Dark Horse Comics
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StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Fondazione1986
Fondata daMike Richardson e Randy Stradley[1]
Sede principaleMilwaukie
GruppoEmbracer Group (dal 2022)
Persone chiave
  • Mike Richardson, presidente ed editore
  • Neil Hankerson, vicepresidente esecutivo
  • Tom Weddle, direttore finanziario
  • Randy Stradley, vicepresidente per l'editoria
  • Matt Parkinson, vicepresidente per il marketing
  • Dave Marshall, redattore capo
  • Johnny B. Lee, direttore generale divisione Dark Horse Games
SettoreEditoria
ProdottiFumetti, Merchandising, Opere Multimediali (per TV, Cinema, Streaming), Video Games.
Sito webwww.darkhorse.com
La sede di Dark Horse Comics.

Dark Horse Comics è una casa editrice di fumetti statunitense fondata nel 1986 da Mike Richardson e Randy Stradley con sede a Milwaukie, nell'Oregon.[1] Contende a Image Comics e a IDW Publishing il ruolo di principale editore indipendente di fumetti, dietro alle due major DC Comics e Marvel Comics. Esordisce con la serie antologica Dark Horse Presents[1]. Si tratta del più grande editore di fumetti ad avere un solo proprietario, ovvero Mike Richardson, capace di creare una società multimediale di successo, che lo ha portato a essere considerato una delle dieci persone più influenti nel mondo dei fumetti.[2] Oltre a essere una delle case editrici che hanno trasposto il maggior numero di opere in film cinematografici, la Dark Horse è stata la prima ad avere un catalogo per la distribuzione di fumetti digitali online.[2]

A partire dal 1990 riesce ad attrarre grandi nomi del panorama fumettistico quali Frank Miller (per il quale pubblica Sin City, le opere su Martha Washington, l'epica 300, Hard Boiled e altre), Art Adams, John Byrne, Walter Simonson, Mike Mignola (che crea Hellboy e il suo universo narrativo), Stan Sakai (con Usagi Yojimbo, distribuito fino al 2018), Sergio Aragonés (Groo), Eric Powell (con le grottesche avventure di The Goon), Neil Gaiman (Murder Mysteries), il mangaka Katsuhiro Ōtomo, dal quale ottiene i diritti per pubblicare Akira, e Michael Chabon, con il suo Escapist.[3] Dark Horse è anche riconosciuta come il principale editore di fumetti sotto licenza al mondo.[3] Pubblica, tra gli altri, i fumetti di Guerre Stellari (tra il 1991 e il 2014, e dal 2022 per la linea All Ages)[4], i fumetti di Buffy l'ammazzavampiri e i personaggi legati alla relativa serie televisiva (tra il 1998 e il 2018),[5] l'universo fantascientifico della Fox (tra il 1988 e il 2020), da cui i franchise di Alien, Predator, Aliens vs Predator e Prometheus, videogiochi quali Starcraft, Tomb Raider e Conan il barbaro (2004-2018), la serie TV fantascientifica The Orville e alcune proprietà riguardanti i personaggi animati Disney, quali Gli Incredibili e Frozen. Questo processo di acquisizione di licenze di celebri franchise, iniziato nel 1988 con la pubblicazione dei fumetti Aliens e Predator, porta Mike Richardson a voler invertire la tendenza e portare i personaggi di Dark Horse a essere sviluppati come franchise cinematografici e televisivi.[3] Questa convinzione ha portato la casa editrice a esplorare il mondo del cinema e a fondare la propria compagnia cinematografica, la Dark Horse Entertainment, nel 1992.[3] Il progetto è vincente, tantoché vengono prodotti quattro film nei primi tre anni, due dei quali, The Mask (con Jim Carrey e Cameron Diaz) e Timecop (con Jean-Claude Van Damme), esordiscono al primo posto al botteghino.[3] Entrambi sono creazioni di Richardson.[3]

Nel corso degli anni si continua però a dare ampio spazio ad autori e artisti che vogliono proporre fumetti originali e innovativi. Attualmente la casa editrice pubblica anche le opere legate all'acclamato Mignolaverse, universo narrativo creato da Mike Mignola intorno al personaggio cardine di Hellboy, i fumetti del Black Hammer Universe del pluripremiato Jeff Lemire, diverse opere di Matt Kindt e Brian Wood, alle quali si va ad aggiungere dal 2018 il marchio Berger Books, curato da Karen Berger, storica editrice della Vertigo (fino al 2013). Dal 2022 in collaborazione con il regista/scrittore/attore Kevin Smith viene lanciata l'etichetta Secret Stash Press.[6] A questa si aggiunge l'imprint Dagu Publishing di Stan Sakai e Albatross Funnybooks di Eric Powell[7][8].

Storia

Genesi e affermazione (1986-1991)

La Dark Horse Comics nasce a metà del 1986 come Dark Horse Publishing, fondata da Mike Richardson e Randy Stradley. Richardson era un affermato operatore di una catena di negozi di fumetti di successo nell'area metropolitana di Portland[9]. Decise di entrare nel mondo dell'editoria e, insieme all'amico Randy Stradley, nel 1986 investì i profitti della sua catena di librerie per fondare una nuova casa editrice indipendente[9]. La spinta a intraprendere questa avventura imprenditoriale nasce dalla realizzazione che i creatori dei fumetti che vende non detengono (nella maggioranza dei casi) i diritti sulle opere realizzate[10]. Dopo aver conosciuto diversi autori e artisti che si sono recati presso le sue fumetterie, decide di provare a creare una compagnia che garantistica e tuteli chi realizza fumetti, sia per le proprietà intellettuali (sulle creazioni originali) sia per una giusta ricompensa[10]. Lo scontro tra autori e grandi gruppi editoriali si è già palesemente manifestato nella prima metà degli anni ottanta[11]. Basti citare la causa intentata da Steve Gerber alla Marvel per i diritti su Howard The Duck, depositata ufficialmente nella storica data (per i comic) del 29 agosto 1980[11]. Azione legale appoggiata dal King dei comic Jack Kirby in polemica anch'esso con la Marvel per il mancato riconoscimento (finanziario e artistico) per la creazione di gran parte dei personaggi più iconici dell'Universo Marvel[11]. Sia Gerber sia Kirby non vincono la loro partita ma Richardson vuole cambiare radicalmente le regole[10]. Per questo si rivolge, insieme a Stradley, all'amico Mark Verheiden che all'epoca cura una rivista APA, ovvero una pubblicazione per aspiranti creatori[10]. Mark ha già l'esperienza e i contatti per mettere insieme la produzione di un albo a fumetti, la prima pietra può essere posata. Richardson, Stradley, Verheiden, a cui si aggiunge Chris Warner creano e fanno esordire l'albo antologico a fumetti Dark Horse Presents n. 1, che contiene storie di Chris Warner, Paul Chadwick, R. Stradley e Randy Emberlin[10]. Per raggiungere il break even, ovvero non perdere risorse investite, devono vendere 10 000 copie ma il successo va oltre ogni aspettativa[10]. L'albo va più volte in ristampa e si vendono circa 50 000 copie, è la scintilla necessaria che dà i natali a una nuova casa editrice[10]. La serie Dark Horse Presents diviene una delle più longeve della casa editrice, pubblicata dal luglio 1986 al settembre del 2000 per un totale di 157 numeri[12]. Il successo definitivo arriva però con la seconda pubblicazione: Boris the Bear Slaughters the Teenage Radioactive Black Belt Mutant Ninja Critters, creato da James Dean Smith. Il primo numero arriva a vendere 80 000 copie segnando l'inizio dell'ascesa della Dark Horse come casa editrice indipendente[1][9]. Il titolo è un palese tentativo di seguire la scia del grande successo ottenuto da Kevin Eastman e Peter Laird con il fumetto Teenage Mutant Ninja Turtles dei Mirage Studios (creato nel 1984), il fumetto indipendente record di vendite negli anni ottanta[1]. D'altra parte si trattava della prova che il Direct Market, ovvero la vendita tramite la distribuzione nelle fumetterie e il circuito librario, permetteva a piccoli editori di emergere anche con pubblicazioni alternative e (spesso) in bianco e nero[1]. In seguito a questo successo nacquero diverse case editrici e, nel 1986, insieme alla Dark Horse invasero il mercato nuovi editori quali: ACE Comics, Adventure Publications, Aircel, Apple Comics, B-Movie Comics, Crystal Publications, Entertainment Comics, Eternity Comics, Fantagor Press, Fantasy General Gladstone Comics, Malibu Comics, Now Comics, Pied Piper Comics, Pyramid Comics, Quality Comics, Silver-Wolf Comics, Slave Labor Graphics, Showcase Publications, Solson Publications, Spotlight Comics e U.S. Comics[1]. La maggior parte di questi editori indipendenti è però destinata a chiudere in breve tempo ma la Dark Horse, grazie alla qualità delle sue pubblicazioni e ai titoli pubblicati su licenza riesce però a sopravvivere e a prosperare[1]. Riesce inoltre a diversificare la sua offerta arrivando a lanciare, nel suo primo anno di vita, nove nuovi titoli tra cui The American, The Mark, Trekker, e Black Cross[3]. Ma il personaggio più importante a esordire in

Copertina della raccolta "Concrete - Profondità", di Paul Chadwick. Edizione italiana di Panini Comics

quell'anno è Concrete di Paul Chadwick[13]. Il personaggio nasce già su Dark Horse Comics n. 1 (del 1986) per poi apparire in altre storie brevi all'interno della prima storica serie dell'editore[13]. Concrete è una creatura colossale e di materiale artificiale all'interno della quale viene impiantata, dagli alieni (per sbaglio), la mente di un essere umano di nome Ronald Lightgow[13]. In apparenza sembrano le origini di un supereroe uscite dalle pagine di un fumetto della Silver Age. L'autore però non crea una serie legata al genere ma sviluppa una storia dai toni realistici e che è funzionale ad affrontare tematiche di carattere esistenziale, politico e sessuale[13]. Capendone il potenziale, Richardson ne pubblica una serie regolare dal titolo Concrete n. 1 (del marzo 1987)[13]. La scelta è vincente, l'opera è acclamata dalla critica e guadagna 26 premi e nomination nei primi due anni dal suo esordio. Anche i lettori la premiano e arriva a essere il fumetto più longevo all'interno del catalogo Dark Horse che nei decenni successivi ne pubblica diverse miniserie e storie brevi, mantenendo sempre in stampa le raccolte in Trade Paperback relative al materiale pubblicato[13]. Paul Chadwick riesce quindi con la sua opera a inserirsi nel filone del fumetto revisionista degli anni ottanta al pari di altre opere più celebrate di quel periodo quali: Il ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller; Miracleman e Watchmen di Alan Moore[1][13]. Questo porterà autori affermati a vedere la nuova casa editrice indipendente come un punto di riferimento per produrre materiale alternativo e al di fuori delle logiche di mercato di due grandi editori come la Marvel Comics e la DC.

Il 1987 è un anno di difficoltà per gli editori indipendenti, la compagnia Glennwood Distributors, uno dei più importanti distributori di fumetti degli Stati Uniti è costretto a chiudere in quanto si ritrova i magazzini pieni di materiale invenduto, prevalentemente composto da indie-comics[13]. L'ottimismo sull'espansione del mercato indipendente, soprattutto dei nuovi piccoli editori e dei nuovi titoli in bianco e nero aveva portato a prenotare in eccesso fumetti che il circuito delle fumetterie non poteva più smaltire[13]. La Glennwood si ritrova priva di liquidità e non può più mantenere i pagamenti dei nuovi albi, la chiusura è rapida e inevitabile[13]. Visto l'interesse nascente verso gli anime alcune case editrici cominciano a tentare la distribuzione dei manga, ovviamente tradotti in inglese[13]. La First Comics pubblica con discreto successo Lone Wolf and Cub con nuove copertine di Frank Miller[13]. La Eclipse Comics distribuisce Mai The Psychic Girl (dal maggio 1987) e questo diverrà il primo manga la cui intera serie viene edita negli Stati Uniti[13]. La Dark Horse è tra le più attive a seguire il trend e Mike Richardson comincia a compiere diversi viaggi in Giappone arrivando ad assicurarsi un catalogo di manga tra i più ricchi e di successo[13].

Copertina del volume Lone Wolf & Cub Omnibus 1, storico manga di Kazuo Koike e Goseki Gojima. Artista di copertina: Frank Miller. Edizione italiana Panini Comics (2020).

Il primo titolo è Godzilla: Kings of the Monsters, scelto in quanto propone un personaggio iconico anche presso i lettori occidentali, a questo seguiranno Ghost in the Shell (destinato a creare un franchise multi mediale molto popolare), la storico Astro Boy di Osamu Tezuka, Blade of Immortal, Gunsmith Cats di Sonoda, Trigun e riesce a portare Lone Wolf and Cub sotto l'egida della Dark Horse, dopo la chiusura della First Comics nel 1991, la nuova edizione vede Frank Miller come autore delle copertine[13]. Nel corso degli anni l'interesse e lo spazio dato ai fumetti del Sol Levante è destinato ad aumentare e la Dark Horse non si fa trovare impreparata, nasce anzi una linea editoriale apposita denominata "Dark Horse Manga". Richardson è fermamente convinto nella diversificazione per quanto riguarda generi e format da proporre ai lettori[14]. Intuisce però che per resistere in un mercato dominato da personaggi iconici quali Batman e Superman (della DC) o Spider-Man e gli X-Men (della Marvel) servono personaggi che siano già ancorati nell'immaginario collettivo e che siano di conseguenza riconoscibili in un mercato fumettistico sempre più competitivo[14]. Con questo obbiettivo punta a pubblicare fumetti tratti da franchise cinematografici di successo, optando quindi a realizzare fumetti su licenza[3]. Nel 1988 si assicura i diritti per pubblicare fumetti su Alien, personaggio che esordì al cinema nel 1979 con l'omonimo film-cult di Ridley Scott. Quando la licenza è nelle mani della Dark Horse è da poco uscito il sequel Aliens di James Cameron ottenendo un clamoroso successo e mettendo le basi per il futuro "Alien Universe". Sfruttando la popolarità raggiunta dallo xenomorfo, Richardson decide di pubblicare una miniserie che è il diretto seguito del film di Cameron, ottenendo grandi consensi con centinaia di migliaia di albi venduti[14]. L'opera è realizzata da Mark Verheiden e Mark A. Nelson. Sulla scia di questo successo si assicura anche i diritti su Predator, che esordisce con successo al cinema nel 1987 con protagonista Arnold Schwarzenegger. Nel 1989 lo stesso Mark Verheiden firma la prima miniserie a fumetti dedicata al Predatore alieno, dal titolo Giungla di Cemento. Mike afferma di aver cominciato a pensare a un sequel il pomeriggio stesso in cui ha visto il film al cinema, la prima idea che gli è venuta in mente è stata quella di spostare il terreno di caccia di Predator da una giungla tropicale a una di cemento quale una grande metropoli[14]. Da questo presupposto scaturisce il fumetto che inizialmente è presentato come diretto sequel del film (ora non più canonico) ed è un successo da oltre 100 000 copie vendute per il primo albo[14]. Nel frattempo la casa editrice si è anche assicurata i diritti su Terminator e nel 1991 si aggiudica due dei più importanti franchise degli anni ottanta[15]. Il primo è Indiana Jones che esordisce con la miniserie di quattro albi dal titolo Indiana Jones and the Fate of Atlantis (marzo 1991)[15]. Il secondo è Star Wars sul quale si decide di puntare sull'ambizioso progetto di realizzare una saga a fumetti che racconti quanto accaduto dopo la trilogia originale[3]. Si amplia quindi l'atteso (dai fan) universo espanso di Guerre Stellari in quanto i fumetti pubblicati sulla celebre creazione di George Lucas erano considerati canonici e realizzati in stretta collaborazione con la LucasArts[3]. In passato case editrici quali la Marvel e la DC avevano già pubblicato fumetti su licenza basati su franchise cinematografici, per esempio la Marvel ha detenuto i diritti sui fumetti di Star Wars tra la fine degli anni settanta e i primi anni novanta. A questi titoli però veniva data meno considerazione e spazio a livello di marketing che non per i personaggi di proprietà dei due grandi editori[3]. La Dark Horse decide invece di farne dei titoli di punta su cui impegnare i

Copertina della raccolta "Star Wars Legends - Dark Empire 1". Artista della Copertina: Dave Dorman. Edizione italiana Panini Comics (2020)

migliori team creativi, con lo scopo di proporre ai lettori delle storie di grande interesse e in stretta continuity con le saghe cinematografiche[3]. Tra queste la saga sequel che si colloca cronologicamente sei anni dopo gli avvenimenti de Star Wars - Il Ritorno dello Jedi, ovvero Star Wars: Dark Empire (pubblicata tra marzo e agosto del 1991) ottiene un tale successo che diviene l'opera a fumetti a ottenere più ristampe in tutta la storia della casa editrice[15]. Bisogna sottolineare che l'idea per Dark Empire era venuta a Tom Veitch e Cam Kennedy mentre lavoravano alla miniserie The Light and Darkness per la Epic Comics, opera di carattere fantascientifico su cui si sviluppano alcune tematiche che i due autori riadattano all'universo di Star Wars[15]. Fortunatamente per la Dark Horse il progetto viene bocciato dalla Marvel che non riteneva più di interesse una space opera quale Guerre Stellari il cui ultimo film era uscito sette anni prima e di cui aveva definitivamente abbandonato i diritti nel 1988[15]. La scelta risulta sbagliata, mentre la politica della Dark Horse ne esce vincente e nell'arco dei primi anni novanta si vendono milioni di copie delle nuove serie dedicate ai personaggi sci-fi di George Lucas[3]. I fumetti di Star Wars rivitalizzano quindi un franchise che (in un'epoca pre-internet) aveva perso parte del suo interesse e diminuito la sua fan base, tanto che il merchandising era in forte declino di vendite e l'eventualità di una nuova trilogia sembrava utopica[10]. Richardson dimostra la potenzialità dei fumetti come mezzo per mantenere viva l'attenzione intorno ai franchise cinematografici e non solo[10]. L'epoca della definitiva consacrazione della Dark Horse diviene quindi il biennio 1990-1991, in quanto si afferma come editore leader nei fumetti pubblicati su licenza e realizza un'opera destinata a fare la storia del fumetto: il crossover tra i due fumetti su licenza della 20th Century Fox, dal titolo Alien vs. Predator[3]. Il successo è tale che genererà una tendenza del mercato (o "industry-trend") tra i più sfruttati del decennio[3]. Ormai la casa editrice di Richardson e Stradley è un soggetto editoriale da tenere in considerazione e questo convince la DC Comics a stringere una partnership con la Dark Horse per la creazione di ulteriori crossover tra i propri franchise, dando vita alle miniserie Batman versus Predator, Superman/Aliens e Joker/Mask, le quali riscuotono grande successo[3]. Conseguenza ancora più inaspettata e unica nel suo sviluppo è la produzione di un lungometraggio cinematografico quale Alien vs. Predator (del 2004) prodotto dalla 20th Century Fox e ispirato la fumetto Dark Horse a cui lo stesso studio di Hollywood aveva ceduto le licenze dei due personaggi. A cementare ulteriormente il ruolo di leader del fumetto indipendente, nel 1990 escono per la Dark Horse opere quali Give me Liberty e Hard Boiled, realizzate dal pluripremiato Frank Miller[3], autore all'apice della celebrità grazie a opere quali Il ritorno del cavaliere oscuro, Batman: Year One, il suo ciclo su Daredevil tra cui Born Again con David Mazzucchelli, Elektra: Assassin con Bill Sienkiewicz e Elektra Lives Again, quest'ultime due per la Epic Comics (etichetta per lettori adulti della Marvel). Il primo contatto con Miller avviene intorno al 1988 grazie all'intermediazione di Geoff Darrow il quale sta lavorando con un lui a una nuova opera ma si trovano costretti a trattare con la Marvel e DC per ottenere dei contratti e una distribuzione di livello[14]. Richardson lo convince a fissare un incontro con Miller, avvenuto a Los Angeles[14]. Qui gli mostra le spese di stampa, costo della carta e distribuzione, tolte queste è disposto a offrire all'autore newyorkese qualsiasi percentuale dei ricavi lui ritenga adeguata e inoltre manterrà per sempre i diritti sulle opere create[14]. Miller è da subito entusiasta e il giorno dopo accetta cominciando a parlare dei progetti originali che ha in mente di produrre, dalla miniserie Give me liberty (con Dave Gibbons), a Hard Boiled (con Geof Darrow) e il progetto in fase embrionale che diverrà Sin City[14]. L'arrivo del trio Miller-Gibbons-Darrow scuote l'ambiente dei comic e spinge altri autori e artisti che si sono affermati nel decennio precedente con le Big-Two (il duopolio DC/Marvel) a passare a un indie-publisher quale la Dark Horse[14]. Protagonisti di questa svolta epocale (per la storia dei comic) sono: Mike Mignola, Walt Simonson, Arthur Adams e Chris Claremont[3]. Il 1990 segna quindi un punto di svolta e apre una concreta possibilità di dare all'editoria indipendente una visibilità mia avuta prima attirando i grandi talenti del mondo dei fumetti che possono così realizzare opere creator-owned su cui hanno pieno controllo e libertà creativa[14]. Questo passo serve crea nuove prospettive editoriale e la nascita di case editrici indipendenti pronte a sfidare e resistere di fronte al duopolio DC/Marvel, tra queste le più longeve e ancora attive sono la Valiant Comics e la Image Comics (ora terzo polo fumettistico del mercato statunitense). Richardson afferma che diversi artisti, tra i sette che fondarono la Image nel 1992, chiamarono inizialmente lui per vedere se Dark Horse era interessata a pubblicare i loro fumetti[14]. Questa indiscrezione non è stata però mai confermata ufficialmente dai partner fondatori della Image[14].

Nel 1991 Frank Miller pubblica una delle sue opere seminali e tra le più importanti pubblicate dalla Dark Horse nell'intero decennio[15]. Si tratta di Sin City, una saga crime noir disegnata in bianco e nero con uno stile segnato da forti contrasti, che cerca di trasmettere sulle pagine dei fumetti i toni e le atmosfere dei romanzi hard boiled, di cui l'autore è sempre stato appassionato[15]. Era dagli anni settanta che Miller voleva realizzare una storia di questo tipo «con personaggi con motivazioni che fuoriescono da quanto si legge di norma nei fumetti», come afferma lui stesso[15]. La chance di pubblicarla arriva grazie alla politica della Dark Horse e l'opera fa la sua prima apparizione in "Dark Horse Presents Fifth Anniversary" (aprile 1991) per poi proseguire su "Dark Horse Presents" nn. 52-61[15]. Nel 1992 viene raccolta in un volume cartonato che si aggiudica l'Eisner Award come miglior graphic novel composta da fumetti già pubblicati serialmente[15]. A questo primo arco narrativo seguiranno diverse miniserie e graphic novel nel corso di tutto il decennio[15]. Negli anni duemila il regista Robert Rodriguez ne realizzerà due film cinematografici (basati sulle due prime raccolte) in stretta collaborazione con Miller.

Espansione e Nuovi Imprint (1992-1997)

Visto il grande successo dei fumetti su licenza, Richardson decide di fondare nel 1992 la casa di produzione Dark Horse Entertainment, Inc. con lo scopo di trarre film e serie TV dai lavori originali della Dark Horse. La sede trova la sua collocazione all'interno degli studios della Twentieth Century Fox attraverso un accordo con Larry Gordon e "Largo Entertainment"[3]. In meno di tre anni dalla fondazione arriva a produrre quattro film, due dei quali, Timecop - Indagine dal futuro e The Mask, esordiscono al primo posto nel box office[3]. Dal 1992 a oggi la Dark Horse Entertainment ha realizzato oltre trenta produzioni tra film, serie televisive, documentari, serie e lungometraggi d'animazione[16]. Non tutti i progetti si basano su fumetti della Dark Horse Comics ma Richardson ha scelto di collaborare (nel corso degli anni) nella produzione di opere per diversi network televisivi (tra cui Syfy), piattaforme in streaming (tra cui Netflix), e grandi studios quali la Warner Brothers Entertainment[16]. Nel 1992 continua l'acquisizione di licenze di franchise cinematografici e, per la prima volta per la casa editrice, si decide di optare per un fedele adattamento di un lungometraggio[17]. La scelta ricade su Army of Darkness di Sam Raimi, terzo capitolo della trilogia cinematografica di Evil Dead con protagonista Bruce Campbell nei panni dell'iconico Ash Williams[17]. L'adattamento vede ai testi e ai disegni John Bolton fautore di un'opera che pone le basi, a livello fumettistico, per lo sviluppo di un universo espanso della saga Horror di Sam Raimi, denominato "Army of Darkness Universe"[17]. In seguito alla tiepida accoglienza del terzo film del franchise gli studios perdono l'interesse nel realizzare un quarto capitolo ma il personaggio di Ash e la mitologia che circonda la trilogia sopravvive grazie alle continue serie e miniserie a fumetti che escono nei decenni successivi, pubblicate dalla Dynamite Entertainment[17]. Anche se la Dark Horse ha rinunciato ai diritti dopo l'adattamento di Bolton si ritiene che la scelta vincente di puntare su Army of Darkness come possibile franchise di successo nei comic ha mantenuto vivo l'interesse intorno all'opera alimentando la fanbase[17]. Difatti nel 2013 Raimi è riuscito a produrre un reboot cinematografico ispirato ai primi due film e nel 2015 il canale Starz ha realizzato una serie televisiva con Bruce Campbell, sequel di Army of Darkness, intitolata Ash vs Evil Dead[17].

Nel 1993 viene fondata una nuova società, la Things From Another World, Inc. (dal nome della prima fumetteria di proprietà di Richardson) allo scopo di favorire la vendita al dettaglio dei prodotti Dark Horse. Quell'anno il mercato fumettistico conosce un'espansione senza precedenti che porta gli introiti totali dei fumetti venduti a passare dai 500 milioni di dollari (circa) del 1992 a oltre 800 milioni di dollari[18]. Gran parte di questo aumento è dovuto all'enorme successo della Image Comics e del nuovo Valiant Universe proposto dalla casa editrice fondata da Jim Shooter nel 1989[18]. Entrambe puntano fortemente sul genere supereroistico e Shooter (ex editor-in-chief) della Marvel, vuole creare un universo coeso e con una rigida continuity che possa rivaleggiare (e anche superare) l'universo Marvel o DC[18]. Richardson si accorge che la Dark Horse non ha finora puntato su un genere quale quello dei supereroi che risulta essere ancora dominante nel mercato USA. Per questo lancia un ambizioso e aggressivo progetto creando l'imprint Comics' Greatest World[18]. Il direttore creativo Randy Strandley, convinto che il mercato possa assorbire altri titoli legati al genere supereroistico, tra giugno e settembre del 1993 lancia sedici nuovi titoli[18]. Si tratta di albi unici con un prezzo promozionale di 1$ (un dollaro), più basso rispetto alla media di mercato (1,99$) e che servono da introduzione ai personaggi e alle città fittizie di quello che dovrà essere l'Universo supereroistico della Dark Horse[18]. A giugno escono quattro titoli ambientati nella città "Arcadia", con ai testi Jerry Prosser: "X" (disegni di Chris Warner e Timothy Brad Street), "Pit Bulls" (disegni di Joe Phillips e John Dell III), Ghost (disegni di Adam Hughes e Mark Farmer), "Monster" (disegni di Derek Thompson e Ande Parks)[18]. A luglio Barbara Kesel scrive le storie di quattro titoli ambientati nell'utopica "Golden City", contesto completamente diverso da quello di "Arcadia" dove invece dominano il crimine, la decadenza e la corruzione[18]. Gli albi di Golden City sono: "Rebel", "Mecha", "Titan" e "Catalyst: Agents of Change"[18]. Ad agosto escono i titoli ambientati in Steel Harbor, scritti da Chris Warner[18]. Si tratta di storie che per presentano eroi estremi e dinamiche scene d'azione che le avvicinano al materiale pubblicato dalla Image. Gli albi sono: Barb Wire (disegni di Paul Gulacy), "The Machine", "Wolf Gang" (disegni di Lee Weeks) e "Motorhead"[18]. I quattro titoli di settembre ci portano nel futuristico mondo di "Cinnabar Flats", per i testi di Randy Stradley[18]. Gli albi sono "Division 13", "Hero Zero", "King Tiger" (i cui disegni sono affidati al pluripremiato autore di Concrete, ovvero Paul Chadwick, coadiuvato da Jimmy Palmiotti), e infine "Out of Vortex"[18]. Ognuno dei sedici titoli presenta un prologo di una pagina scritta dal Presidente Mike Richardson e disegnata da Lee Weeks[18].

Nel 1993, oltre al lancio di Comics' Greatest World, viene inaugurato un altro imprint denominato Legend, il cui scopo è quello di pubblicare il materiale creator-owned edito dalla casa editrice[19]. Inizialmente il progetto doveva chiamarsi Dinosaur e presentare opere originali di dodici celebri autori ma alcuni di questi decidono di passare alla Malibu Comics dove fondano la Bravura[18]. La nascita della futura Legend è però fortemente voluta da Frank Miller che riesce a stipulare quella che chiama «<un'alleanza di artisti», proclamatosi i "Magnifici Sette", come lo erano stati l'anno prima i sette fondatori della Image Comics[19]. Miller sostiene che la nuova etichetta è formata da autori che condividono la stessa prospettiva e visione di come si devono creare fumetti e «se ti piace una delle loro opere, allora ti piaceranno anche quelle degli altri»[19]. I primi due albi Dark Horse a portare il logo Legend sono John Byrne's Next Men n. 19 (ottobre 1993) e A Dame To kill for n. 1 (novembre 1993) la seconda miniserie di Sin City (di Miller)[19]. Nel 1994 la maggior parte del materiale pubblicato è per opera di Miller e Byrne[19]. Quest'ultimo pubblica Babe and Danger Unlimited, miniserie di fantascienza con cui vuole riprendere le atmosfere del suo celebre ciclo di storie sui Fantastici Quattro[19]. Miller realizza The Big Fat Kill, terza miniserie su Sin City e il sequel Give Me Liberty, sempre con protagonista Martha Washington e ai disegni Dave Gibbons. Paul Chadwick pubblica Killer Smile con protagonista Concrete e Mike Allred realizza la serie Madman Comics[19]. Ma l'entrata più importante e longeva non solo per l'imprint Legend ma per la stessa Dark Horse è la miniserie Hellboy: Seed of Destruction[19]. Il personaggio di Hellboy era già apparso in una storia breve su Next Men n. 21 (dicembre 1993) e lo stesso Mignola non crede particolarmente nel futuro editoriale della sua creazione. Pensa che la stessa miniserie Seed of Destruction sia destinata a essere l'unica dedicata al personaggio[19]. La realtà è però diversa e il successo del personaggio è tale che la sua popolarità continuerà a crescere negli anni novanta e duemila (sopravvivendo alla chiusura della stessa Legend) e darà origine a svariate serie e miniserie spin-off e sequel che danno vita a quello che è il Mignolaverse[19]. Si tratta di un universo coeso e con albi in continuity, che mischia il genere horror, quello d'avventura, l'archeologia esoterica e i fumetti di ambientazione storica. Ancora oggi risulta essere l'universo fumettistico originale più longevo che la Dark Horse abbia mai pubblicato. Dai fumetti di Hellboy sono stati tratti tre film cinematografici tra il 2004 e il 2019, di cui i primi due diretti dal regista premino Oscar Guillermo del Toro. Oltre a quelli citati, si sono uniti all'imprint altri grandi autori quali Art Adams, Eric Powell e Geof Darrow.

A partire dal 1996 anche la Dark Horse subisce il forte impatto dovuto al collasso del mercato fumettistico, dopo che i record di vendite stabilito tra il 1992 e il 1993 aveva tratto in inganno sia gli editori sia i distributori[20]. I primi a subirne le conseguenze sono però i comic shop che vanno incontro a una valanga di chiusure che li porta dall'essere 9 200 nel 1993 (in attività negli Stati Uniti) a poco più di 4 000 nel 1995[21]. Il secondo più grande distributore di fumetti, la "Capital City Distribution", affronta difficoltà finanziarie tali da non riuscire più a stare sul mercato e viene comprata nel 1996 dalla rivale Diamond Comic Distributors[20]. Questa monopolizza da allora il mercato dei fumetti in Nord America quale distributore unico[20]. Nel 1996 per la storica Marvel Comics si apre un "Chapter 11" (ovvero dichiara bancarotta)[20]. Anche per la Dark Horse finisce il periodo di espansione e si trova costretta a chiudere la sua ambiziosa linea editoriale di supereroi Comics' Greatest World e la stessa Legend cessa di esistere nel 1998, segnando un punto di svolta per la casa editrice. Ora deve rivedere le sue priorità e cercare di trovare un assetto editoriale che le permetta di affrontare la seconda metà degli anni novanta. Il primo segnale di una ripresa arriva da un titolo anomalo e per cui è prevista una miniserie di soli tre numeri. Si tratta di Usagi Yojimbo scritto e disegnato dall'autore di origine giapponese Stan Sakai. Il protagonista è un coniglio samurai antropomorfo che vive le sue avventure nel Giappone del sedicesimo secolo. La serie è in bianco e nero con chiare influenze manga ma che richiama anche le primissime avventure delle Tartarughe Ninja Turtles di Kevin Eastman (quelle anni ottanta). La pubblicazione va oltre i tre numeri previsti e contro ogni aspettativa, pur esordendo in un anno nefasto quale il 1996, diviene la serie regolare più longeva pubblicata dalla Dark Horse. Termina il suo corso per questo editore con il n. 160 nel 2017. La popolarità e il successo del personaggio non terminano ma continuano per la IDW Publishing che ne pubblica una serie regolare dal giugno 2019 partendo da un nuovo n. 1, sequel della saga pubblicata dalla Dark Horse.

Riassetto editoriale (1998-2011)

A partire dal 1998 la Dark Horse comincia a cercare nuove opportunità per aumentare gli introiti e affrontare un mercato fumettistico profondamente mutato negli ultimi tre anni[3]. Decide quindi di fondare la Dark Horse Deluxe, una line di merchandise che include giocattoli, kit di montaggio, oggettistica da collezione e abbigliamento[3]. Si tratta di prodotti che vengono distribuiti in esclusiva dalla casa editrice e non necessariamente diretti ad appassionati di fumetti. Il progetto risulta da subito vincente e si registrano buone vendite grazie alla linea di giocattoli da collezione di Tim Burton, la Tragic Toys For Boys and Girls[3]. Negli anni a seguire arrivano i successi riportati grazie al merchandise ispirato al film Serenity di Joss Whedon, sequel della serie sci-fi di culto Firefly (del 2002) e ai merchandise ispirati a video-game di grande successo quali Mass Effect[3]. Uno degli anni di maggior successo per la Dark Horse Deluxe è però il 2012 con la linea delle Troll Dolls e gli oggetti da collezione tratti dalla celebre serie televisiva della HBO Il Trono di Spade, a sua volta basata sulla saga fantasy narrata nei romanzi Games of Thrones di George R.R. Martin[3]. Il 1998 vede il lancio della serie regolare Buffy The Vampire Slayer, uno dei franchise più longevi su cui ha puntato la casa editrice e il cui successo si protrae per due decenni, la celebre ammazzavampiri passa infatti ai Boom!Studios nel 2019[5]. Da notare che questa prima serie dura 63 albi, chiudendosi a fine 2003 e venendo quindi pubblicata nel corso della messa in onda dell'omonima serie televisiva. Volendo inoltre diversificare l'offerta delle opere a fumetti, nel 1999 la Dark Horse guarda anche al mercato italiano e stringe un accordo con la Sergio Bonelli Editore pubblicando la versione statunitense di alcuni numeri di Martin Mystère[22], Nathan Never[23] e Dylan Dog.[24] Nello stesso anno (1999) la redattrice Diana Schultz fonda l'imprint Maverick nato dalle ceneri della defunta Legend che aveva chiuso la sua corsa editoriale l'anno prima (1998)[25]. La nuova etichetta si propone di essere la casa per i titoli creator-owned, riedizioni di pubblicazioni underground, e ospitare opere che propongano nuovi autori e idee, spaziando tra diversi generi rivolti principalmente ad un pubblico adulto[25]. L'imprint debutta a luglio con Sin City: Hell and Back di Frank Miller per arrivare poi a includere (nel primo anno di vita) altre opera autoriali e creator owned quali Hellboy di Mike Mignola, Usagi Yojimbo di Stan Sakai, The World Below di Paul Chadwick, il Grendel di Matt Wagner, Groo di Sergio Aragones, The Horror of Collier County di Rich Tommaso, Der Ring des Nibelungen di P. Craig Russell[25]. Nuovi autori vengono proposti attraverso pubblicazioni antologiche quali Maverick Annual, Happy Endings e AutobioGraphix[25]. Inoltre vi è la pubblicazione di opere già edite che spaziano dalle graphic novel di Will Eisner al fumetto underground American Splendor[25].

«Il futuro dei fumetti risiede in quel genere di progetti indirizzati ad un lettore più adulto di quello che rientra nella media attuale... (proponendo) quel tipo di materiale più maturo che ci aiuterà a uscire da un mercato dominato dal genere dei super eroi. E sono profondamente convinta che se i fumetti hanno un qualche tipo di futuro, questa è la strada che dobbiamo percorrere,...»

Nonostante l'impegno della Schutz e il pieno supporto di Richardson, l'etichetta soffre la scarsità di vendite già nel secondo anno di vita editoriale e deve chiudere nel 2002[25].

Nel 2004 viene creato un imprint dedicato alla narrativa, con lo scopo di far conoscere il marchio Dark Horse anche nelle librerie e a coloro che abitualmente non leggono fumetti[3]. Le prime opere pubblicate sono Shanghai Diaries di Ursula Bacon e la serie di raccolte The Playboy Interviews[3]. I successi arrivano con Lovecraft Unbound e Mogworld di Ben "Yahtzee" Croshaw[3].

Nel 2007 punta a espandere i titoli pubblicati su licenza e riesce ancora una volta a rivoluzionare il settore scegliendo di lanciare la serie Buffy The Vampire Slayer Season 8[3]. Il fumetto si presenta come il diretto seguito della celebre serie televisiva Buffy l'ammazzavampiri, terminata dopo sette stagioni nel 2003, ma che può ancora contare su una numerosa fanbase. Il fumetto è in continuity con gli eventi accaduti nella settima stagione della serie TV, potendo contare sulla supervisione e apporto creativo di Joss Whedon, creatore della serie originale[3]. Per le storie vengono coinvolti autori della serie televisiva quali Jane Espenson e Drew Goddard[3]. A questi si aggiunge anche lo scrittore best seller Brad Meltzer[3]. Il fumetto riscuote un enorme successo, il primo albo vende oltre 100 000 copie riportando la Dark Horse ai vertici delle classifiche di vendita[3]. La nuova serie serve poi come punto di partenza per costruire un universo fumettistico che si espande intorno ai personaggi e alle storie sia di Buffy sia della serie TV spin-off Angel, creando il "Whedonverse". Nello stesso anno viene data fiducia alla storia creata dal cantante dei My Chemical Romance Gerard Way che in collaborazione con Gabriel Bá realizza la miniserie a fumetti The Umbrella Academy - La Suite dell'Apocalisse[3]. La serie diviene un fumetto di culto cui fanno seguito due miniserie e nel 2019 Netflix ne distribuisce un adattamento in serie televisiva[26]. Ottiene un notevole successo, nel primo mese dall'esordio (il 15 febbraio) viene vista da 45 milioni di abbonati e nella prima settimana diviene lo show trasmesso in digitale più visto negli Stati Uniti[26]. Nel 2008 i fumetti di Mike Mignola ottengono una notevole attenzione mediatica con l'uscita del film Hellboy: The Golden Army (sequel di Hellboy di Guillermo del Toro) che ottiene grandi apprezzamenti da parte della critica e del pubblico, esordendo al primo posto nel box office[3]. Questo spinge la Dark Horse a espandere ulteriormente i fumetti legati alle storie e ai personaggi facenti parti del "Mignolaverse". Continua inoltre l'acquisizione di nuove licenze stipulando una partnership con la compagnia "BioWare" ottenendo la possibilità di pubblicare fumetti sul video game Mass Effect[3]. Le storie sono canoniche a quanto succede nel popolare videogioco, ai testi collabora lo stesso Marc Walters (co-ideatore della saga videoludica) per garantire la fedeltà alle atmosfere, personaggi e sviluppi del contesto narrativo[3].

Il 2011 è l'anno del venticinquesimo anniversario della fondazione della casa editrice. Per celebrarlo viene rilanciata la storica serie antologica Dark Horse Presents in un nuovo formato con 80 pagine[3]. La serie originale si era conclusa nel 2000 con il n. 156 e aveva dato modo di presentare ai lettori sia autori già affermati sia possibili nuovi protagonisti del panorama fumettistico[12]. Inoltre si aveva l'opportunità di proporre ai lettori storie di nuovi personaggi che si affiancavano a quelle di character ormai celebri, creando quindi un comic book che poteva offrire concept innovativi e sperimentali abbinati a quelli di storie più classiche[12]. La stessa filosofia viene mantenuta con la seconda serie (o "Volume 2") che esordisce ad aprile 2011 e viene pubblicata fino al maggio 2014 per un totale di 36 albi[27], aggiudicandosi anche l'Eisner Award come Miglior Serie Antologica nel 2012[3]. Il primo albo vede il ritorno dello storico personaggio "Concrete" di Paul Chadwick, la storia "Blood" dell'acclamato artista Neal Adams, "Marked Man" di Howard Chaykin, "Murky World" di Richard Corben, una storia spin-off di Crimson Empire del franchise di Guerre Stellari e un prologo a Xerses, attesa miniserie in cinque parti di Frank Miller, prequel e sidequel[28] di 300[27]. L'opera prenderà come titolo definitivo Xerses: The Fall of House of Darius and the Rise of Alexander e subirà notevoli ritardi nella realizzazione. Nello stesso anno viene commercializzata un'app dove è possibile scaricare centinaia di fumetti Dark Horse, inizialmente tramite iTunes e lo store ufficiale "Dark Horse Digital"[3].

Seconda fase di espansione (2012-2019)

Il 2012 segna l'inizio di una nuova fase di espansione e successi editoriali per la casa editrice. La Dark Horse torna a essere per il mercato il principale editore per quanto riguarda i fumetti pubblicati su licenza[3], primato che gli viene conteso da IDW Publishing. Quest'ultima può vantare una linea editoriale composta da serie legate al franchise dei Transformers, G.I.Joe, Star Trek, la trilogia di Ritorno al futuro di Robert Zemeckis, Ghostbusters, le Tartarughe Ninja e altri ancora. La Dark Horse riesce però ad aggiudicarsi la trasposizione a fumetti di Avatar: The Last Airbender (sequel della serie d'animazione Avatar - La leggenda di Aang) e ottiene un grande successo che lo porta a raggiungere il primo posto nella classifica dei best seller stilata dal New York Times[3]. Esordisce inoltre con ottime vendite la nuova serie di Conan (Conan The Barbarian), che riparte dal numero 1 e vede ai testi Brian Wood[3], reduce da titoli molto apprezzati dalla critica come Northlanders e DMZ pubblicati per la Vertigo (etichetta della DC Comics). Continua inoltre il successo dei fumetti ispirati al videogioco Mass Effect, il cui libro The Art of Mass Effect ottiene un grande riscontro sebbene non presenti nuove avventure ma sia un volume informativo e illustrato sullo sviluppo del gioco, il design dei personaggi e delle ambientazioni, con varie nozioni e curiosità[3]. Oltre all'aumento della tiratura dei fumetti stampati aumenta anche la richiesta di quelli digitali tramite la "Dark Horse Digital" le cui proposte si trovano ora anche su Nook, Kobo eReader e i Kindle Tablet[3]. Inoltre viene commercializzata un'Android App (valutata 4 stelle). Il 2012 è anche un anno record di vendite per il merchandise della linea "Dark Horse Deluxe"[3]. Sul versante fumettistico il 2012 vede la pubblicazione di numerosi titoli creator-owned di successo tra i quali The Massive di Brian Wood, e Hellboy in Hell di Mike Mignola[3], storia che viene presentata come atto finale della tormentata esistenza di HellBoy. Ulteriore segno della nuova fase di espansione avviene con l'intenzione espressa dal presidente di tornare a puntare anche sul genere supereroistico[29]. Il primo tentavo era avvenuto nel 1993 con l'imprint Comics' Greatest World. Richardson ammette che nonostante i successi iniziali il periodo non era favorevole visto che il mercato si avviava ad affrontare il collasso del biennio 1995/1996[29]. Ora però la Dark Horse è pronta a riprendere alcuni di quei personaggi e a riproporne dei nuovi, puntando su grandi autori e storie di qualità[29]. Verranno pubblicate come miniserie, graphic novel, volumi trade paperback, o come short-story sulla serie antologica Dark Horse Presents[29]. Richardson dice di non temere più di sfidare la Big-Two (Marvel e DC Comics) sul loro stesso terreno[29]. L'esordio della nuova linea editoriale non è più definita all'interno di un imprint specifico e avviene a maggio del 2013 con The Victories: Transhuman, protagonista il team di supereroi creato da Michael Avon Oeming (co-autore di Powers con Brian Michael Bendis)[30]. A questo segue la miniserie X che si propone di rilanciare il vigilante della Dark Horse (aveva esordito nel 1993) grazie agli autori Duane Swierczynski ed Eric Nguyen, l'opera viene annunciata come «la brutale storia del più sanguinario eroe della Dark Horse»[30]. Il 22 maggio su Dark Horse Presents n. 24 viene introdotto il nuovo supereroe Blackout, creato da Frank Barbiere e Mikah Kaneshiro[30]. A luglio Joe Casey ripropone i personaggi di Titan e Agents of Change (già visti nel Comics' Greatest World) all'interno della miniserie di nove albi Catalyst Comix[31]. Il 31 luglio, dopo la pubblicazione di un n. 0, parte la serie che propone la versione Dark Horse di Capitan America[31]. Si tratta dell'eroe della seconda guerra mondiale Captain Midnight ritrovatosi nel nostro presente dopo essere finito nel triangolo delle Bermuda, un retaggio della Golden Age alle prese con una società dove il dualismo conflittuale tra bene-male è ormai sfumato[31].

La nuova fase espansionistica della Dark Horse prende definitivamente il lancio nel gennaio del 2013, uno dei mesi record di vendite dell'intera storia della casa editrice[3]. Questo è dovuto alla pubblicazione della serie su Star Wars scritta da Brian Wood, autore fondamentale per la Dark Horse in questa fase di crescita, e per l'uscita di un altro fumetto su licenza quale The Legend of Zelda: Hyrule Historia, basato sue celebri videogiochi di The Legend of Zelda della Nintendo Entertainment System[3]. Il primo albo della serie risulta essere uno dei più venduti nella storia dell'editore indipendente di Milwaukie[3]. Mike Richardson decide di puntare fortemente sui fumetti pubblicati su licenza perché possono contare su un grosso seguito cross-mediatico[3]. D'altra parte, fin dagli albori della sua casa editrice, aveva intuito la necessità per un editore indipendente di pubblicare fumetti con personaggi già popolari grazie ad altri media come cinema, televisione e videogiochi, tradizione iniziata nel 1988 con l'acquisizione dei diritti del franchise su Alien[3]. Il 2014 viene incentrato proprio su questo tipo di proposte editoriali tra cui si distingue una serie su Tomb Raider, Serenity: Leaves of the Wind, Buffy The Vampire Slayer - Season 10 e lo spin-off Angel & Faith[3]. A queste si aggiunge una serie basata sul primo script di George Lucas per Guerre Stellari (poi drasticamente modificato) il cui titolo era The Star Wars[3]. Ma il più grande successo dell'anno si rivela essere Avatar: The Last Airbender, giunto al suo terzo volume e ancora una volta al primo posto tra i New York Times best seller[3]. Nel 2015 il titolo best seller è il sequel ufficiale a fumetti del cult-movie Fight Club (del 1999), realizzato dallo stesso autore dell'omonimo romanzo Chuck Palahniuk[3]. Questi ha modo di espandere il mondo caotico e visionario da lui creato e il consenso ottenuto dai lettori porterà a un terzo capitolo a fumetti intitolato "Fight Club 3"[3]. Continua inoltre l'ampliamento della sezione dedicata agli Art Book e il 2015 segna alcune delle vendite migliori per questa linea con i volumi The World of Witcher e The Art of He-Man and the Masters of the Universe[3]. Continua la proposta di opere creator-owned con Lady Killer di Joelle Jones mentre Brian Wood continua la sua prolifica collaborazione con la Dark Horse col fumetto di ambientazione storica Rebels, la cui trama si svolge durante la Guerra d'indipendenza americana[3]. Vengono lanciate inoltre diverse graphic novel d'autore (con la linea Dark Horse Originals) quali: Two Brothers di Gabriel Ba e Fabio Moon, The New Deal di Jonathan Case e Nanjing: The Burning City di Ethan Young[3]. Visto l'aumento dei lettori di manga, Dark Horse cerca di rinnovare e riorganizzare questa proficua sezione editoriale con nuove proposte e una prestigiosa collana come la Manga Omnibus Edition che ripropone opere storiche in un formato nuovo, spesso cartonato e con pagine di maggiori dimensioni rispetto alla pubblicazione originale. La proposta è vincente e nel 2016 "Blade The Immortal Omnibus" Vol. 1 è un best seller per l'editore[3].

Tra il 2014 e il 2019 la Dark Horse perde la licenza per la pubblicazione di importanti franchise. I più celebri sono quelli di Star Wars (dal 2014) e Conan il Barbaro (dal 2018), entrambi passano alla Marvel Comics. Da questi vengono tratte serie di successo soprattutto per quanto riguarda la serie Star Wars (Vol. 2), pubblicata tra il 2015 e il 2019 e il cui primo albo diviene uno dei più venduti in assoluto degli anni post duemila con oltre un milione di copie vendute[32]. Nel 2018 anche il Whedonverse lascia la Dark Horse e passa ai Boom!Studios, che distribuiscono serie regolari su Buffy The Vampire Slayer e Angel[33], e la fantascientifica Firefly[34]. Nel 2019 un titolo storico quale Usagi Yojimbo di Stan Sekai che passa alla rivale IDW Publishing principale rivale nella conquista del quarto posto tra i maggior editori di fumetti statunitensi[32]. La reazione della Dark Horse è immediata, oltre a cercare nuove licenze, punta fortemente sull'universo fantascientifico degli alieni della 20th Century Fox cercando di dare una maggiore coesione narrativa tra i brand Aliens, Alien vs Predator, Predator e Prometheus[35]. Tra il 2014 e il 2015 viene pubblicata la saga in 17 parti Fire and Stone, che vede collaborare diversi autori e artisti per formare un unico arazzo narrativo in cui si inseriscono gli xenomorfi, gli Yautja e gli Ingegneri, a cui si aggiungono i Terrestri[35]. Visto il buon riscontro ottenuto nel 2016 viene pubblicato un progetto simile, diviso in 14 parti, e intitolato Life and Death. Queste due saghe-evento mettono le basi per il lancio di diverse nuove miniserie sui personaggi di quello che viene denominato "Alien Universe"[35]. Il primo titolo a inaugurare il nuovo ciclo di storie è Aliens: Defiance, limited-series in 12 parti pubblicata tra il 2016 e il 2017. Ai testi troviamo Brian Wood che inserisce cronologicamente la storia tra Alien di Ridley Scott e Aliens Di James Cameron[36]. Qui ha modo di creare un personaggio quale il marine coloniale Zula Hendricks la cui vicenda personale e il suo scontro con gli xenomorfi appassiona i lettori e di conseguenza gli viene dato ampio spazio in diverse miniserie successive, sequel di Defiance e i cui testi sono affidati allo stesso Wood[37]. In questa miniserie compare inoltre un altro personaggio caro ai fan della saga quale Amanda Ripley, figlia di Ellen Ripley (l'eroina interpretata da Sigourney Weaver), e comparsa per la prima volta nel video game Alien: Isolation della SEGA[36]. Anche Amanda tornerà ripetutamente nei fumetti Dark Horse. Infatti lei e Zula Hendricks arrivano a combattere insieme gli xenomorfi in Aliens: Resistance, dove salvano il colono terrestre Alec Brand, destinato a divenire un marine d'élite del "Corpo Coloniale"[37]. Questi tre personaggi si ritroveranno poi uniti in Aliens: Rescue (del 2019), storia che chiude cronologicamente la trilogia di Wood iniziata con Defiance nel 2016[38].

Tra il 2017 e il 2019 si cerca di allargare la base dei lettori spingendo le opere di autori già popolari tra i lettori o attraverso accordi e progetti cross-mediali. Si dà infatti sempre più spazio a Jeff Lemire e al suo universo supereroistico le cui basi sono poste nella serie Black Hammer (premiata agli Eisner) dalla quale sono tratte diverse opere spin-off, sequel e prequel[3]. Il tutto forma un universo narrativo denominato Black Hammer Universe (talvolta chiamato "Lemire Universe"). Altro nome di richiamo è quello della storica editor Karen Berger, fondatrice della Vertigo Comics (nel 1993) per la DC. Con il suo contributo viene creata la Berger Books, una nuova etichetta per fumetti creator-owned, graphic novel, e nuove edizioni di opere di particolare interesse già pubblicate in passato[39]. La Berger sostiene di voler pubblicare fumetti che spaziano diversi generi e raccontano di temi e personaggi che si possono relazionare ai tempi in cui viviamo[39]. Il debutto avviene il 31 gennaio 2018 con la miniserie Kitchen Knighmares! - Hungry Ghosts scritta dal celebre autore, chef e pluripremiata star televisiva Anthony Bourdain, coadiuvato dalla scrittrice Joel Rose[39]. I disegni sono affidati ad Alberto Ponticelli e Vanessa Del Rey[39]. Continua l'espansione della linea di Art Book con nuovi titoli quali The Art of Overwatch, The Legend of Zelda: Art and Artifacts e The Art of Rick and Morty, sul popolare cartone animato trasmesso da Adult Swim (in Italia su Netflix). A questi si aggiunge nel 2019 l'atteso The Art of Super Mario Odissey, volume cartonato con immagini, concepts, personaggi e fasi di sviluppo del videogioco Super Mario Odyssey, il nuovo capitolo (del 2017) sulle avventure dell'iconico personaggio Nintendo[40].

A livello cross-mediale vi sono diverse iniziative. Nell'ottobre 2018 crea una partnership globale con Vanguard Visionary Associates; secondo la casa editrice questo accordo permetterà lo sviluppo di nuovo materiale basato sui fumetti pubblicati e l'acquisto di diritti per la produzione televisiva e cinematografica.[41] Inizia inoltre un accordo con Netflix per la quale la Dark Horse pubblica fumetti legati alla popolare serie TV Stranger Things e a sua volta la piattaforma streaming acquisisce i diritti per la trasposizione della serie The Umbrella Academy[3]. La prima stagione (uscita nel 2019) adatta la prima miniserie La suite dell'apocalisse mentre la seconda (uscita nel 2020) adatterà il secondo ciclo narrativo, ovvero Dallas. Nel frattempo i due autori Gerard Way e Fabio Moon sull'opera che gli ha valso premi quali l'Eisner, l'Harvey, e lo YALSA Award, per realizzarne un terzo capitolo dal titolo The Umbrella Academy: Hotel Oblivion, pubblicato tra il 2018 e il 2019[3]. Il 25 gennaio 2019 viene inoltre distribuito su Netflix il film Polar di Jonas Åkerlund con Mads Mikkelsen. Il lungometraggio si basa sul primo volume del fumetto omonimo, scritto e disegnato da Victor Santos (autore bestseller del New York Times) e distribuito da Dark Horse nel 2012[42]. La storia ha come protagonista un agente della guerra fredda conosciuto come "Black Kaiser", le cui avventure di spionaggio e azione compongono una quadrilogia il cui capitolo finale, ovvero Polar Volume 4: The Kaiser Falls, viende distribuito il 6 marzo 2019[42]. In occasione dell'uscita del film Netflix, la Dark Horse commissiona all'autore anche una storia prequel pubblicata in Polar Volume 0: The Black Kaiser, con le origini del personaggio, e distribuita lo stesso giorno dell'epico finale in Polar Volume 4[42]. Gli adattamenti di The Umbrella Academy e Polar sono il preludio all'annuncio di un accordo stipulato tra Netflix e la Dark Horse Entertainment per quanto riguarda la creazione di contenuti originali per la piattaforma streaming a pagamento che si basino sui fumetti della Dark Horse Comics, di cui la Dark Horse Entertainment è una costola (nata nel 1992) per lo sviluppo di opere multimediali per le sue proprietà intellettuali[43]. Il "First Look Deal" prevede un diritto di prelazione sull'ampia libreria dei fumetti della casa editrice da parte di Netflix qualora fosse interessata a finalizzare accordi per i diritti su storie e personaggi su cui realizzare serie televisive o lungometraggi[43]. Inoltre è previsto che la Dark Horse Entertainment sia coinvolta direttamente nei progetti tramite Mike Richardson (fondatore, Presidente e CEO), Keith Goldberg (vice-presidente e produttore esecutivo) e Paul Schwake[43]. L'accordo Netflix/Dark Horse che ha già portato al film Polar e alla prima e seconda stagione di Umbrella Accademy si amplia nel decennio successivo con lo sviluppo di nuove serie TV, prodotti d'animazione, e film[44]. Tra questi vi è la serie animata di Samurai Rabbit: Usagi Chronicles in produzione presso 88 Pictures anche se rimane da vedere quanto può influire il passaggio del fumetto di Stan Sankai alla IDW Publishing[44]. A questo segue: la serie TV su Grendel di Matt Wagner, con Andrew Dabb come showrunner/writer, il film live action Lady Killer sul personaggio creato da Joelle Jones e James S. Rich, pubblicato nel 2015 e acclamato dalla critica, il film Dept.H basato sull'omonima serie di Matt Kindt, il film Monster Girl (in produzione dal 2022) e nel 2022 è prevista inoltre l'uscita della terza stagione di Umbrella Accademy[44]. La piattaforma streaming a pagamento leader del settore serve quindi da vetrina per i fumetti della Dark Horse e ne evidenzia le potenzialità cross-mediali. Pur perdendo diversi storici franchise quali Alien, Star Wars, Conan e altri, la casa editrice di Richardson è pronta a riproporsi come editore indipendente capace di rinnovarsi, trovare nuove idee e autori garantendo l'espansione dei suoi brand attraverso le nuove forme di entertainment.

Gli anni duemila e venti (dal 2020)

A luglio 2020 viene annunciato che la Marvel Comics ha acquisito i diritti per pubblicare i fumetti legati ai franchise di Alien e Predator e quindi l'universo condiviso che riguarda le celebri creature aliene della 20th Century Fox[45]. La Disney, compagnia proprietaria della Marvel ha acquisito il controllo degli studios della Fox nel 2019 ed è divenuto naturale non rinnovare i contratti con la Dark Horse affinché continuasse a produrre fumetti tratti dalle loro produzioni cinematografiche. Si tratta di un duro colpo per la politica di Mike Richardson che ha reso queste due proprietà un punto di riferimento e di richiamo per la sua casa editrice sin dal 1988 (per lo xenomorfo) e dal 1989 (per il cacciatore alieno)[14]. D'altra parte la stessa Marvel, tramite l'artista David Finch, dichiara che Alien e Predator sono due dei personaggi più iconici e identificabili dei nostri tempi[45]. Si tratta dell'intuizione avuta da Richardson quando ne prese i diritti oltre trent'anni fa per avere tra i suoi fumetti personaggi riconoscibili dalla vasta maggioranza dei lettori anche se non si trattava di Superman o l'Uomo Ragno[14]. Con questa mossa la Marvel riesce sia a indebolire un concorrente (anche se non paragonabile alla rivale DC), sia a creare la premessa per nuove storie originali ma anche per crossover con i personaggi Marvel (tipo Avengers vs Predator, e varie simili) di sicuro richiamo commerciale[45].

A giugno del 2021, la Dark Horse rafforza il suo status di Multimedia Publisher e Entertainment Company annunciando la fondazione della Dark Horse Games (o DHG)[46]. Si tratta di una divisione dedita allo sviluppo di video giochi e prodotti digitali[46]. Negli anni passati la casa editrice si è già distinta per la pubblicazione di fumetti ispirati al gaming e alcuni dei suoi titoli e personaggi sono stati dati in licenza a terze parti per svilupparne dei video giochi. Adesso la compagnia vuole assumere un diretto controllo per quanto riguarda la programmazione e gestione di prodotti videoludici che possono contare su un catalogo di oltre 425 proprietà intellettuali composte da personaggi, storie e interi universi narrativi[46]. Oltre a sfruttare un portfolio così vasto sono in fase di sviluppo anche prodotti originali creati ad hoc per questo tipo di mercato[46]. Per lo sviluppo delle offerte della DHG si avvale di collaborazioni con i migliori gaming studios al mondo per creare prodotti da poter usufruire su PC, Mobile, console, e il cloud[46]. Oltre allo sviluppo di video games vi è una ramo della divisione dedito alla produzione, sviluppo e distribuzione di Webtoon e Anime[46]. La DHG ha due sedi, una in Oregon e l'altra a Shangai, come direttore generale viene nominato Jhonny B. Lee[46].

La Dark Horse continua la sua riorganizzazione ed espansione approfittando delle nuove politiche della DC Comics dopo l'insediamento della nuova presidenza e l'acquisizione da parte del gruppo AT&T. Una delle conseguenze è la rottura del contratto in esclusiva tra DC e Brian Michael Bendis, pluripremiato autore degli anni duemila e best seller del mondo dei comic. La DC rinuncia dal 2020 a distribuire le opere creator-owned di Bendis, pubblicate per l'imprint Jinxworld[47]. Mike Richardson è da sempre stato un ammiratore delle opere create da Bendis e lo aveva già contattato più volte tra cui, l'ultima, quando l'autore aveva lasciato la Marvel nel 2017[47]. Nell'agosto del 2021, viene fatto l'annuncio che la Dark Horse diventa l'ombrello editoriale per l'imprint del Jinxworld, per il quale pubblica sia le nuove opere sia le riedizioni di materiale già edito per altre case editrici[47]. Bendis si dice entusiasta di questa nuova collaborazione e sostiene di aver ammirato sin dalla sua fondazione (nel 1987) la gestione del Presidente Richardson[47]. Adesso ha la possibilità di riproporre alle nuove generazioni sia i titoli classici della sua etichetta quali Torso, Jinx e la celebre Powers sia di presentare i nuovi fumetti Jinxworld ai quali sta lavorando. L'esordio dell'imprint per la sua nuova casa editrice è il 17 novembre 2021 con la nuova serie Joy Operations[47].

Oltre all'accordo per distribuire il catalogo del Jinxworld dal 2021, la Dark Horse ottiene la possibilità di pubblicare in forma cartacea i fumetti originali distribuiti da ComiXology, la piattaforma leader nella distribuzione di "digital comics" (o fumetti digitali)[48]. Mike Richardson afferma che:«La linea ComiXology Originals presenta storie di altissima qualità e diversità [...] e si affianca perfettamente con i fumetti creator-owned della Dark Horse, fondamenta della casa editrice»[48]. Il co-fondatore e CEO Dave Steinberg della piattaforma si dichiara entusiasta di collaborare con la Dark Horse per poter portare i digital comics di ComiXology all'interno del Mercato Diretto, ovvero quello delle fumetterie e delle librerie[48]. Inoltre sottolinea come la casa editrice di Richardson si è da sempre dimostrata capace di supportare le opere originali degli autori e artisti, garantendo qualità delle pubblicazioni e un efficace distribuzione[48]. Il debutto in formato cartaceo (o print debut) avviene il 2 febbraio 2021 nelle librerie e il 3 febbraio nelle fumetterie con l'edizione cartonata di 136 pagine a colori di Afterlift, realizzata da Chip Zdarsky e Jason Loo[48]. L'opera raccoglie i 5 albi della miserie già distribuita come "digital comic" e vincitrice dell'Eisner Award nel 2020[48].

Nel dicembre del 2021 viene annunciato che la Dark Horse e tutti i suoi asset sono acquisiti dalla Corporation svedese Embrace Group AB[49]. Si tratta di una holding finanziaria (con struttura di capogruppo) con sede a Karlstad. Fondata nel 2011 come Nordic Games Licensing e poi THQ Nordic AB. La Nordic Games ha da subito optato per acquisire diverse compagnie che diventassero sue sussidiarie e potessero contare su contenuti validi di cui poter usufruire e di cui essere una holding capogruppo, andando a formare una corporation di valore internazionale[49]. Tra le compagnie già acquisite vi sono la Koch Media Holding, Coffee Stain Holding, Amplifer Game Invest, Asmodee, DECA Games, Easybrain, Gearbox Entertainment, Saber Interactive, e THQ Nordic. Ognuna ha a sua volta il suo gruppo operativo e di sviluppo. A queste, a partire dal 2022, si aggiunge la Dark Horse Media, uno dei più grandi editori e media producer statunitensi, finora indipendenti[49]. La compagnia di Richardson possiede oltre 300 proprietà intellettuali, la cui produzione si snoda tra pubblicazioni a fumetti, merchandising, imprint editoriali e tramite la Dark Horse Entertainment ha già sviluppato oltre 40 film e serie televisive[49]. Si tratta di una svolta epocale per la Dark Horse in quanto, pur rimando come presidente, Mike Richardson non è più alle redini del gruppo che ha fondato e non è quindi più una compagnia indipendente. L'Embrace Group ha dichiarato che mette a disposizione la sua esperienza e struttura per sviluppare ulteriormente il ramo editoriale (ovvero i fumetti), le produzioni cinematografiche e le serie TV legate agli asset della Dark Horse[49].

Nell'ottica di ampliare il catalogo e i lettori del suo parco testate, nel 2022 Mike Richardson stringe un accordo con il celebre regista Kevin Smith per poter lanciare l'imprint Secret Stash Press, che vede all'opera come scrittore lo stesso Smith il quale funge da supervisore e da Senior Editor per l'intera nuova linea editoriale[6]. Il regista non è nuovo alla gestione di script per un fumetto in quanto ha già lavorato nel campo dei comic realizzando storie acclamate da critica e pubblico e che hanno visto protagonisti (tra gli altri) Green Arrow (della DC), Daredevil, Spider-Man e la Gatta nera (alla Marvel Comics)[6]. Tra l'altro ha gestito una fumetteria, fattore che lo accomuna a Mike Richardson e sottolinea la sua passione per i fumetti. Il presidente della Dark Horse afferma:«...Noi abbiamo molto in comune. Abbiamo entrambi lavorato in un nostro comic shop, entrambi siamo coinvolti nell'industria cinematografica, ma sopra ogni cosa (ci unisce) una grande passione per il medium fumetto. Sono molto orgoglioso di annunciare che Dark Horse pubblicherà fumetti e graphic novel della sua nuova linea editoriale»[6]. L'esordio dell'imprint avviene il 14 settembre 2022 con la distribuzione della miniserie in 8 numeri Maskerade.[6] Parallelamente all'accordo con Kevin Smith, Mike Richardson si assicura la collaborazione di altri 2 celebri autori quali Stan Sakai e Eric Powell[8]. Per Sakai, celebre per il suo longevo fumetto Usagi Yojimbo si tratta di un ritorno alla Dark Horse dopo il suo passaggio alla IDW tra il 2019 e il settembre 2022. Ora ha la possibilità di fondare e gestire una sua etichetta dal nome Dungo Publishing tramite la quale portare avanti la storica serie Usagi Yojimbo ed espanderne l'universo narrativo grazie anche al contributo di altri autori[8]. Eric Powell, celebre nel mercato indipendente per la serie The Goon ha la possibilità di portare sotto l'ombrello della Dark Horse la sua casa editrice Albatross Funny Books, che viene gestita in maniera autonoma ma divenendo un imprint Dark Horse[7]. Anche per Powell si tratta di un ritorno alla Dark Horse dopo che aveva pubblicato la serie The Goon dal 2003 per la casa editrice di Richardson. In seguito aveva deciso di fondare una sua casa editrice indipendente sviluppando diversi progetti e collaborando con altri auori. La gestione della Albatross Funnybooks gli ha però sottratto tempo da dedicare all'aspetto creativo e, soprattutto, visibilità per la sua principale creazione The Goon. Sotto l'ala amministrativa, distributiva Dark Horse Powell può tornare a dedicarsi maggiormente al suo più celebre personaggio e portare avanti le altre pubblicazioni Albatross quali Big Man Plans, Hillbilly (entrambi creati dallo stesso Powell) e opere di altri autori quali Galakticon di Brandon Small e Pug Davis di Rebecca Sugar[7]. Sono previste un'ulteriore espansione delle proposte e spin-off dello stesso The Goon. L'esordio dell'imprint (come etichetta della Dark Horse) avviene nel 2023 con una graphic novel[7].

Imprint e linee editoriali

Fumetti su licenza

A partire dagli anni di esordio della casa editrice il presidente Mike Richardson ha puntato sull'acquisire i diritti di importanti franchise derivanti da film cinematografici, serieTV, animazione e opere letterarie. Lo scopo è quello di proporre fumetti legati a brand già riconosciuti dai lettori.

Licenze in corso

Qui di seguito vi è un elenco di quelle ancora attive:

Licenze non più disponibili

Qui di seguito l'elenco delle raccolte in formato brossurato (o Trade Paperback), degli albi unici (o one-shot) e volumi della serie spin-off Angel:

Trade Paperback di Buffy
  1. Il valzer della polvere (Dust Waltz)
  2. Le origini (The Origin)
  3. L'ultimo raggio di Sole (Remaining Sunlight)
  4. Ospiti inattesi (Uninvited Guests)
  5. Cattivo sangue (Bad Blood)
  6. Angel: Il Divoratore (Angel: the Hollower)
  7. Demoni da schianto (Crash Test Demons)
  8. L'anello di fuoco (Ring of Fire)
  9. Pallidi riflessi (Pale Reflections)
  10. Il sangue di Cartagine (The Blood of Carthage)
  11. Catena alimentare (Food Chain)
  12. Spike & Dru
  13. Vite passate (Past Lives, crossover tra Buffy e Angel)
  14. D'autunno (Autumnal)
  15. Out of the Woodwork
  16. Oz
  17. False memorie (False Memories)
  18. I racconti delle cacciatrici (Tales of the Slayers)
  19. Ugly little monsters
  20. Haunted
  21. La morte di Buffy (The Death of Buffy)
  22. Note dal sottosuolo (Notes from the underground)
  23. Willow & Tara
  24. Viva Las Buffy!
  25. Play with fire
  26. Cacciatrice interrotta (Slayer Interrupted)
  27. Un paletto nel cuore (A Stake to the Heart)
  28. I racconti dei vampiri (Tales of the Vampires)
 One-shot
  1. The Final Cut
  2. Giles: Oltre il confine
  3. Jonathan: Nome in codice Coraggio
  4. Reunion
  5. I racconti delle cacciatrici: La bottiglia rotta del Djinn
  6. Chaos Bleeds
  7. Creatures of Habit (romanzo illustrato)
  8. Play with fire
 Collana Angel 
  1. Surrogati (Surrogates)
  2. Possessioni terrene (Earthly Possession)
  3. Terreno di caccia (Hunting Ground)
  4. Autumnal
  5. Past Lives (Buffy/Angel crossover)
  6. Strani compagni di letto (Strange Bedfellows)
  7. Long Night's Journey

Manga (titoli principali)

Note

  1. ^ a b c d e f g h i Jason Sacks, in "Chapter Seven: 1986", in The 1980s,  pp.152-185
  2. ^ a b Rich Johnston, in "The Top 100 Power List of Comic Books", in Bleeding Cool n.20,  pp.53-87
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax ay az ba bb bc bd be bf bg bh bi bj bk bl bm bn bo bp bq br bs (EN) Dark Horse Comics' History, su darkhorse.com. URL consultato il 3 agosto 2019.
  4. ^ a b c d e f g h i j k (EN) Rob Bricken, Dark Horse will make Star Wars Comics again. URL consultato il 21 novembre 2021.
  5. ^ a b Dal 2019 il franchise di Buffy l'ammazzavampiri passa ai Boom!Studios, che lanciano una nuova serie regolare: Buffy the Vampire Slayer dal n.1, Boom!Studios, Los Angeles (California), gennaio 2019
  6. ^ a b c d e f g (EN) Kevin Smith and Secret Stash Press Roll Up with Dark Horse Comics. URL consultato il 3 febbraio 2023.
  7. ^ a b c d e f g h i j k (EN) Jeremy Bloom, Eric Powell's The Goon returns to Dark Horse under Albatross Funnybooks imprint. URL consultato il 7 febbraio 2023.
  8. ^ a b c d e f g (EN) Stan Sakai bringing new imprint to Dark Horse. URL consultato il 6 febbraio 2023.
  9. ^ a b c Previews n.289, Creator Profile: Mike Richardson, Diamond Comic Distributors, Timonium MD, ottobre 2012, p.30
  10. ^ a b c d e f g h i Dan Wickline, in "The Dark Horse in the Race", in Bleeding Cool n.23,  pp.14-23
  11. ^ a b c Keith Dallas, in "Chapter Three: 1982", in The 1980s,  pp.46-71
  12. ^ a b c AA. VV. (testi e disegni), Dark Horse Presents nn.1-156, Dark Horse Comics, Milwaukie (Oregon), luglio 1986 - settembre 2000
  13. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Jim Beard, in "Chapter Eight: 1987", in The 1980s,  pp.186-215
  14. ^ a b c d e f g h i j k l m n o Hannah Means-Smith, in "Changing Comics one step at a time: Mike Richardson reflects on the past and future of Dark Horse", in Bleeding Cool n.11,  pp.22-29
  15. ^ a b c d e f g h i j k Jason Sacks, in "Chapter Two: 1991", in The 1990s,  pp.34-55
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  18. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Jason Sacks, in "Chapter Four: 1993", in The 1990s,  pp.90-127
  19. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r Jason Sacks, in "Chapter Five: 1994", in The 1990s,  pp.128-164
  20. ^ a b c d e Jason Sacks, in "Chapter Seven: 1996", in The 1990s,  pp.194-221
  21. ^ Jason Sacks, in "Chapter Six: 1995", in The 1990s,  pp.164-193
  22. ^ Scheda di uBC fumetti del primo numero USA di Martin Mystère
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  28. ^ "sidequel" indica un'opera che si sovrappone a livello temporale con le vicende narrate nell'opera principale o di riferimento
  29. ^ a b c d e Mike Richardson, in "Something afoot…", in Previews n.296,  p.47
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Bibliografia

Voci correlate

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