Buttafuoco comincia la sua attività giornalistica collaborando con riviste di destra (Proposta)[4] e con il quotidiano dell'allora MSI-DN, il Secolo d'Italia, dove viene assunto nel 1993. Poi collabora con Il Giornale (con direttore Vittorio Feltri). Tra il dicembre 1995 e il 1996, è direttore del periodico L'Italia settimanale, dove si segnala per copertine dai titoli provocatori.[5][6][7] Alla fine degli anni novanta conduce per due stagioni, su Canale 5, chiamato dall'allora direttore Giampaolo Sodano, la trasmissione Sali e Tabacchi. Lasciato Il Giornale, lavora per alcuni anni a Il Foglio di Giuliano Ferrara, prima di approdare nel 2004 a Panorama chiamato da Pietro Calabrese.
Il 5 febbraio 2008 esce il suo secondo romanzo, L'ultima del Diavolo, in cui si parla della vicenda del monaco cristiano Bahira, che secondo una leggenda avrebbe riconosciuto nel giovane Maometto i segni del carisma profetico.[12] Nel 2008 pubblica anche Cabaret Voltaire, un saggio sul rapporto tra Islam e Occidente.[13] Il 1º febbraio 2009 ha ricevuto la "Candelora d'Oro", riconoscimento istituito dal Comune di Catania nel 1988.[14] Nel novembre 2009 ha pubblicato per Mondadori il volume Fìmmini. Ammirarle, decifrarle, sedurle.
A partire dal novembre 2011 conduce la trasmissione settimanale "Questa non è una pipa" su Rai 5.[15] Nel 2011 pubblica anche il romanzo Il Lupo e la luna.[16] Il 16 novembre 2011 è nominato consigliere d'amministrazione dell'Università degli Studi di Enna "Kore"[17]. Dal marzo 2012 collabora a la Repubblica. Dopo 5 anni, il 29 ottobre 2012, si dimette dalla presidenza del Teatro Stabile di Catania[18]. In seguito all'articolo Il dizionario dei destrutti,[19] pubblicato il 4 dicembre 2012 su la Repubblica, viene sospeso da Panorama dal direttore Giorgio Mulé e ha rischiato il licenziamento.[20] Continua a scrivere sul settimanale fino al marzo 2013[21]. Lasciato Panorama, riprende a scrivere per Il Foglio.
Nel 2020 vince il Premio letterario La Tore Isola d'Elba, assegnatogli a causa della pandemia a Marciana Marina nel luglio del 2021: il premio ha visto tra i suoi precedenti vincitori autori del calibro di Camilleri, Vitali e Cazzullo.[25]
Fogli consanguinei, Collana Gli inattuali, Padova, Edizioni di Ar, 2002, ISBN978-88-98-67215-8.
L'ora che viene. Intorno a Evola e a Spengler, (con Francesco Ingravalle, Giovanni Damiano, Piero Di Vona, L. Scandoglio), a cura di Giovanni Damiano, Padova, Edizioni di Ar, 2004.
Buttanissima Sicilia. Dall'autonomia a Crocetta, tutta una rovina, Collana PasSaggi, Milano, Bompiani, 2014, ISBN978-88-452-7795-5.
Il feroce Saracino. La guerra dell'Islam. Il califfo alle porte di Roma, Collana PasSaggi, Milano, Bompiani, 2015, ISBN978-88-45-27964-5.
Armatevi e morite. Perché la difesa fai da te è un inganno (e non è di destra), con Carmelo Abbate, Collana Saggi, Milano, Sperling & Kupfer, 2017, ISBN978-88-200-6361-0.
Strabuttanissima Sicilia. Quale altra rovina dopo Crocetta?, Collana Le onde, Milano, La nave di Teseo, 2017, ISBN978-88-934-4372-2.
Sotto il suo passo nascono i fiori. Goethe e l'Islam, collana Collana I Fari, Milano, La nave di Teseo, 2019, ISBN978-88-346-0053-5.
^ Filippo Giunta, Dieci domande a Pietrangelo Buttafuoco, su siciliaevents.it, SiciliaEvents. URL consultato il 5 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2008).
^Buttafuoco, Pietrangelo, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
^ Massimo Novelli, Acqui Storia svolta a destra, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica, 9 marzo 2008. URL consultato il 5 febbraio 2009.
^ Ermanno Paccagnini, L'eremita che incontrò Maometto, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 8 febbraio 2008. URL consultato il 5 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2015).
^ f.ridolfi, PIETRANGELO BUTTAFUOCO, su Il Quotidiano del Sud, 10 aprile 2019. URL consultato il 3 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2019).