Durante la prima guerra mondiale servì nei reparti di assalto degli Arditi; nel periodo della disfatta di Caporetto si impegnò in operazioni particolarmente audaci e venne proposto per una medaglia al valore. A guerra finita tornò a Roma, dove si era trasferito con la famiglia da bambino, divenendo una delle figure di riferimento della locale sezione dell'associazione degli Arditi d'Italia. Nel prosieguo prese parte all'Impresa di Fiume. Nell'aprile del 1921, venne eletto consigliere del nuovo comitato d'azione nella sezione romana dell'ANAI e pochi mesi dopo, insieme agli ufficiali Argo Secondari e Pierdominici, fondò gli Arditi del Popolo.
Antifascista vicino all'ideologia anarchica, e da molti considerato anarchico a tutti gli effetti,[2][3], il suo nome rimane legato anche a quello di Vincenzo Baldazzi sia come organizzatore delle squadre antifasciste degli Arditi del Popolo nate dalla scissione, guidata da Argo Secondari, dell'Associazione Nazionale Arditi d'Italia,[4] sia per la Resistenza. Nel periodo negli scontri con i fascisti negli anni venti a Roma rimase ferito alla schiena da una coltellata. Fu attivo durante gli scontri che, nel centro di Roma, si verificarono in concomitanza con il congresso fondativo del P.N.F. nel novembre 1921[5]. Successivamente, con il fascismo asceso a regime, si avvicinò al Partito d'Azione. Questo, soprattutto nel periodo della guerra di Spagna, ebbe infatti forti contatti e collegamenti con il movimento anarchico a causa della comune matrice sia antifascista che antistalinista.
Venne catturato, ma riuscì a fuggire. Un delatore lo tradì; catturato nuovamente in via Leccosa il 2 marzo1944 dalla cosiddetta banda Koch (vero e proprio reparto di polizia speciale[6]) fu trasferito nella Pensione Oltremare di via Principe Amedeo, 2, (dove fu compagno di cella di Pilo Albertelli) e venne torturato a lungo senza però che gli venissero estorte notizie sui compagni. Fu in seguito trasferito al carcere di Regina Coeli il 20 marzo1944 venendo così ascritto alla lista delle persone a disposizione della Procura. A seguito dell'eccidio di via Rasella a Roma per ritorsione fu tradotto alle Fosse Ardeatine e trucidato.
«Comandante di una squadra di arditi del Popolo combatté valorosamente a Porta San Paolo e alla Madonna del Riposo fugando il nemico. Ricercato e arrestato dalla polizia nazifascista riusciva audacemente ad eludere la vigilanza e a conquistare la libertà per riprendere il suo posto nella lotta. Tradito da vile delatore e sorpreso durante un convegno con altri partigiani, dopo fiera colluttazione veniva immobilizzato e, benché ferito, trasportato nelle camere di tortura ove aveva inizio il suo calvario. Per diciotto giorni soffrì le più efferate torture e lo scempio del corpo; tradotto alle Fosse Ardeatine si univa nella morte agli altri eroi che hanno bagnato col loro sangue quella terra divenuta sacra alla Patria.» — Fosse Ardeatine, 24 marzo 1944
^Dal documento del COMUNE DI VENEZIA SERVIZI DEMOGRAFICI - Ufficio dello stato Civile
Atto di nascita nr. N. 3887 Parte I Serie / Uff. 1 Anno 1898 - Data di nascita: Risulta che il giorno UNDICI del mese Dicembre dell’anno 1898 alle ore sei e minuti zero è nato in Venezia - Cognome: ELUISI - Nome: Aldo
L'unico documento che erroneamente riporta la data di nascita all'11 settembre 1898 è la scheda nr. 230 dell'Associazione fra le famiglie dei Martiri delle Fosse Ardeatine, i documenti ufficiali riportano correttamente la data dell'11 dicembre 1898 - Documenti ufficiali
«.....Così come testimonia, tra le tante, la vita dell’anarchico Aldo Eluisi.....»
^scissione che sottolineò la frattura all'interno dei reduci dell'Arditismo di guerra evidenziata dalle colonne dell'Ardito da Mario Carli. Fonte: ANPIArchiviato il 30 settembre 2007 in Internet Archive..
^Alessandro Portelli, L'ordine è già stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria, Feltrinelli, Milano 2012, pag. 71.
Valerio Gentili, La Legione romana degli Arditi del Popolo, ed. Purple Press, Roma, 2009, ISBN 978-88-9590-322-4.
Luigi Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana, l'anarchismo in Italia dal Biennio Rosso alla guerra di Spagna (191-1939), edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
Eros Francescangeli, Arditi del popolo, Odradek, Rom, 2000
Marco Rossi, Arditi, non gentarmi! Dall'arditismo di guerra agli Arditi del Popolo, 1917-1922, edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 1997
Luigi Balsamini, Gli arditi del popolo. Dalla guerra alla difesa del popolo contro le violenze fasciste, Galzerano Ed. , Salerno.
Paolo Spriano, Storia del Partito comunista, Einaudi, Torino, 1967-1975 - 5 volumi
Renzo Del Carria, Proletari senza rivoluzione. Storia delle classi subalterne italiane dal 1860 al 1950, 2 voll., Milano, Edizioni Oriente, 1970 (I ed. 1966), (in particolare il XVII Capitolo "La giusta linea non seguita": Parma come esempio di vittoriosa resistenza politica-militare al fascismo (1-6 agosto 1922).
AA. VV., Dietro le barricate, Parma 1922, testi immagini e documenti della mostra (30 aprile - 30 maggio 1983), edizione a cura del Comune e della Provincia di Parma e dell'Istituto storico della Resistenza per la Provincia di Parma
AA. VV., Pro Memoria. La città, le barricate, il monumento, scritti in occasione della posa el monumento alle barricate del 1922, edizione a cura del Comune di Parma, Parma, 1997