Lucilla Morlacchi (Milano, 29 aprile 1936 – Milano, 13 novembre 2014[1]) è stata un'attrice italiana.
Lucilla Morlacchi frequentò l'Accademia dei filodrammatici di Milano e debuttò con la compagnia di Ernesto Calindri e Lina Volonghi ne Il maggiore Barbara di George Bernard Shaw, il 3 ottobre 1956 al Teatro Eliseo di Roma. Per due stagioni collaborò con la compagnia Calindri-Volonghi, quindi con la compagnia Calindri-Zoppelli, finché Luchino Visconti nel 1960 la scritturò ne L'Arialda di Giovanni Testori. Successivamente Visconti le affidò il ruolo di Concetta nel film Il Gattopardo (1963) e quello di Varja nella messa in scena del Giardino dei ciliegi di Anton Čechov (1965).
Poco attiva nel cinema, alternò gli impegni alla radio con la televisione e il teatro. Nel periodo 1961-1977 collaborò con il Teatro Stabile di Genova, sotto la direzione di registi già affermati come Luigi Squarzina, in particolare, e Luca Ronconi. Nel periodo 1978-1989 stabilì un solido rapporto artistico con Franco Parenti e Andrée Ruth Shammah, animatori del Salone Pier Lombardo di Milano.
Per la regia di Massimo Castri interpretò Le serve di Jean Genet,[2] che le valse il premio Eleonora Duse 1990 e il premio Ennio Flaiano 1992. Sempre nel 1990, alle Orestiadi di Gibellina, interpretò La sposa di Messina di Friedrich Schiller, con Massimo Popolizio e Giulio Scarpati, per la regia di Elio De Capitani.[3] Nel 1995, alla Biennale di Venezia, interpretò I Turcs tal Friul di Pier Paolo Pasolini, nuovamente per la regia di Elio De Capitani.[4]
Il 30 gennaio 2008, al Teatro Filippo Marchetti di Camerino, debuttò nel ruolo di suor Aloysia ne Il dubbio di John Patrick Shanley, con Stefano Accorsi (nella parte di padre Flynn) e la regia di Sergio Castellitto.[5] Il successo di pubblico portò a una seconda stagione di repliche.[6]
Nel 2012 presentò Lo schifo. Omicidio non casuale di Ilaria Alpi nella nostra ventunesima regione, testo di denuncia civile, scritto da Stefano Massini, sull'assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.[7]
Negli anni si dedicò anche alle letture: nel 1997 la lettura integrale del Vangelo secondo Matteo, letture dantesche a più riprese e le poesie di Alda Merini. La sua ultima apparizione in pubblico è stata il 17 luglio 2014 al Sacro Monte di Varese con Il Grande Inquisitore, da Fëdor Dostoevskij.[8]
Muore improvvisamente la mattina del 13 novembre 2014 nella sua casa di Milano, la sua urna riposa nella stessa casa dove abitava.[9][10]