Nel corso del mese di novembre i bolscevichi prendono il potere in varie città dell'ex Impero, tra le maggiori:
- 7 - Minsk, Ivanovo, Orechovo-Zuevo, e Serpuchov
- 8 - Reval, Kazan', Ekaterinburg, e Ufa
- 9 - Vitebsk, Jaroslavl', Kujbyšev, Iževsk, Samara, e Saratov
- 10 - Rostov, Tver', e Nižnij Novgorod
- 12 - Smolensk, Voronež, Krasnojarsk, e Gomel'; il tentativo di prendere Vinnycja fallisce dopo 2 giorni di battaglia (lo stesso per Bila Cerkva, Luc'k, Proskurov, Rivne)
- 13 - Tashkent; il tentativo di prendere Kiev fallisce dopo 5 giorni di battaglia
- 14 - Perm' e Orël
- 15 - Baku e Pskov
- 16 - Mosca e Tuapse
- 17 - Vinnycja (dopo il fallimento del precedente tentativo avvenuto tra il 10 e il 12)
- 22 - A Valka l'Iskolat proclama il potere sovietico nel territorio libero di Lettonia
- 27 - Novgorod e Caricyn (oggi Volgograd)
A fine novembre quasi tutta la Russia etnica a ovest degli Urali è sotto il dominio bolscevico; permangono lacune nelle aree rurali dove è assente una classe operaia, come Tambov, Vologda, Kaluga, e Tula e nella regione del Volga (dove a Samara e Saratov il potere viene preso solo dopo scontri col PSR che vi è egemone); anche tra le minoranze etniche la rivoluzione stenta a imporsi (storicamente vi prevalgono i menscevichi), mentre invece resistenze apposite avvengono nelle zone cosacche nella fascia meridionale che va dal Don lungo le steppe del Caucaso e del Caspio fino a Orenburg e la Cosacchia tartara e più a est nella Buriazia; generalmente nelle zone periferiche dell'ex Impero dove vi è una forte presenza russa (è il caso dell'Ucraina orientale e marittima e del Turkestan centrale), questi si schierano coi bolscevichi, mentre le nazionalità autoctone si schierano perlopiù contro o restano neutrali; di conseguenza le minoranze etniche oppresse da altre minoranze etniche (è il caso di osseti e abcasi coi georgiani) si schierano coi bolscevichi. Tra i finlandesi, estoni, lettoni, lituani vi è la stessa composizione politica che vi è tra i russi. I bolscevichi raccolgono poi adepti tra i prigionieri di guerra tedeschi, austriaci, ungheresi, e bulgari, mentre quelli delle nazionalità da questi oppresse (polacchi, cechi, slavi del sud) si schierano contro i bolscevichi, tanto che il consiglio supremo di guerra polacco richiama le sue unità dal fronte e scioglie il "Comitato esecutivo principale delle forze armate polacche" dell'esercito russo.
Nel corso di novembre i bolscevichi fondano oltre 220 nuovi Comitati militari rivoluzionari, azione che segna l'avvio del loro tentativo di prendere il potere nella località, tra i quali:
- 7 - Quello di Mosca e quello di Voronež
- 8 - Di Rjazan'
- 9 - Di Tula, di Samara, e di Minsk (quest'ultimo diventerà poi "del fronte nord-occidentale")
- 10 - Di Tomsk e di Novorossijsk
- 11 - Di Kiev e di Smolensk
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