Ipoventilazione alveolare primitiva | |
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Ondina in un dipinto di John William Waterhouse | |
Malattia rara | |
Specialità | neurologia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 348.8 |
OMIM | 209880 |
MeSH | C536209 |
MedlinePlus | 000078 |
eMedicine | 1002927 |
GeneReviews | Panoramica |
Sinonimi | |
Maledizione di Ondine sindrome da ipoventilazione centrale congenita | |
L'ipoventilazione alveolare primitiva, o sindrome da ipoventilazione centrale congenita (Congenital Central Hypoventilation Syndrome-CCHS), o maledizione di Ondina, è un disturbo raro del sonno, rientrante nella categoria delle ipoventilazioni alveolari centrali, in cui il controllo vegetativo della respirazione risulta assente. Tale difetto comporta la cessazione della ventilazione durante il sonno della persona affetta, come il cavaliere maledetto della leggenda di Ondina.
Colpisce prevalentemente i neonati fin dai primi giorni di esistenza, ma talvolta ci sono casi registrati anche di maschi in età adulta, con episodi più lievi.
I sintomi e i segni clinici possono manifestarsi fin dai primi giorni di vita della persona e sono costituiti da ipoventilazione, apnee, convulsioni e cianosi, disturbi della personalità. La mutazione del gene malato colpisce il sistema nervoso simpatico, responsabile di meccanismi normalmente automatici nel nostro corpo. Per questo tra i sintomi vi sono anche difficoltà nella digestione, battito cardiaco irregolare, strabismo.
L'Ipoventilazione alveolare primitiva, tipicamente un disturbo congenito, appare anche, in circostanze rare, dovuto ad un trauma fisico spinale (dopo un incidente di auto, o un errore fatto durante la neurochirurgia). L'indagine medica sui pazienti con questa sindrome ha condotto ad una comprensione più profonda di come il corpo ed il cervello regolano la respirazione ad un livello molecolare. La sequenza di PHOX2B rivela mutazione nel 91% dei casi. I figli delle coppie malato-sano hanno il 50% di probabilità di ereditare la sindrome, percentuale che sale al 100 nel caso entrambi i genitori ne siano affetti. Esiste un test genetico che permette di capire già dai primi mesi di gravidanza lo stato del nascituro.[1]
Attualmente non esistono cure per questa malattia, diagnosticata per la prima volta solo negli anni settanta. I malati sono costretti a fare uso per tutta la vita di dispositivi meccanici per la respirazione indotta. Con diverse varianti, sono riconducibili a tre categorie: