Giampaolo Rugarli (Napoli, 5 dicembre 1932 – Olevano Romano, 2 dicembre 2014) è stato uno scrittore italiano.
«Credo che quest’uomo ampio, massiccio, coperto di golf, di cappotti e di sciarpe, pieno di gesti di gentilezza e di deferenza, dalla lingua ampia e ossequiosa, ricordasse un poco Carlo Emilio Gadda prigioniero negli edifici della Rai.[1]»
Nasce a Napoli il 5 dicembre 1932 da padre emiliano Mirko Rugarli, funzionario della Banca d'Italia, e madre della Basilicata Rubina de Marco.Tre anni prima è nato il fratello Claudio, che sarà medico insigne, e due anni dopo la sorella Anna Maria.
1937/1941 Frequenta la scuola elementare "Giovanni Paisiello", a Montesanto.
1940 (10 giugno) Intervento in guerra dell'Italia. Quasi tutte le notti Napoli è colpita da bombardamenti aerei.
1941 (autunno) Il padre viene trasferito a Milano, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, con lui si trasferisce tutta la famiglia. G. completa la quinta elementare presso le scuole di Viale Mugello.
Laureato in giurisprudenza, lavora in una grande banca del nord dal 1955, venendo trasferito a Roma per la sua attività nel 1967, e divenendo poi Direttore della Sede romana dell'Istituto Cariplo[1] nel 1972.
Rientrato a Milano (dopo un breve periodo a Brescia e uno più lungo a Londra), viene messo a capo della Esattoria Civica. L'esperienza si conclude quando ravvisa gravi irregolarità che segnala alla Autorità competente. Dopo un periodo di punizione in una specie di reclusorio della banca (queste vicende sono state raccontate da R. nella Introduzione del libro Diario di un Uomo a Disagio), viene nominato capo dell'Ufficio Studi[2]. In questa veste fonda con l'Editore Laterza, e dirige, la Rivista Milanese di Economia, che accoglie contributi di Claudio Magris, Pietro Citati, Claudio Cesa, Mario Monti e altri importanti intellettuali ed economisti.
Alla fine del 1985, raggiunti 31 anni di servizio, e anche "perché si moltiplicano episodi di censura e di intolleranza da parte dell'amministrazione" lascia la banca. Da quell'anno si dedica unicamente alla attività di scrittore (che aveva condotto privatamente nei lustri precedenti), pubblicando oltre 20 opere, tradotte in più lingue.
Con il romanzo Superlativo assoluto si aggiudica il Premio Bagutta 1988, sezione Opera Prima[3].
Una delle più autorevoli recensioni fatte sull'opera di Rugarli fu quella di Leonardo Sciascia, pubblicata dal quotidiano La Stampa nel 1988, sul romanzo La troga[4].
Nel 2016, in sua memoria, è stato istituito il Premio Rugarli.[5]