presidente della commissione speciale per l'esame delle leggi elettorali (18 ottobre 1947 - 31 gennaio 1948)
vicepresidente della commissione speciale per l'esame delle leggi elettorali (5 maggio 1947 - 18 ottobre 1947)
presidente della commissione speciale per riferire sul disegno di legge che modifica il decreto legislativo 10 marzo 1946, per la elezione della camera dei deputati (25 giugno 1946 - 31 gennaio 1948)
presidente della commissione speciale per riferire sul disegno di legge riguardante le norme per la compilazione delle liste elettorali nella provincia di Gorizia (25 giugno 1946 - 31 gennaio 1948)
presidente della commissione speciale per l'esame del disegno di legge che detta norme per la limitazione temporanea del diritto di voto ai capi responsabili del regime fascista (25 giugno 1946 - 31 gennaio 1948)
membro della commissione speciale per l'esame delle leggi elettorali (5 maggio 1947 - 31 gennaio 1948)
membro della seconda commissione per l'esame dei disegno di legge (27 febbraio 1947 - 19 luglio 1947, 28 gennaio 1948 - 31 gennaio 1948)
Nato in una famiglia nazionalista, durante la prima guerra mondiale sostenne le posizioni dell'interventismo e si arruolò negli alpini col grado di sottotenente: la barbarie del conflitto lo convinse a passare dalla parte del pacifismo nonostante la sua decorazione al valor civile e militare e la sua promozione a capitano del Regio esercito.
Arrestato nel 1926 a Milano per attività antifascista, Scoccimarro venne condannato dal Tribunale Speciale a vent'anni di carcere. Nel 1937 la pena fu commutata nel confino,[1][2] che egli scontò principalmente a Ponza e sull'Isola di Santo Stefano (Ventotene); in tale occasione conobbe Maria Baroncini (sorella di Nella, consorte di Antonio Cicalini), sua futura moglie. Liberato dai partigiani comunisti[senza fonte] il 17 agosto del 1943, partecipò alla Resistenza e fu uno dei membri più importanti del centro del partito a Roma.
Ferruccio Parri lo nominò Ministro delle finanze nello stesso giugno 1945, e conservò tale ruolo fino al 1947, con il governo De Gasperi II. Quale ministro, operò eliminando le bardature di guerra e liberalizzando il sistema concorrenziale, ma non riuscì nel proposito d'imporre una tassa sui sovraprofitti di guerra a causa della caduta del governo.
Ricoprì inoltre l'incarico di Alto commissario aggiunto per l'epurazione nella pubblica amministrazione.
Nella prima legislatura repubblicana fu senatore di diritto. Successivamente fu sempre rieletto al Senato, del quale fu anche vicepresidente e rappresentante al Parlamento europeo.
Emarginato all'interno del PCI, egli era deciso nel 1972 a tentare la scalata verso la segreteria nazionale, ma morì improvvisamente poche settimane prima del congresso che elesse Enrico Berlinguer.
^Commissione di Roma, ordinanza del 5.4.1937 contro Mauro Scoccimarro e altri ("Dirigenti comunisti - alcuni di primissimo piano come Terracini, Scoccimarro e Frausin - e l'anarchico Vatteroni, coinvolto nell'attentato Lucetti, sono confinati dopo aver scontato lunghe pene detentive"). In Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943, Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. IV, p. 1402.
^Commissione di Littoria, ordinanza del 13.3.1942 contro Mauro Scoccimarro e altri ("Al termine della pena precedente riassegnati per la loro pericolosità politica"). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943, Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. IV, p. 1305