraggio nell’opera riformatrice. Pur con qualche scetticismo sugli effetti degli interventi sugli assetti normativi, giacché «non possiamo illuderci di modificare le cose operando solo sulle istituzioni, se i partiti non si modificano di pari passo»"[6].

Ha sostenuto Sabino Cassese che "c'è un insegnamento complessivo dell'opera di Elia: quello di non concentrare l'attenzione della riflessione costituzionalistica solo sui diritti, di non dimenticare i poteri e le strutture dello Stato. Un insegnamento significativo, se si pensa alla sua duplice esperienza, di funzionario parlamentare e poi di parlamentare (per quasi un trentennio complessivo) e di giudice costituzionale (per nove anni), nella prima veste chiamato particolare a governare i rotismi delle strutture della democrazia, nella seconda a garantire il rispetto dei diritti costituzionali".[7]

Onorificenze

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana
— Roma, 2 giugno 1975[8]
Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte
— 9 giugno 1976[9]

Il gruppo FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) dell’Università degli Studi di Macerata è dedicato alla memoria di Leopoldo Elia.

Opere e Interventi

Note

  1. ^ Per il ricordo dell'allora suo collega della Camera dei deputati, Gianni Ferrara, v. Intervento svolto nella sala Koch di palazzo Madama alla presentazione dei Discorsi parlamentari di Leopoldo Elia, Senato web-tv, 5 ottobre 2018, minuti 14:12-26:01.
  2. ^ Sui suoi trascorsi in Senato, come funzionario prima e come parlamentare poi, cfr. la commemorazione tenuta da Marco Follini.
  3. ^ Per Paolo Armaroli, Nella sera della Repubblica, Sole 24 ore, 7 ottobre 2018, all'elezione presidenziale del 1985 «De Mita avrebbe voluto Elia. Ma Natta obiettò: "Troppo intelligente"».
  4. ^ L'intervista di Fabio Silvestri al presidente Elia alla Polis, su laboratorioperlapolis.it. URL consultato l'8 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2007).
  5. ^ Marco Olivetti, «Elia, protagonista mite e tenace», Avvenire, 6 ottobre 2008.
  6. ^ Cesare Mirabelli, Presentazione del volume Leopoldo Elia. Discorsi parlamentari, Palazzo Madama, Sala Koch - 5 ottobre 2018, pp. 13-14.
  7. ^ S. Cassese, Diritti sì, ma anche poteri e strutture dello Stato, Il Sole 24 ore domenica, 4 novembre 2018.
  8. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  9. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Predecessore Ministro degli affari esteri della Repubblica Italiana(ad interim) Successore Beniamino Andreatta 19 aprile 1994 - 10 maggio 1994 Antonio Martino
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