Emilio Sereni

Ministro dei lavori pubblici
Durata mandato2 febbraio 1947 –
1º giugno 1947
Capo del governoAlcide De Gasperi
PredecessoreGiuseppe Romita
SuccessoreUmberto Tupini

Ministro dell'assistenza postbellica
Durata mandato14 luglio 1946 –
2 febbraio 1947
Capo del governoAlcide De Gasperi
PredecessoreLuigi Gasparotto
SuccessoreCarica cessata

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato16 maggio 1963 –
24 maggio 1972
LegislaturaIV, V
Gruppo
parlamentare
Partito Comunista Italiano
CircoscrizioneNapoli
Incarichi parlamentari
IV
Sito istituzionale

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato8 maggio 1948 –
15 maggio 1963
LegislaturaI, II, III
Gruppo
parlamentare
Comunista
CircoscrizioneII-III: Campania
Tipo nominaI: Senatore di diritto
Incarichi parlamentari
I
  • Segretario provvisorio della Presidenza del Senato
  • Componente del Comitato Direttivo del gruppo Comunista
  • Segretario della commissione per la biblioteca
Sito istituzionale

Deputato dell'Assemblea Costituente
Durata mandato25 giugno 1946 –
31 gennaio 1948
Gruppo
parlamentare
Comunista
CircoscrizioneCUN
Sito istituzionale

Consultore della Consulta nazionale
Durata mandato25 settembre 1945 –
24 giugno 1946
LegislaturaCN
Gruppo
parlamentare
Partito Comunista Italiano

Dati generali
Partito politicoPCI
Titolo di studioLaurea in scienze agrarie
ProfessionePubblicista

Emilio Sereni (Roma, 13 agosto 1907Roma, 20 marzo 1977) è stato uno scrittore, partigiano, politico, storico dell'agricoltura italiano e membro dell'Assemblea Costituente.

Biografia

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Nato in una famiglia ebraica di intellettuali antifascisti, si diplomò al Liceo Terenzio Mamiani di Roma[1]. Fratello del sionista-socialista Enzo Sereni, cofondatore del kibbutz Givat Brenner, e di Enrico Sereni, uno scienziato legato ai movimenti antifascisti di Giustizia e Libertà e morto suicida in giovane età;[2] nel 1926 si iscrisse al Partito Comunista Italiano ed un anno dopo si laureò in agronomia a Portici, iniziando poco dopo un'opera di proselitismo nel napoletano, come nel caso di Giorgio Amendola. Nel 1930 si reca a Parigi ed entra in contatto con Palmiro Togliatti. Rientrato in Italia nel settembre dello stesso anno fu arrestato e condannato dal Tribunale Speciale a vent'anni, poi ridotti a 15 per il cumulo delle pene.

Amnistiato nel 1935, espatria clandestinamente a Parigi con la moglie Xenia Silberberg, conosciuta con il nome di Marina, e la piccola figlia Lea; qui è responsabile del lavoro culturale ed è redattore capo di Stato Operaio e La voce degli italiani. Nuovamente scoperto, nel 1943 viene condannato a 18 anni per "associazione sovversiva" ma un anno dopo riesce a fuggire e si stabilisce a Milano, dove il partito gli assegna l'incarico di dirigere l'ufficio di agitazione e propaganda.

Dopo aver svolto un ruolo importante nella Resistenza come rappresentante, insieme a Luigi Longo, del Partito Comunista nel CLNAI di Milano e come componente del comitato insurrezionale costituito nell'aprile 1945, nel 1946 entra nel comitato centrale del PCI (vi resterà fino al 1975) e fu due volte ministro sotto Alcide De Gasperi: la prima come Ministro dell'assistenza postbellica; la seconda come Ministro dei lavori pubblici. Eletto senatore nel 1948 e confermato nel 1953, divenne direttore di Critica marxista e durante la rivoluzione ungherese del 1956 (detti da Togliatti "fatti di Ungheria") fu concorde con tutta la dirigenza del PCI nello schierarsi apertamente con l'Unione Sovietica.

Straordinario poliglotta, conosceva il tedesco, l'inglese, il francese, il russo, il greco, il latino, l'ebraico, alcune lingue morte cuneiformi (come l'accadico, il sumero, l'ittita) e il giapponese[3].

Tra le sue opere ebbero particolare successo Il capitalismo nelle campagne, Il Mezzogiorno all'opposizione, La questione agraria , Storia del paesaggio agrario, ma i suoi scritti sono innumerevoli: la sua bibliografia contiene 1071 scritti ed i primi risalgono al 1930. Donò tutto questo materiale all'Istituto "Alcide Cervi" di Gattatico (RE), di cui fu un fondatore.

La sua vicenda politica e familiare è narrata nel romanzo storico Il gioco dei regni, scritto dalla figlia Clara e pubblicato da Giunti nel 1993.

Opere

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Note

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  1. ^ Luigi Musella, La scuola di agricoltura di Portici nell'esperienza di Manlio Rossi Doria e di Emilio Sereni, in: Studi Storici, Anno 30, n. 3, lug.-sett. 1989
  2. ^ Mirella Serri, op. cit., p. 69
  3. ^ Istituto "Alcide Cervi", Annali, n. 19, Bari, Edizioni Dedalo, 1997, pp. 200-201

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Ministro dei lavori pubblici Successore Giuseppe Romita 2 febbraio 1947 - 1º giugno 1947 Umberto Tupini

Predecessore Ministro dell'assistenza postbellica Successore Luigi Gasparotto 14 luglio 1946 - 2 febbraio 1947 Ministero soppresso
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