Gran Premio di Monaco 1992 | |||||||||||||
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522º GP del Mondiale di Formula 1 Gara 6 di 16 del Campionato 1992 | |||||||||||||
Circuito di Monte Carlo | |||||||||||||
Data | 31 maggio 1992 | ||||||||||||
Nome ufficiale | L Grand Prix Automobile de Monaco | ||||||||||||
Luogo | Circuito di Monte Carlo | ||||||||||||
Percorso | 3,328 km Circuito cittadino | ||||||||||||
Distanza | 78 giri, 259,584 km | ||||||||||||
Clima | Sereno | ||||||||||||
Risultati | |||||||||||||
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Il Gran Premio di Monaco 1992 è stata la sesta prova del Campionato mondiale di Formula 1 1992, disputata domenica 31 maggio sul Circuito di Monte Carlo. Organizzato dall'Automobile Club de Monaco, la gara si svolse davanti a oltre centomila spettatori[1] e vide la prima vittoria stagionale di Ayrton Senna e della McLaren, davanti alle Williams di Nigel Mansell, autore della pole position e Riccardo Patrese. A punti giunsero anche Michael Schumacher, Martin Brundle e Bertrand Gachot.
Per l'appuntamento monegasco la McLaren mise a disposizione ai propri piloti un sistema elettronico per il controllo del cambio che permetteva, premendo un pulsante inserito sul volante, di scalare le marce.[2] Al contempo, sulla sola vettura di Jean Alesi, la Ferrari aveva montato un nuovo dispositivo per il controllo della trazione.[3] La Lotus portò, poi, un secondo esemplare di 107 da destinare a Mika Häkkinen, che, nel precedente Gran Premio aveva dovuto correre con la vettura non aggiornata.[4]
Nella settimana antecedente il Gran Premio erano circolate voci sull'assenza di Ivan Capelli, che sarebbe stato sostituito per l'occasione del collaudatore della Ferrari Gianni Morbidelli, per problemi di salute.[5] Il pilota italiano smentì seccamente la notizia, riservando un duro attacco alla stampa, accusata di pubblicare informazioni non veritiere.[5]
Le pre-qualifiche si svolsero alle ore 8 di giovedì mattina in condizioni di tempo soleggiato.[6] Michele Alboreto ottenne il miglior tempo, fermando i cronometri in 1:25.413 e staccando Bertrand Gachot di oltre mezzo secondo. Riuscì poi ad accedere alle qualifiche, per la prima volta, la Andrea Moda Formula di Roberto Moreno, seguito dal pilota svizzero della Fondmetal Andrea Chiesa. Chi invece non riuscì ad entrare nelle qualifiche fu Ukyo Katayama che, durante i minuti finali della sessione, scivolò su una macchia d'olio alla curva del Tabaccaio, schiantandosi contro un muretto.[7] Infine Perry McCarthy compì appena due giri all'inizio della sessione che gli furono insufficienti per segnare un tempo, in quanto l'Andrea Moda voleva destinare la seconda vettura a muletto per Moreno nel caso in cui ce ne fosse stato bisogno.[7]
Pos | Nº | Pilota | Costruttore | Tempo | Distacco |
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1 | 9 | Michele Alboreto | Footwork-Mugen-Honda | 1:25.413 | - |
2 | 29 | Bertrand Gachot | Larrousse-Lamborghini | 1:25.980 | +0.567 |
3 | 34 | Roberto Moreno | Moda-Judd | 1:27.186 | +1.773 |
4 | 14 | Andrea Chiesa | Fondmetal-Ford | 1:27.756 | +2.343 |
Vetture non prequalificate | |||||
NPQ | 30 | Ukyo Katayama | Larrousse-Lamborghini | 1:28.310 | +2.897 |
NPQ | 35 | Perry McCarthy | Moda-Judd | Senza tempo |
Le prove libere si svolsero in due sessioni, ciascuna di un'ora e quarantacinque minuti, al venerdì e al sabato mattina.
Durante la prima sessione Nigel Mansell ottenne i migliori parziali, staccando Ayrton Senna di oltre otto decimi.[3] Dietro di loro si piazzarono Gerhard Berger e Michael Schumacher, con Alboreto, favorito anche dall'aver girato pure al mattino,[3] che fu in grado di occupare la sesta piazza. Alesi, invece, non andò oltre il nono posto e lamentò la scarsa potenza erogata dal motore e il comportamento di questo.[3] Subito dietro si piazzò Stefano Modena, la cui vettura aveva mostrato netti miglioramenti rispetto alle gare precedenti.[3]
La sessione di sabato fu, invece, caratterizzata da un incidente occorso a Pierluigi Martini, che, durante la percorrenza del tunnel, perse il controllo della sua vettura e si schiantò contro il guard rail a oltre 250 km/h.[8] Questo fatto portò ad una interruzione delle prove e ci vollero circa trenta minuti per riparare la barriera danneggiatasi.[8]
Le qualifiche si svolsero anch'esse in due sessioni, una al giovedì e una al sabato pomeriggio. Mansell centrò nuovamente il miglior tempo, girando in 1:20.714, seguito da Senna e Patrese. Berger ottenne, poi, il quarto tempo, ma fu contemporaneamente protagonista di un incidente a Massenet per la rottura di una sospensione.[9] Pur uscendo illeso l'austriaco dichiarò che lo schianto avrebbe potuto avere conseguenze peggiori.[9] Jean Alesi, intanto, girando con gomme usate e senza il controllo di trazione portato dal team di Maranello,[9] si piazzò al quinto posto, davanti a Michael Schumacher. Settimo fu Andrea De Cesaris, che al termine della sessione ebbe anche una discussione con Stefano Modena, accusato di averlo rallentato ripetutamente.[9] Stupì, poi, Roberto Moreno che, alla guida della Andrea Moda Formula, riuscì nei primi venti minuti ad issarsi all'undicesimo posto.[7] Il brasiliano scivolò poi al ventesimo posto, in quanto non riuscì ad effettuare altri giri per problemi di surriscaldamento al motore.[10]
Al sabato Mansell mantenne la prima posizione conquistando la pole position e batté per la prima volta il limite dei 150 km/h sul giro,[11] davanti al compagno di squadra Patrese. Il risultato delle qualifiche, però, lasciò degli strascichi tra il pilota italiano e Bertrand Gachot. Il padovano, infatti, che puntava a partire davanti a tutti e riteneva di essere stato pesantemente danneggiato dal comportamento del pilota belga durante il suo ultimo giro lanciato, si recò nei box della Larrousse e lo schiaffeggiò.[8] Senna partì invece dalla terza posizione dopo aver anche danneggiato il suo alettone posteriore nel tentativo di avere la meglio su Alesi,[11] quarto e protagonista di una prestazione al di sopra della portata della propria vettura.[12] Dal canto suo, il pilota francese si ritenne soddisfatto della prestazione, ma ostentò comunque prudenza in vista della gara.[11] Completarono il quadro dei primi sei Berger e Schumacher. Perse, invece, diverse posizioni Stefano Modena che, costretto a guidare la vettura di riserva, fu l'unico a non migliorare il proprio tempo sul giro, scivolando in ventunesima piazza. Riuscì, poi, a qualificarsi, per l'unica volta nella sua storia e con l'ultimo tempo, l'Andrea Moda Formula di Moreno che precedette di appena trentasei millesimi la Brabham di Eric van de Poele. Non riuscirono a qualificarsi anche Damon Hill, Andrea Chiesa e Paul Belmondo.
Al termine delle prove venne poi multato di cinquemila dollari il pilota della Tyrrell Olivier Grouillard, colpevole di non aver rispettato gli ordini dei commissari di percorso di non fermarsi lungo il tracciato.[8]
Pos | Nº | Pilota | Costruttore | Q1 | Q2 | Distacco |
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1 | 5 | Nigel Mansell | Williams - Renault | 1:20.714 | 1:19.495 | |
2 | 6 | Riccardo Patrese | Williams - Renault | 1:22.309 | 1:20.368 | +0.873 |
3 | 1 | Ayrton Senna | McLaren - Honda | 1:21.467 | 1:20.608 | +1.113 |
4 | 27 | Jean Alesi | Ferrari | 1:22.942 | 1:20.895 | +1.400 |
5 | 2 | Gerhard Berger | McLaren - Honda | 1:22.359 | 1:21.224 | +1.729 |
6 | 19 | Michael Schumacher | Benetton - Ford | 1:23.150 | 1:21.831 | +2.336 |
7 | 20 | Martin Brundle | Benetton - Ford | 1:23.872 | 1:22.068 | +2.573 |
8 | 28 | Ivan Capelli | Ferrari | 1:23.613 | 1:22.119 | +2.624 |
9 | 12 | Johnny Herbert | Lotus - Ford | 1:25.979 | 1:22.579 | +3.084 |
10 | 4 | Andrea De Cesaris | Tyrrell - Ilmor | 1:23.552 | 1:22.647 | +3.152 |
11 | 9 | Michele Alboreto | Footwork - Mugen-Honda | 1:23.774 | 1:22.671 | +3.176 |
12 | 24 | Gianni Morbidelli | Minardi - Lamborghini | 1:24.567 | 1:22.733 | +3.238 |
13 | 33 | Maurício Gugelmin | Jordan - Yamaha | 1:24.235 | 1:22.863 | +3.368 |
14 | 11 | Mika Häkkinen | Lotus - Ford | 1:25.809 | 1:22.886 | +3.391 |
15 | 29 | Bertrand Gachot | Venturi Larrousse - Lamborghini | 1:23.606 | 1:23.122 | +3.627 |
16 | 16 | Karl Wendlinger | March - Ilmor | 1:23.978 | 1:23.264 | +3.769 |
17 | 23 | Christian Fittipaldi | Minardi - Lamborghini | 1:25.561 | 1:23.487 | +3.992 |
18 | 22 | Pierluigi Martini | Scuderia Italia - Ferrari | 1:25.665 | 1:23.508 | +4.013 |
19 | 10 | Aguri Suzuki | Footwork - Mugen-Honda | 1:24.340 | 1:23.641 | +4.146 |
20 | 21 | Jyrki Järvilehto | Scuderia Italia - Ferrari | 1:25.050 | 1:23.862 | +4.367 |
21 | 32 | Stefano Modena | Jordan - Yamaha | 1:23.890 | 1:23.909 | +4.395 |
22 | 25 | Thierry Boutsen | Ligier - Renault | 1:23.909 | 1:25.222 | +4.414 |
23 | 26 | Érik Comas | Ligier - Renault | 1:24.816 | 1:23.974 | +4.479 |
24 | 3 | Olivier Grouillard | Tyrrell - Ilmor | 1:24.533 | 1:23.990 | +4.495 |
25 | 15 | Gabriele Tarquini | Fondmetal - Ford | 1:25.614 | 1:24.479 | +4.984 |
26 | 34 | Roberto Moreno | Moda - Judd | 1:25.185 | 1:24.945 | +5.450 |
Vetture non qualificate | ||||||
NQ | 7 | Eric van de Poele | Brabham - Judd | 1:25.702 | 1:24.981 | +5.486 |
NQ | 8 | Damon Hill | Brabham - Judd | 1:26.889 | 1:25.394 | +5.899 |
NQ | 14 | Andrea Chiesa | Fondmetal - Ford | 1:27.140 | 1:25.660 | +6.165 |
NQ | 17 | Paul Belmondo | March - Ilmor | 1:26.501 | 1:25.750 | +6.255 |
Durante il warm-up di domenica mattina, della durata di mezz'ora, Riccardo Patrese fece registrare i migliori parziali, mettendosi dietro il connazionale Alboreto.[6] Mansell, che aveva ottenuto la pole position, non andò oltre il quinto posto. Durante la sessione, poi, Aguri Suzuki fu protagonista di un brutto incidente al Tabaccaio, tanto che, per sicurezza, venne sottoposto a visite mediche in ospedale.[6] I medici diedero comunque il loro assenso affinché il giapponese partecipasse alla gara.[13]
Alla partenza mancava la vettura di Gianni Morbidelli, il quale venne costretto a prendere il via dalla pit lane, visto che non era riuscito a schierarsi per il giro di formazione per problemi al cambio. Al via Mansell mantenne la testa della corsa, mentre Senna riuscì a scavalcare immediatamente Patrese, così come fece Schumacher con Berger. Martini, intanto, incappò nel suo secondo incidente del fine settimana e fu costretto al ritiro. Alla fine del primo giro, dunque, Mansell guidava la corsa davanti a Senna, Patrese, Alesi, Schumacher e Berger. Con alcuni di giri di ritardo, poi, entrò in pista Morbidelli, quasi subito costretto al ritiro, sempre per problemi al cambio.[7] Mansell cominciò a staccare gli avversari, mentre Patrese tentò più volte di attaccare Senna, ma senza alcun successo.[14] Successivamente, però, il pilota italiano fu costretto a rallentare il suo ritmo per problemi al cambio della sua vettura.
All'undicesimo giro Roberto Moreno, alla guida della sua Andrea Moda Formula, risalito fino alla diciannovesima piazza grazie ai vari ritiri, fu costretto al ritiro anch'esso per problemi al motore. Al passaggio seguente, Alesi e Schumacher, che erano in lotta per la quarta posizione, ebbero una collisione: il tedesco tentò infatti un attacco a Loews Hairpin, ma il francese tentò di tenere la posizione e i due si toccarono. Nonostante entrambi fossero riusciti a proseguire, con Schumacher che aveva preso la quarta piazza, la vettura di Alesi aveva ricevuto una botta che aveva danneggiato la centralina elettronica e che lo avrebbe poi costretto al ritiro alcuni passaggi più tardi.[13] Intanto Brundle stava cercando di raggiungere Berger, che lo precedeva, ma, a causa di un errore, danneggiò la sua vettura, costringendolo a tornare ai box per effettuare le riparazioni.
La gara procede senza ulteriori cambiamenti, ad eccezione del ritiro di Berger per problemi al cambio, avvenuto al trentaduesimo passaggio. La situazione, che vedeva Mansell in testa, seguito da Senna, Patrese, Schumacher, Capelli e Alboreto non vide accadimenti fino al cinquantottesimo giro, quando Brundle, in rimonta, tamponò Alboreto facendogli perdere un paio di posizioni.[15] Due giri più tardi l'italiano commise, poi, un errore mentre stava per essere doppiato da Senna rischiando di coinvolgerlo in una collisione. Il brasiliano, nel tentativo di evitarlo, perse quasi dieci secondi da Mansell.[13] Il giro seguente, Capelli, intanto, andò in testacoda e danneggiò il braccio dello sterzo della sua vettura. Pochi metri dopo, alle Piscine, il danno subito dalla vettura gli impedì di proseguire oltre facendolo uscire di pista.
Al 71º giro, poi, Mansell, pensando di aver subito una foratura, rientrò ai box. Si era infatti allentato un dado in una ruota,[13] che aveva a sua volta danneggiato il cerchione.[16] Senna passò così in testa, ma il pilota della Williams rimontò in modo forsennato il distacco di cinque secondi dal brasiliano;[16] durante gli ultimi quattro giri, Mansell tentò in tutti i modi di sopravanzare il rivale, che però resistette. Senna ottenne così la prima vittoria stagionale, e la quinta sul tracciato monegasco (eguagliando Graham Hill), davanti a Mansell, Patrese, Schumacher, Brundle e Gachot.
Pos. | Pilota | Punti |
---|---|---|
1 | Nigel Mansell | 56 |
2 | Riccardo Patrese | 28 |
3 | Michael Schumacher | 20 |
4 | Ayrton Senna | 18 |
5 | Gerhard Berger | 8 |
6 | Jean Alesi | 7 |
7 | Martin Brundle | 5 |
7 | Michele Alboreto | 5 |
9 | Andrea De Cesaris | 2 |
9 | Ivan Capelli | 2 |
9 | Pierluigi Martini | 2 |
12 | Johnny Herbert | 1 |
12 | Mika Häkkinen | 1 |
12 | Bertrand Gachot | 1 |
Pos. | Team | Punti |
---|---|---|
1 | Williams - Renault | 84 |
2 | McLaren - Honda | 26 |
3 | Benetton - Ford | 25 |
4 | Ferrari | 9 |
5 | Footwork - Mugen-Honda | 5 |
6 | Tyrrell - Ilmor | 2 |
6 | Lotus - Ford | 2 |
6 | Scuderia Italia - Ferrari | 2 |
9 | Venturi Larrousse - Lamborghini | 1 |