Emorragia gastrointestinale
Varici esofagee sanguinanti
SpecialitàGastroenterology
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-10k92.2
MeSHD006471
MedlinePlus003133

Per emorragia gastrointestinale in campo medico, si intende un'emorragia nel lume del tratto gastrointestinale che parte dall'esofago della persona fino ad arrivare al suo termine.

Tipologia

Il sangue emesso dalla bocca può provenire anche da lesioni di organi appartenenti ad altri apparati, come quello respiratorio. Si parla di emoftoe (dal greco αἷμα, "sangue", e ϕϑόη, "consunzione") se il sangue si presenta in forma di striature nell'espettorato e invece di emottisi quando il sangue, in quantità maggiore e schiumoso per la presenza di bollicine di aria, si accompagna alla tosse.

Apparato Digerente

Eziologia

Fra le cause che generano tale perdita di sangue troviamo la rottura di varici esofagee ed emorroidi, che sono le più comuni.

Molte malattie dell'apparato gastro-enterico possono essere complicate da emorragie, a volte drammatiche. L'entità della perdita, la sua durata e la forma in cui il sangue viene espulso dipendono dai seguenti fattori:

Relazione tra organo e tipo di emorragia
Organo Ematemesi Melena Rettorragia
esofago XXXXX XXXX X
stomaco e duodeno XXXX XXXXX X
intestino tenue X XXXXX XXX
colon XX XXXXX
retto e canale anale XXXXX

Patologie emorragiche più frequenti per ogni porzione

Ulcera gastrica

Esofago:

Stomaco:

Intestino tenue, colon, retto:

Vascolarizzazione dell'apparato digerente

Formazione della Vena Porta

Sistema Arterioso

I molti organi che compongono il canale digestivo, lungo alcuni metri, hanno una vascolarizzazione molto complessa basata su un sistema arterioso formato da alcuni tronchi principali, che partono direttamente dall'aorta, che a loro volta si suddividono in rami secondari ed infine in branche più periferiche. La circolazione non è di tipo terminale e la irrorazione dei vari distretti è garantita da numerose anastomosi ( sia tra i tronchi principali sia tra i loro rami secondari) che formano un ampio circolo collaterale.

Sistema Venoso

La circolazione venosa segue abbastanza fedelmente il percorso delle arterie.
La Vena mesenterica superiore corre lungo l'arteria omonima e si fonde con la Vena mesenterica inferiore e con quelle che provengono dalla milza e dallo stomaco (e dalla parte inferiore dell'esofago) per formare la vena porta che termina nel fegato. In questo modo tutto il sangue proveniente dall'apparato digerente e quindi ricco di sostanze nutritive giunge alla ghiandola epatica ove verrà utilizzato in vari processi metabolici.
Questo sangue è tributario della Vena cava inferiore e come detto proviene anche dalla porzione inferiore, endoaddominale, dell'esofago. La parte alta dell'esofago è invece tributaria della vena cava superiore. Questo aspetto anatomico è estremamente importante perché spiega la patogenesi delle Varici esofagee responsabili di emorragie molto gravi.

Lo stesso argomento in dettaglio: Varici esofagee.

Diagnosi

Di fronte a un'emorragia digestiva manifesta, il medico deve:

In base alla gravità e alla durata delle perdite, si possono distinguere:

Il reperto di una enterorragia o di una melena da solo non permette di stabilire con certezza la sede, la entità e la natura del sanguinamento. Pertanto in presenza di una emorragia digestiva è indispensabile il ricorso ad alcune indagini strumentali:

Endoscopia

Questa tecnica, disponibile oggi anche nelle strutture sanitarie più piccole e periferiche, viene impiegata con ottimi risultati fin dall'arrivo del paziente in Pronto soccorso. Consiste nella introduzione di un apparecchio a fibre ottiche detto endoscopio nel canale alimentare attraverso i suoi due orifizi naturali, la bocca o l'ano.

Vantaggi

Limitazioni

Radiografia

Nell'ambito delle emorragie digestive la radiografia può offrire buone informazioni ma presenta anch'essa delle limitazioni. Praticamente inutili sono le indagini praticate senza mezzo di contrasto mentre quelle che utilizzano il bario pur non essendo in grado di fornire dati sulla emorragia consentono almeno di svelare la natura (ulcera, neoformazione, diverticolo) della lesione che ne è responsabile.

Altro discorso invece è quello che riguarda le indagini angiografiche. Questi esami riescono a offrire la soluzione a ogni dubbio diagnostico ma sono fortemente limitati dal fatto che richiedono apparecchiature sofisticate e personale addetto specializzato, non sempre o dovunque disponibile. Inoltre l'esame, che consiste nella introduzione mirata di un mezzo di contrasto in un'arteria specifica o in suo ramo, mediante cateterismo, per risultare efficace deve mettere in evidenza uno spandimento del mezzo di contrasto al di fuori del vaso e ciò è possibile esclusivamente se l'emorragia è in corso e se la sua portata è alta.
L'angiografia offre inoltre grandi possibilità terapeutiche. La cateterizzazione selettiva di un vaso consente infatti di iniettare nella sede del sanguinamento farmaci vasocostrittori o di effettuare embolizzazioni arteriose o venose.

Terapia

La terapia di una emorragia si basa su una serie di provvedimenti intesi a reintegrare la massa ematica perduta mediante somministrazione di sangue, plasma e succedanei, soluzioni idro-saline oltre che di farmaci attivi sulla coagulazione del sangue. Tutto ciò risulta indispensabile a correggere la compromissione delle condizioni generali e sufficiente se l'evento emorragico cessa per emostasi spontanea.

In molti casi l'emostasi deve essere indotta. Per via indiretta endoscopica o radiologica, come detto, o mediante un intervento chirurgico diretto, finalizzato esclusivamente al controllo della fonte di sanguinamento o più frequentemente alla risoluzione della patologia scatenante.

Il trattamento prevede di solito la cura della condizione preesistente o comunque predisponente che può portare a tale sanguinamento. Quindi la terapia è solitamente chirurgica come nel caso della valvuloplastica cardiaca o del trapianto renale.

Le emorragie specifiche possono essere controllate rapidamente con somministrazione intra-arteriosa o endovene di vasopressina.

Note

  1. ^ S.Masciariello in: Giuseppe Zannini - Chirurgia Generale – vol I – Uses 1987

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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