Alvito comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Frosinone |
Amministrazione | |
Sindaco | Luciana Martini (lista civica ALBETUM) dal 4-10-2021 |
Territorio | |
Coordinate | 41°41′20″N 13°44′40″E |
Altitudine | 475 m s.l.m. |
Superficie | 51,72 km² |
Abitanti | 2 489[1] (31-01-2024) |
Densità | 48,12 ab./km² |
Frazioni | Castello, Peschio, Santa Maria del Campo, Sant'Onofrio, Val di Rio |
Comuni confinanti | Atina, Campoli Appennino, Casalvieri, Gallinaro, Pescasseroli (AQ), Posta Fibreno, San Donato Val di Comino, Vicalvi |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 03041 |
Prefisso | 0776 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 060004 |
Cod. catastale | A244 |
Targa | FR |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 965 GG[3] |
Nome abitanti | alvitani |
Patrono | san Valerio |
Giorno festivo | martedì successivo alla Pentecoste |
Cartografia | |
Posizione del comune di Alvito nella provincia di Frosinone | |
Sito istituzionale | |
Alvito è un comune italiano di 2 489 abitanti della provincia di Frosinone nel Lazio al confine con l'Abruzzo.
Situato nella valle di Comino, fa parte del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise[4] e della comunità montana Valle di Comino. Ha il titolo di città, in virtù sia del regio dispaccio del 1739 di Carlo VI sia del regio diploma del 1744 del re di Napoli e di Sicilia (Utriusque Siciliae) Carlo di Borbone[5], come confermato con decreto del presidente della Repubblica Italiana del 4 giugno 1987[6].
Il paese si sviluppa a mezza costa del versante meridionale del Monte Morrone (738 m), in posizione dominante sulla sottostante Valle di Comino. Il territorio comunale si presenta prevalentemente montuoso, con la valle che separa gli ultimi rilievi appennici dai rilievi collinari meridionali di Molito.
I rilievi più elevati presenti nel territorio comunale sono la Serra dei Re (1808 m) e il Monte Trani (1.752,7m), entrambi al confine con l'Abruzzo e all'interno del territorio del parco nazionale.
Classificazione climatica: zona D, 1965 GG[7]
Alvito | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 8,7 | 10,3 | 12,7 | 16,0 | 20,7 | 24,8 | 28,2 | 28,4 | 24,6 | 19,2 | 13,9 | 9,9 | 9,6 | 16,5 | 27,1 | 19,2 | 18,1 |
T. min. media (°C) | 0,8 | 1,7 | 3,7 | 6,3 | 10,0 | 13,5 | 15,7 | 15,8 | 13,3 | 9,3 | 5,8 | 2,4 | 1,6 | 6,7 | 15,0 | 9,5 | 8,2 |
Agosto è il mese più caldo dell'anno con una temperatura media di 22.1 °C. Il mese di gennaio presenta invece una temperatura media di 4.7 °C., che configura la temperatura media più bassa rispetto a tutto l'anno[8].
Le prime testimonianze della presenza di un paese (Civitas Sancti Urbani) risalgono al 967, mentre la fondazione del primo nucleo insediativo di "Alvito", il cui nome sembra derivare da mons Albetum (monte Albeto), posto alle sue basi, rimonta all'anno 1096.
Nei secoli successivi lo sviluppo demografico ed economico della zona superiore della città (l'attuale frazione Castello) portò alla nascita di altri centri delle vicinanze, tuttora esistenti. Nel corso del XIII secolo la signoria di Alvito passò sotto il dominio della potente famiglia dei conti d'Aquino, e dalla fine del Trecento venne posta sotto il governo della famiglia Cantelmo, trasformandosi all'inizio del XV secolo in Contea. A Restaino Cantelmo si deve, nel 1350 la ricostruzione del castello, distrutto nell'anno precedente dal terremoto dell'Appennino.
Nel corso del Cinquecento, dopo essere passata al condottiero Pietro Navarro, la Contea di Alvito entrò nel dominio della famiglia Folch de Cardona, in particolare di Raimondo, viceré di Napoli, e dei suoi figli Ferrante e Antonio. Con questi ultimi, tuttavia, attraversò un periodo di generale degrado. Dal 1595 Alvito e buona parte della Valle di Comino diventano feudo della famiglia Gallio, originaria di Cernobbio, che reggerà le sorti del ducato sino alla fine del XVIII secolo. I Gallio abbellisco il paese, ad esempio costruendo il palazzo ducale (Palazzo Gallio) e aprendo, nel 1666, Via Gallia (oggi Corso Gallio), la strada principale, e ne vivacizzano la vita culturale. L'epopea di questa dinastia e la storia del feudo fino ai primordi dell'età barocca si riflesse anche nella letteratura, con la pubblicazione della Descrittione del Ducato di Alvito, opera del 1633 attribuita allo scrittore immaginario Giovanni Paolo Mattia Castrucci, voluta dai Gallio e ristampata con lezioni diverse nel 1686 e nel 1863[9].
Nel corso del XIX secolo, la cittadina registra, in linea con la storia europea, la crescita della borghesia e la modificazione del tessuto urbanistico. Da un lato vede la costruzione di edifici signorili sul corso principale (come ad esempio i palazzi Graziani e Sipari eretti, rispettivamente, nel 1841 e nel 1858), che decretano la spinta economico-sociale nella parte "bassa" del centro, dall'altro vi è l'acquisizione dei segni di una vita civile propri dello spirito borghese, con la costruzione di nuove arterie stradali (in particolare il collegamento Alvito-Castello, terminato nel 1914) e l'istituzione di servizi primari (Ospedale, Pretura, Liceo, Scuola d'agricoltura)[10].
Nella seconda metà dell'Ottocento, si registra in Alvito e in tutta la Valle di Comino un'impennata dell'economia, fondata prevalentemente sull'agricoltura[11], ma anche, accanto allo stagionale migrazione di buona parte della popolazione bracciantile nella campagna romana[12], i primi fenomeni di emigrazione. In particolare, i flussi migratori sono registrati, alla fine del XIX secolo, sia verso l'Europa balcanica, in particolare Turchia e Bulgaria, sia verso le Americhe, con destinazioni principali Brasile e Stati Uniti[13]. Nello stesso periodo, si verificano anche episodi di tratte minorali verso l'Europa continentale, e in particolare in Francia, dove molti bambini alvitani vengono portati a lavorare nelle vetrerie[14]. Dall'inizio del Novecento i flussi interessano, prevalentemente, gli Stati Uniti d'America[15].
Nel 1919, su iniziativa di Vincenzo Mazzenga, vi fu istituita la prima colonia agricola di Terra di Lavoro, per gli orfani dei contadini periti nella prima guerra mondiale, che rimase attiva sino alla metà degli anni trenta[16]. Durante la seconda guerra mondiale, nonostante la vicinanza con il fronte di Cassino e la presenza di un comando tedesco, Alvito fu risparmiata dagli attacchi aerei[17]. Tuttavia, presso la località Fontanelle fu giustiziato l'11 maggio 1944 il partigiano abruzzese Giuseppe Testa, decorato della medaglia d'oro al valor militare alla memoria[18].
Nel corso del Novecento, il centro cominese è stato più volte colpito da eventi sismici, i principali dei quali registratisi nel 1901, nel 1915 e nel 1984, che comunque non ne hanno intaccato il patrimonio storico-artistico. A causa della mai cessata emigrazione, indotta prevalentemente dall'assenza di lavoro, così come avviene in altre piccole realtà meridionali, e nonostante il territorio ricada nel parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, Alvito subisce da tempo un costante spopolamento.
Lo stemma e il gonfalone del comune sono stati concessi con il decreto del presidente della Repubblica del 4 giugno 1987[19].
Lo stemma ha la seguente blasonatura:
«d'argento, al leone d'oro, allumato di rosso, rivoltato, riposante sulla campagna di verde, attraversato dall'olivo di verde, fruttato di nero, fustato al naturale, nodrito nella campagna. Ornamenti esteriori da Città.»
Il gonfalone è un:
«drappo partito di bianco e di verde riccamente ornato di ricami d'oro e caricato della stemma con la iscrizione centrale in oro recante la denominazione della Città. Le parti di metallo e i cordoni dorati. L'asta verticale ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma della città e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.»
Dal basso verso l'alto (dalla Valle al Castello), si hanno numerosi esempi di architetture civili, che risalgono al periodo dal Seicento all'Ottocento. Tranne il caso di Palazzo Elvino (XVI sec.), la più antica fra le dimore private, che si trova nel rione detto "Ospedale", gli altri palazzi d'interesse storico-artistico si trovano concentrati nelle due arterie stradali principali del paese, Corso Gallio e Corso Silvio Castrucci. In particolare, lungo il primo corso, si susseguono i seguenti palazzi:
Lungo il secondo corso, che rappresenta anche la strada che dal centro porta al Castello, o prospiciente ad essa, si trovano nell'ordine:
Abitanti censiti[23]
La popolazione professa per la maggior parte la religione cattolica nell'ambito della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo.
Le principali attività economiche sono legate all'agricoltura, ormai in declino, se si esclude un rinnovato interesse legato alla viticoltura, con la produzione di alcuni vini regolamentati dal disciplinare Atina DOC, e all'artigianato locale. Alvito è anche nota per la produzione di speciali torroni di pasta di mandorle ricoperti di cioccolato fondente. È una tradizione che risale alla fine del XVIII secolo e che ne ha permesso il riconoscimento, da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, tra i prodotti agroalimentari tradizionali laziali[26].
Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema Unità locali, intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero addetti delle unità locali delle imprese attive (valori medi annui).[27]
2015 | 2014 | 2013 | ||||||||
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Numero imprese attive | % Provinciale Imprese attive | % Regionale Imprese attive | Numero addetti | % Provinciale Addetti | % Regionale Addetti | Numero imprese attive | Numero addetti | Numero imprese attive | Numero addetti | |
Alvito | 146 | 0,43% | 0,03% | 286 | 0,27% | 0,02% | 144 | 290 | 153 | 304 |
Frosinone | 33.605 | 7,38% | 106.578 | 6,92% | 34.015 | 107.546 | 35.081 | 111.529 | ||
Lazio | 455.591 | 1.539.359 | 457.686 | 1.510.459 | 464.094 | 1.525.471 |
Nel 2015 le 146 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano lo 0,43% del totale provinciale (33.605 imprese attive), hanno occupato 286 addetti, lo 0,27% del dato provinciale; in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato poco meno di due persone.
Alvito è collegato alla Strada statale 749 Sora-Cassino tramite la strada provinciale 106 e la via Stradone.
Importanti anche la strada provinciale SP226, che raggiunge le frazioni di Sant'Onofrio e Val di Rio, fino alla confluenza con la SS666, che collega Sora a Pescasseroli, portando nel cuore del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, nonché la SP237.
Nella piana di Alvito è presente l'aviosuperifice denominata Amici del Volo.[28]
Nel 1927 passa dalla provincia di Caserta a quella di Frosinone.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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6 giugno 1993 | 27 aprile 1997 | Loreto Capoccia | Eterogeneo | Sindaco | [29] |
27 aprile 1997 | 13 maggio 2001 | Giovanni Diego Ferrante | Centro | Sindaco | [30] |
13 maggio 2001 | 28 maggio 2006 | Giovanni Diego Ferrante | Lista civica | Sindaco | [31] |
28 maggio 2006 | 15 maggio 2011 | Duilio Martini | Lista civica | Sindaco | [32] |
15 maggio 2011 | 5 giugno 2016 | Duilio Martini | Lista civica "Buongoverno alvitano" | Sindaco | [33] |
5 giugno 2016 | 4 ottobre 2021 | Duilio Martini | Lista civica "Buongoverno alvitano" | Sindaco | [34] |
4 ottobre 2021 | in carica | Luciana Martini | Lista civica "Albetum" | Sindaco | [35] |
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