Pieve di Parabiago | |||||
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Informazioni generali | |||||
Capoluogo | Parabiago 1466 abitanti (1771) | ||||
Dipendente da | Provincia di Milano | ||||
Suddiviso in | 8 comuni | ||||
Amministrazione | |||||
Forma amministrativa | Pieve | ||||
Prevosto | lista sconosciuta | ||||
Organi deliberativi | Consiglio generale | ||||
Evoluzione storica | |||||
Inizio | XIV secolo | ||||
Causa | Secolarizzazione delle pievi | ||||
Fine | 1797 | ||||
Causa | Invasione napoleonica | ||||
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Cartografia | |||||
Pieve dei Santi Gervasio e Protasio | |||||
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Informazioni generali | |||||
Capoluogo | Parabiago 600 abitanti (1500) | ||||
Dipendente da | Arcidiocesi di Milano | ||||
Suddiviso in | 5 parrocchie | ||||
Amministrazione | |||||
Forma amministrativa | Pieve | ||||
Prevosto | ? | ||||
Evoluzione storica | |||||
Inizio | XI secolo | ||||
Causa | Istituzione delle pievi | ||||
Fine | 1584 | ||||
Causa | Decreto di Carlo Borromeo | ||||
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Cartografia | |||||
La pieve di Parabiago o pieve dei Santi Gervasio e Protasio di Parabiago (in latino: Plebis Parabiacensis o Plebis Sanctorum Gervasii et Protasii Parabiacensis) era il nome di un'antica pieve dell'Arcidiocesi di Milano e del Ducato di Milano con capoluogo Parabiago.
I patroni di Parabiago erano i Santi Martiri Gervasio e Protasio, la cui festa viene celebrata ancora oggi a Parabiago.
La pieve di Parabiago esisteva già nel XIII secolo, come ricorda Goffredo da Bussero nel suo Liber Notitiae Sanctorum Mediolani[1], ed all'epoca comprendeva 26 chiese con un totale di 39 altari; da essa dipendevano le comunità di Arluno, Canegrate, Casorezzo, Cerro Maggiore e l'attuale frazione Cantalupo, San Vittore, Uboldo, Legnano e Legnanello.
Sempre Goffredo da Bussero nomina le chiese di Parabiago presenti all'epoca, ovvero Santi Gervasio e Protasio, San Siro (scomparsa), San Vincenzo (scomparsa), San Martino (scomparsa), Santa Maria, San Lorenzo e San Michele. La struttura ecclesiastica diventò nel frattempo il modello per una coestensiva struttura amministrativa secolare e laica nella quella si articolava la Provincia del Ducato di Milano: la pieve civile raccoglieva otto comuni.
Nel 1584 in seguito ad una visita pastorale, l'arcivescovo di Milano Carlo Borromeo declassò Parabiago a sede parrocchiale e, compiendo lo stesso atto rispetto alla chiesa capopieve di Olgiate Olona, creò un'unica nuova capopieve in Legnano[2].
I mutamenti ecclesiastici non influenzarono invece per nulla l'ambito amministrativo civile, rispetto al quale Parabiago fu il capoluogo della propria pieve per altri due secoli: fu l'invasione di Napoleone del 1797 e la conseguente riforma amministrativa voluta dai rivoluzionari giacobini al suo seguito a determinare la soppressione dell'antico compartimento territoriale, sostituendolo con un nuovo ma effimero distretto avente sede a Legnano all'interno di un altrettanto effimero dipartimento varesino.
Dopo tre secoli in cui la chiesa di Parabiago fu sottoposta a diversi restauri, il cardinale Karl Kajetan von Gaisruck, arcivescovo di Milano, ripristinò la prepositura nel 1841 e la pieve nel 1845[3][4], annettendole le parrocchie di Arluno, Casorezzo e Villastanza. Nel 1972, con il sinodo diocesano indetto dal cardinale Giovanni Colombo, arcivescovo di Milano, le pievi vennero abolite ed i loro territori passarono sotto giurisdizioni religiose più ampie come decanati e zone pastorali. La pieve di Parabiago venne inclusa nel decanato del Villoresi, compreso a sua volta nella zona pastorale IV di Rho. Alla capopieve vennero però conservati alcuni privilegi: l'elezione di un prevosto, il titolo di canonici per i sacerdoti residenti (e quindi l'utilizzo dell'almuzia secondo le convenzioni locali), il diritto di intrattenere particolari rapporti con la curia milanese, di nominare propri canonici e di procurare l'acqua santa e gli oli benedetti per tutte le chiese comprese nell'ex pieve.
Nella seconda metà del XVIII secolo, il territorio della pieve era così suddiviso:
Dal punto di vista ecclesiastico, tutto il territorio era a quel tempo incluso nella pieve di San Magno di Legnano.
Alcune sedi parrocchiali incluse nell'antica pieve di Parabiago: